Glicini in fiore arrampicati sulle pareti di roccia e tra i cortili, limoni che spandono il loro profumo tra i rami dei pergolati e soprattutto il sole tiepido e avvolgente di inizio primavera: con questi ingredienti la voglia di partire per godersi al meglio lo stacco pasquale è assicurata.
Noi abbiamo approfittato del primo weekend utile per partire alla volta di luoghi incantati e famosi in tutto il mondo: la costiera amalfitana, le isole pontine e infine una giornata a zonzo per le viuzze del centro storico di Napoli.
Pur essendo stato così mordi e fuggi, le bellezze (e bontà!) partenopee ci hanno trasmesso l’entusiasmo di tutta la loro vitalità esplosiva: dopo tanto torpore invernale e distanziamento sociale, ci ha davvero aperto il cuore e risvegliato la gioia di vivere.
Se anche voi non vedete l’ora di partire, ecco qui nel dettaglio il nostro itinerario insieme a tante info che renderanno tutta l’esperienza di viaggio, per noi famiglie numerose in modo speciale, meno stressante e più autentica.
Premessa: noi abbiamo scelto di viaggiare la sera/notte per rendere gli spostamenti, piuttosto lunghi dalla Brianza, più easy per i piccoli. Ovviamente se voi siete più vicini o volete organizzarvi diversamente vi consiglio di fare un weekend un pochino più lungo (ad esempio sfruttando tre giorni anziché due), complice magari il periodo pasquale che rende tutto maggiormente rilassante.
Compagna di viaggio, anzi vero e proprio settimo membro della famiglia, la nuova Dacia Jogger 7 posti che Renord ci ha reso disponibile per questo viaggio e di cui abbiamo potuto quindi testare e sperimentare le implementazioni rispetto al nostro modello precedente, la Dacia Lodgy che è la nostra auto familiare quotidiana.
Parte 1 brezza marina e panorami mozzafiato tra Procida e la Costiera Amalfitana
Procida
Abbiamo iniziato la giornata parcheggiando l’auto al parcheggio Marser, in pochissimi minuti a piedi eravamo al porto dove ci sono stati stampati i biglietti fatti online (dritta risparmio: se prendete andata e ritorno con la stessa compagnia, avrete uno sconto sui biglietti).
Procida è la più piccola e meno mondana delle isole pontine. Se non ci siete mai stati, è l’anno giusto per scoprirla dato che è stata incoronata come Capitale italiana della Cultura 2022.
Altro fattore non da poco: è l’isola più vicina a Napoli (in 30 minuti di aliscafo siete lì!) per cui con i bambini è un’ottima scelta se come noi purtroppo non avete tantissimo tempo a disposizione ma volete comunque un assaggio di mare e di bellezza sospesa nel tempo: Procida è viuzze, salite che si inerpicano per poi donare scorci mozzafiato, piccole botteghe di souvenir curati e fatti a mano ma anche di empori e negozietti “di una volta”, con tutto il fascino di tempi andati che qui hanno un’eco ancora forte.






Procida merita almeno un giorno pieno perché offre tanto, specie se andate in periodo di bagni, noi ci siamo “accontentati” di passeggiare e perderci nell’atmosfera del luogo, la vista più famosa in assoluto, la Corricella ci ha davvero lasciati senza parole per la sua rara bellezza, giudicate voi!
Per le attività specifiche da fare sull’isola, vi lascio il link di una super esperta che conosce l’isola alla perfezione perché ci va da anni con bimbi al seguito: vi dico solo che Procida fa davvero innamorare e capisco perfettamente il desiderio di tornarci ancora e ancora!









Per il pranzo siamo tornati a Pozzuoli e abbiamo mangiato al volo perché eravamo di corsa ma se non avete la nostra fretta, ci sono tantissimi localini e ristorantini a Procida e devo dirvi la verità: finora non mi è mai capitato di mangiare meno che bene e di essere accolti senza un sorriso in Campania, come vedrete dalla cena della serata.
Costiera Amalfitana
Perché eravamo così di fretta? Perché volevamo assolutamente ammirare la Costiera Amalfitana al tramonto: io ci ero stata anni fa in un weekend da fidanzati con mio marito e me la ricordavo ancora come meravigliosa in modo particolare proprio tra il tramonto e l’imbrunire, quando le luci dei borghi a picco sul mare si accendono rendendo tutto simile ad una fiaba mediterranea.

