Il Forest Bathing, o Bagno di Foresta in italiano, è il cuore della terapia in natura che trae ispirazione dall’antica arte giapponese detta shirin-yoku: da poco sta prendendo piede anche da noi in Italia: oggi vi racconto la mia esperienza di ritiro Forest Bathing con Ivy Tour nel Parco Nazionale del Pollino, Basilicata.
Questi due anni hanno messo a dura prova tutti noi. Anche le tempre più resistenti e le scelte più consolidate sono state scosse dallo scombussolamento dei ritmi, dalle restrizioni, dalla paura di ammalarsi e mille altri fattori stressanti. Fattori diversi per ciascuno ma, diciamolo, noi mamme siamo sicuramente una categoria che ha dovuto reggere equilibrismi degni di un funambolo.
Maggio in particolare è un mese estremamente faticoso per tutti i membri della famiglia: per i bambini che affrontano le ultime prove prima della fine dell’anno scolastico, per i genitori che si barcamenano tra i loro impegni e quelli dell’ultimo periodo super “caldo” sul lavoro prima della pausa estiva e sentono l’ansia del lunghissimo stop lezioni che è cinque volte le ferie di qualunque persona normale.
Aggiungiamoci nel mio caso il lavoro nella comunicazione digitale che mi tiene letteralmente incollata allo smartphone e dispositivi elettronici vari, tenendomi in una sorta di connessione perenne: bellissimo eh, i primi tempi, alla lunga logorante ed estraniante: renderebbe insofferente anche il nerd più incallito.
Insomma, un quadretto perfetto per l’orlo di una crisi di nervi che penso conosciate fin troppo bene: ogni anno arrivo esausta a chiudere il quinto mese dell’anno ma provvidenzialmente trovo sempre il modo di prendermi cura di me, di staccare e trovare il modo di ricaricare le pile.
Cos’è il Forest Bathing e per chi è indicato?
Ve ne ho parlato nel mio ultimo articolo sulla Montagna sostenibile per famiglie che vi consiglio di sbirciare se amate la natura ma non il turismo di massa. Il Forest Bathing è una pratica nata in Giappone col nome di “Shinrin Yoku” ed è molto diffusa in Oriente, dove svolge un grande ruolo nella medicina preventiva ed è molto indicata per situazioni che negli ultimi due anni purtroppo sono esplose, proprio complice la pandemia: stress, ansia, depressione, burnout e “overdose” digitale.
Non si tratta di “abbracciare gli alberi”, come a volte in modo un po’ caricaturale viene dipinto: il Forest Bathing, secondo i crismi del Forest Therapy Hub, il più autorevole istituto internazionale nel settore, è una vera immersione rispettosa e profonda con l’ambiente naturale: se praticata in modo consapevole ha dei benefici riconosciuti scientificamente sulla salute fisica come:
- Riduzione significativa della pressione sanguigna e del battito cardiaco
- Potenziamento del sistema immunitario: incremento della quantità e attività dei linfociti Natural Killer e dell’espressione delle proteine antitumorali
- Riduzione dei livelli di infiammazione nel corpo
- Riduzione dei livelli di glucosio nel sangue in pazienti diabetici
- Miglioramento della vista
- Miglioramento del sonno
così come sul benessere mentale:
- Riduzione dei livelli di ansia, depressione, rabbia, affaticamento e confusione (test POMS)
- Riduzione dell’attività del sistema nervoso simpatico e incremento dell’attività del sistema nervoso parasimpatico
- Riduzione significativa dei livelli di adrenalina e di cortisolo, il cosiddetto “ormone dello stress”
- Potenziamento dell’attenzione, della memoria breve, della creatività e della capacità intellettiva
- Opportunità di acquisire consapevolezza, rivedere le proprie priorità e aprire nuove strade per il futuro
Del resto, ve ne accennavo in altri articoli: a me solo l’aroma sprigionato dai trucioli di cirmolo, fa un effetto di immediato alleviamento della tensione e aiuta a prendere sonno quando la giornata è stata particolarmente complicata.
Al contrario del trekking e delle esperienze sportive, in questi viaggi di immersione nella natura, le attività sono orientate al rilassamento e all’esplorazione del contatto con la natura: ecco perché non c’è bisogno di essere camminatori esperti; può partecipare chiunque abbia voglia di “staccare la spina” e passare tempo immerso nella natura, in tranquillità e sicurezza (e chi ne ha più bisogno di una mamma di 4 iperdigitalizzata?!).
Se come me, siete lettrici consumate e volete approfondire, vi lascio qualche suggerimento di titoli sul Forest Bathing.
La mia esperienza di Forest Bathing
Quest’anno ho partecipato ad un ritiro di Forest Bathing, Educational tour nell’ambito del progetto “P.A.R.T.I. Basilicata! Piano di Azione per la Ripresa del Turismo in Basilicata, finanziato da APT Basilicata e Regione Basilicata”.
Il nostro gruppo aveva come base il Rifugio Fasanelli, 1350 metri nella cornice remota -e quindi assolutamente perfetta ed idilliaca!- del Parco Nazionale del Pollino, l’area protetta più grande d’Italia, a cavallo tra la Basilicata (dove siamo stati noi con il tour operator lucano Ivy Tour) e Calabria.
Una catena montuosa che fa parte dell’Appennino meridionale e vanta le vette più alte del Sud Italia fino a sfiorare i 2200 mt. di altitudine e che dal 2015 è riconosciuto patrimonio mondiale dall’UNESCO.
Perché proprio nel Pollino?
Oltre ad essere “casa” di Ivy Tour, il Parco del Pollino, nonostante abbia diverse vette oltre i 2000 metri e neve in buona parte dell’anno, non ha impianti da sci. E’ un Parco ancora difficile da raggiungere e per questo motivo è una della zone wilderness più integre e importanti d’Italia. E’ un luogo ideale per rigenerarsi attraverso il contatto con la natura. Dopo i tre giorni passati in questa meraviglia, posso solo confermare come abbia mantenuto pienamente queste premesse.
Per me, abituata alle montagne dolomitiche, immergermi in una montagna del sud è stata un’esperienza davvero unica nel suo genere. La mia metà canadese, dunque dell’estremo nord, l’ha subito avvertita come qualcosa di familiare eppure “altro”, accrescendone l’effetto e il fascino. Luce e colori, vegetazione, i paesaggi antichissimi e così integri e selvaggi hanno colpito la mia immaginazione e invogliata alla scoperta.
Ma andiamo con ordine: il treno mi ha lasciata a Salerno, da lì tutto il gruppo si è riunito e ha fatto la conoscenza di Rocco Perrone, la nostra guida di Forest Bathing (FTHub) e socio fondatore di Ivy Tour che ci ha intrattenute lungo il viaggio con il racconto di com’è nata la sua idea per questi retreat. Rocco è il perfetto esempio di imprenditore del mio format Penelope & Ulisse: da un proprio personale momento di bisogno durante il periodo covid in cui la natura, tornare alle sue foreste lucane è stato l’antidoto, si è sviluppata l’idea di offrire la stessa possibilità ai loro clienti che già conoscevano il pacchetto della Basilicata coast to coast (ricordiamo che Matera in particolare aveva già avuto un boom turistico negli ultimi anni).