Decisamente le nostre aspettative non sono state deluse: in auto abbiamo percorso tutto il tratto che va da Atrani fino a Sorrento, passando per Amalfi, Praiano e Positano e fermandoci per qualche piccolo giro e un gelato.
Se volete soffermarvi di più, ovviamente dedicando tutta una giornata intera alla Costiera potete alternare il mare alla visita pomeridiana/serale ai borghi e farete la gioia di grandi e piccini. Ricordate che in Costiera le spiagge sono per lo più piccine quindi la scelta migliore (lo è a prescindere, con i bambini!) è andarci molto di buon mattino e scegliere quelle più adatte (come quella di Atrani).
Se avete un buon budget a disposizione, vi consiglio di sbirciare la guida di Courtney Adamo, una imprenditrice digitale e influencer con una famiglia super numerosa che ha scelto per tantissimi anni la Costiera come meta anche per diverse settimane: qui la sua mini guida con anche consigli su dove dormire e mangiare.
Parte 2 Napoli
Dopo aver fatto il pieno di bellezza (e di benzina!) ci siamo diretti verso Napoli, dove abbiamo dormito. Non posso che consigliarvi la location se volete qualcosa di davvero caratteristico e comodissimo per girare tutte le principali attrazioni e in generale il centro storico: il B&B San Gennaro.









Il proprietario, sapendo che avevamo 4 bambini al seguito ci ha proposto con un piccolo extra il suo parcheggio proprio sotto la struttura così da evitarci di portare i bagagli da un parcheggio più lontano, ci ha consigliato dove cenare e in generale si è mostrato molto disponibile.
La camera, davvero spaziosa e luminosa, si è rivelata strategica perché appena varcata la soglia del palazzo, ci si trova immediatamente nel cuore pulsante di Napoli, a pochi metri da Spaccanapoli e tutti i monumenti e punti d’interesse. Il design, un mix davvero riuscito di industrial, pop e barocco ha un impatto molto piacevole ed è molto comodo avere sul piano una cucina con tutto il necessario a portata di mano.
Abbiamo cenato nella vicinissima piazzetta Sedil Capuano alla trattoria Mamardella: il servizio è stato lungo -ed essendo stanchi ci è pesato più che in altre occasioni -ma veramente gentile. Per scusarsi dell’attesa, oltre ai piatti ordinati (squisiti) ci hanno offerto frutta, limoncello e lecca lecca per i bambini.
Dopo una bella colazione proprio di fronte al B&B ammirando gli scorci e godendoci la magnifica luce del mattino e la gentilezza della barista (siamo poi tornati l’ultimo giorno per approvvigionarci di dolci per il viaggio di ritorno) e aver fatto check out al volo, ci siamo tuffati nell’allegria e nei colori di Napoli.






Il Duomo è letteralmente girato l’angolo (ed è stata infatti la nostra prima tappa, la cappella di San Gennaro merita sempre una visita)







abbiamo poi proseguito in direzione San Gregorio Armeno dove non dovete temere troppo gli assembramenti perché qui è davvero impossibile non incappare in qualche punto un po’ congestionato ma ne vale la pena.
Impossibile, non fermarsi ad ammirare a bocca aperta le opere d’arte di botteghe storiche, che mischiano tradizione sacra e profana e che custodiscono e tramandano abilità artigiane quasi scomparse.









Per chi ama il fascino decadente di certi luoghi, ogni angolino nasconde una meraviglia: che sia un’edicola dentro il cortile di un palazzo, un murales dalle tinte e messaggi pop, una tenda che svela un altare barocco. A Napoli va in scena sempre la bellezza, in tutte le sue forme e commistioni e con una intensità che commuove.

Se avete tempo e siete come noi amanti della storia, vale senz’altro la pena la visita all’area Archeologica di San Lorenzo Maggiore a piazza San Gaetano, proprio al principio della via: una stratificazione di epoche che tracciano l’evoluzione della città dal suo status di polis greca fino al medioevo. Purtroppo, ho dovuto limitarmi alla visita della chiesa che è comunque molto bella e conserva le aggraziate linee gotiche che ne caratterizzano la struttura.






Sempre una visita merita anche la chiesa di San Gregorio Armeno, un gioiello barocco che toglie il fiato e uno dei pochi complessi monastici sopravvissuti in epoca di saccheggi e chiusure sotto Murat. Qui sono state traslate le reliquie di molti santi provenienti appunto dai conventi chiusi, tra cui quelle di Santa Patrizia di Costantinopoli, compatrona di Napoli e il cui sangue è soggetto al fenomeno di scioglimento, proprio come San Gennaro.




Vi consiglio di fermarvi a pranzare (ovviamente con una immancabile pizza! Qui è buona davvero ovunque) proprio qui in via dei Tribunali, tempio dello street food – in pochi metri si trovano concentrate pizzerie famosissime come Sorbillo e a pochi metri l’antica pizzeria Da Michele. Sappiate che ci sono file mega con tanto di numeretto di prenotazione, valutate se volete a tutti i costi gustarla, in tal caso vi consiglio di prendere il numero il prima possibile, con anticipo rispetto all’ora di pranzo dei bambini oppure di valutare qualche assaggino da asporto nel mentre, sulla via non mancano i “cuoppi”: i coni di carta stracolmi di gustosi frittini.
Scordatevi di mangiare leggero, qui è davvero d’obbligo assaggiare le prelibatezze rustiche o gourmet. Noi abbiamo mangiato alla Pizzeria Trattoria Portico per una pura questione di comodità dei tavoli ma la pizza era davvero fantastica, siamo rimasti super soddisfatti (menzione speciale per la pizza gourmet della nonna con ragù napoletano, melanzane fritte e mozzarella di bufala).