Come appassionata di folklore ed ex assistente alla Cattedra di Storia delle Tradizioni Popolari, è stato davvero magnifico ascoltare poi tutti i dettagli di chi, come Rocco, ha partecipato in prima persona a riti arborei millenari, di come sono mutati nel tempo in base alle diverse sensibilità del periodo storico e del contesto sociale. Ad esempio sapevate che a Carnevale in Basilicata ci si veste da alberi? Anzi da intera foresta che cammina! Un rito così particolare che ha affascinato anche registi e il MoMa di New York. O che proprio nei prossimi giorni, dall’8 al 13 giugno, in occasione della festa di S. Antonio avrà luogo un rituale spettacolare di innesto tra faggio e abete, il “matrimonio degli alberi”?

Su queste note, la seconda parte del viaggio è stata rapida e piacevole: nell’affacciarsi dal finestrino la natura ha iniziato a trasformarsi gradualmente fino a prendere l’aspetto della fitta faggeta che avrebbe costituito la materia prima del nostro ritiro di bagni di foresta.
Il Rifugio Fasanelli svetta in una radura da cui si dipanano vari sentieri. In effetti, la vista spazia verso l’orizzonte ma oltre il pascolo di mucche, gli arbusti in fiori e le bianche rocce solitarie non trova che l’infinito e inizia a sognare, specie se è quasi il tramonto e il vento soffia lasciando aperte tutte le possibilità climatiche per l’indomani.




Dopo Rocco, abbiamo fatto la conoscenza di Ann Tilman, prima guida certificata di Forest Therapy in Belgio (ma con un super italiano!). Con oltre venticinque anni di esperienza in ecoturismo, mindfulness nella natura, yoga e qi gong per favorire il benessere psicosociale e riscoprire l’equilibrio tra vita lavorativa e privata, non poteva che essere la perfetta facilitatrice del nostro viaggio rigeneratore.

Tutti insieme abbiamo ascoltato una breve introduzione sul “metodo” del Forest Bathing, basato sulle 5 S: Silenzio, Slowing Down, Sensi, Sharing e Sicurezza.
Sul primo “invito” di Ann, abbiamo iniziato a prendere confidenza con il territorio: come in tutti i rapporti, salutarsi e conoscersi è il primo e fondamentale step. Ognuna per conto proprio, camminando, ci siamo lasciate attirare in modo “casuale” dal panorama, fino a trovare il “nostro” posto, in cui ci sentivamo a nostro agio e protette.
Io dopo aver percorso alcuni punti in cui ho ammirato le fioriture spontanee (eh sì, ad esempio le violette selvatiche, identiche a quelle che abbiamo in vaso nel giardino: qui non c’è bisogno di cure, vengono su bellissime da sole!) mi sono seduta accanto ad un meraviglioso arbusto in fiore dove mi sono soffermata a giocare con un’amichevole coccinella e liberandomi dai pensieri, mi sono goduta l’attimo e la meraviglia della vista. Un ultimo breve esercizio (diciamo un bel gioco di gruppo) ci ha permesso un primo approccio con il limitare della foresta e prendere confidenza tra noi.



Anche a cena, il nostro gruppetto, casualmente tutto femminile, si è intrattenuto in chiacchiere tra un piatto e un bicchiere di vino lucani (spoiler: una delle cucine rustiche più appetitose che esistano!) fino al meritato riposo dopo una videocall a casa con saluti e baci alla truppa in capo al papà.
La mattina successiva, mi sono affacciata al mio balconcino e ho salutato il nuovo giorno con un sorriso smagliante di tacita gratitudine per il bel sole e il cielo limpido e per una volta, senza corse e “mammaaa” urlato almeno 10 volte al secondo (e sì, non mi vergogno per niente a dire che è stato da solo rigenerante!).

Ann ci aveva dato appuntamento per un risveglio corporeo con lo yoga: niente paura, io lo avevo provato in Thailandia e ne ero uscita con le ossa rotte (ed ero moooolto più in forma!): stavolta invece è stata una sessione molto gentile, adatta a chiunque.

Una bella colazione ci ha rimesse in forze per la giornata di full immersion nella foresta fatta dell’alternarsi di meditazioni, di “inviti” in cui Ann ci suggeriva delle attività a volte individuali, a volte in gruppo (ad esempio, fare caso a tutti i movimenti della foresta oppure, a coppie: una persona “cieca” che si fa guidare dall’altra -e poi le parti si invertono- alla scoperta di punti nella foresta o scegliere una pergamena, leggerla subito o a casa e ricavarne una riflessione). Abbiamo chiuso poi la mattinata con una merenda nel bosco e siamo tornate al nostro rifugio per il pranzo.





Nel pomeriggio abbiamo continuato le attività in un’altra zona della foresta. Nel tardo pomeriggio un’esperienza sensoriale a tema food ci ha trasportate naturalmente verso la cena.



La sera, dopo il pasto, alcune di noi hanno sperimentato la camminata nel bosco in notturna: potevo mancare? Ovviamente no, l’esperienza dello stesso ambiente senza luce è stata così diversa: ogni rumore provocava altre corde e altre sensazioni ma in sicurezza con la presenza di Rocco, Ann e le altre compagne di avventura. In chiusura non poteva mancare l’osservazione del cielo: da un po’ mi sono appassionata di astronomia ed è stato bellissimo poter ammirare le stelle in un ambiente così incontaminato, guidate anche dal laser che aiutava ad individuare la stella polare e le costellazioni visibili.
L’ultima mattina temevamo arrivasse il maltempo: la notte aveva lampeggiato e tuonato, invece con nostra piacevole sorpresa il sole splendeva di nuovo e le nuvole erano state spazzate via dal vento. Dopo il risveglio del corpo, abbiamo deciso last minute di trasferire la nostra colazione sui tavoli esterni, visto il meteo inaspettatamente clemente oltre misura.
Con un filo di malinconia, ci siamo poi incamminate con Ann nell’ultimo tratto di esperienza di Forest Bathing, stavolta in direzione opposta, anziché nel fitto della foresta, in spazi un pochino più aperti. Alberi ed arbusti al sole e senza costrizioni, qui, sono cresciuti in larghezza oltre che in altezza, con chiome tondeggianti e dolci, con fusti che si ramificano in diverse direzioni creando dei veri e propri gruppi, oserei definirle…famigliole! Le ultime due attività sono state davvero molto belle: la prima, una mindful walking nel verde: a piedi nudi abbiamo sperimentato in modo tangibile la difficoltà ma anche la bellezza di camminare lentamente, facendo caso ai movimenti e al suolo, dovendo aggirare ostacoli e mantenere il bilanciamento del corpo. Per me, a cui è stato inculcato che la velocità è sintomo di intelligenza e produttività, è stata una piccola “epifania” rendermi conto di come invece camminare piano sia molto più difficile e, dopo un po’ anche godibile. Si notano inoltre tutti i piccoli dettagli che normalmente ci sfuggono: un minuscolo grilletto che saltella, le diverse consistenze di erba e terreno, i colori abbaglianti del cielo azzurro…un regalo e un insegnamento meraviglioso.






L’attività successiva è stata davvero molto creativa e divertente: trovare e costruire la nostra “casa” nel bosco. Condividere i nostri…gusti di home decor è stato un momento tra i più spensierati di tutto il ritiro, prova ne è la foto in cui tutte noi, ospiti in “casa” di Letizia sorridevamo di gusto nello scatto che ha immortalato l’attimo.


Per chiudere degnamente l’esperienza, ognuna di noi ha raccolto un oggetto “prezioso” in natura da regalare simbolicamente alla foresta e abbiamo espresso ad alta voce il nostro grazie di cuore per un’esperienza che ci ha regalato emozioni, benessere e tempo “tutto per noi”, fuori dal vortice quotidiano. Un ultimo, silenzioso desiderio è volato in cielo sfaldando un soffione.

Un pranzo e via, sul pullman che ci ha ricondotte a Salerno e infine a casa. Il viaggio da Milano non è da poco ma credetemi, noi due invitate “nordiche” non abbiamo rimpianto nemmeno per un attimo di aver accettato ed esserci imbarcate in questa magnifica 3 giorni di quiete e contatto autentico con la natura circostante e anche interiore.
Non so se è un retaggio dei miei primi anni vissuti in una “casetta in Canadà“, a piedi nudi nella natura più incontaminata, ma quando mi sento intrappolata e senza respiro, riconnettermi con gli alberi, la terra, il cielo è quasi un istinto primordiale. Ho inciso nella carne e nella memoria quel passaggio così sofferto dal cottage in Nova Scotia ad un angusto (almeno per me!) appartamento romano e ad una scuola elementare in cui faticavo a stare ferma e composta e in cui, come oggi, il conforto consisteva nello scrivere e disegnare. Nel fondo di me stessa, ho sempre teso a tornare alla vita rurale che mi rende più felice e libera: grazie quindi davvero alla Regione Basilicata e ad Ivy Tour che hanno fatto da anfitrioni per un ricongiungimento così desiderato.
In certi luoghi e condizioni, tutte le magie sono possibili, anche quelle di una pergamena scelta a caso che contiene la domanda-risposta per curare i mali del momento.
Tocca a voi sperimentare il ritiro di Forest Bathing!
Per chi volesse fare un ritiro di Forest Bathing, vi segnalo le prossime date del Rifugio Fasanelli dove trovate anche tutte le info su costi e organizzazione. Io ve lo dico, questa è un’idea regalo spaziale per una persona a cui volete bene e che volete vedere tornare rilassata e felice! P.s. si può fare anche in 6 giorni anziché 3.
1 – 3 Luglio (c’è offerta in corso con sconto!)
5 – 10 Luglio
19 – 24 Luglio
9 – 14 Agosto
13 – 18 Settembre (con Ann Tilman)
Se fate l’eperienza del Forest Bathing o vi incuriosisce, fatemi sapere, non vedo l’ora di approfondire ancora questa bellissima esperienza e…chissà, ripeterla!
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