Proprio di fianco alla pizzeria, nella traversa vico del Fico, se ne sta con un sorrisetto beffardo a contemplare i passanti la statua raffigurante la testa di Pulcinella, dal naso “porta fortuna” ormai consumato dai troppi tocchi scaramantici. Noi non lo siamo, eh, ma si sa: when you’re in Rome (and Naples!) do as the romans do, direbbero gli inglesi, e così una foto ricordo l’abbiamo fatta anche noi, chissà che non propizi un nostro ritorno, in stile monetina nella Fontana di Trevi.

Sempre restando a pochi passi trovate un luogo di grande folclore, simbolo assieme al cimitero delle Fontanelle (io ci sono stata anni fa in una visita serale molto suggestiva) del culto alle “anime pezzentelle”, che attendono suffragio e sollievo dai viventi per ascendere al paradiso dopo la purificazione: la chiesa di Santa Maria delle anime del Purgatorio ad Arco. In questo bel complesso museale si può compiere “un vero e proprio viaggio nel culto delle anime del purgatorio, che poi altro non è che un “viaggio nella cultura napoletana tra arte, fede, vita, morte” che trova nella chiesa ipogea una delle sue massime espressioni.


Sì, perché proprio laddove la vita è così celebrata al massimo della passione e dello slancio, anche la morte -che ha toccato Napoli con le carestie, le pestilenze e le guerre succedutesi nei secoli, ha lasciato un segno profondo nell’animo della sua gente e nei suoi luoghi.
Ben lungi dall’essere tabù, l’aldilà nella cultura partenopea sembra fare paradossalmente meno paura, creando un ponte e un senso di intimità tra quelli che “sono ciò che voi sarete” e chi è come loro sono stati.
Per cogliere davvero l’anima di questa città dove i contrasti si fondono in una splendida armonia e umanità non potete non considerare come solo qui troviamo a braccetto il misticismo di santi con il teschio sulla scrivania e il vociare gioioso, i cesti calati dai balconi, gli schiamazzi dei bambini nei cortili e nelle piazzette.
Se questo mood vi piace, vi consiglio una piccola chicca sempre in questo fazzoletto di strade: in via San Biagio dei Librai si trova un grande cortile che ospita la sede dell’Ospedale delle Bambole: dall’’800 fino ai giorni nostri 4 generazioni hanno riparato i sogni in celluloide dei bambini, un laboratorio ma anche un piccolo museo della delicatezza. Al buio della prima sala vedrete proiettato un breve ma evocativo video che ripercorre la storia di questa Bottega Storica (sia in italiano che in inglese su richiesta), nel resto dei locali ammirerete la vera e propria “sala operatoria” dei giochi che, anziché essere buttati via, qui vengono rimessi in sesto e restituiti all’affetto dei piccoli proprietari.


















Non è una bella lezione di recupero e di vera “sostenibilità” affettiva? Io e Costanza -che ha una passione per i bambolotti, vivi o finti che siano!- ci siamo veramente innamorate: 5 euro di biglietto (adorabilmente retrò anch’esso!) ben spesi.
Dopo questa breve visita (sono sufficienti 20 minuti circa) ci siamo diretti verso un’altra meta che desideravo da tanto visitare: se ci avete seguiti nel nostro itinerario portoghese, sapete che ho una grande passione per i chiostri, se maiolicati poi, potrei piazzarci le tende e stabilirmici.
Bene, potevo lasciarmi sfuggire la bellezza mozzafiato del Chiostro del Monastero di Santa Chiara? Certo che no! Anch’esso parte importante di questo fil rouge di morte e vita e dell’incredibile capacità di risorgere dalle proprie ceneri di questa meravigliosa città, Santa Chiara come molti sapete senz’altro, è stata bombardata pesantemente durante la seconda guerra mondiale ma è stata ricostruita e 10 anni dopo riaperta al pubblico.












Purtroppo, il sole sfavillante del mattino si è ritratto in questo punto del nostro viaggio e il cielo si è fatto velato e infine minaccioso, anche se ci ha “graziati” dalla temuta pioggia.
Nonostante le nuvole, passeggiare tra gli aranci facendo il pieno di bellezza e pensando a come gli uomini possano distruggere in un attimo e faticare invece tanto tempo per riparare è un’esperienza che ricorderò sempre con grande emozione.

Qui avrei voluto inserire la visita al Cristo Velato, ovvio e immancabile pitstop per qualsiasi novizio di Napoli ma la fila e la stanchezza dei bambini ci ha fatti desistere (noi adulti lo avevamo già ammirato).
Siamo tornati a Spaccanapoli per rifocillarli con un meritatissimo gelato ed andare a recuperare un souvenir un po’ ingombrante che ci avrebbe decisamente appesantiti nei nostri giri (spoiler: un presepe sotto vetro!).







La giornata volge al termine ma dopo aver visto la Napoli popolare volevo fare un salto ad ammirare almeno un piccolo tocco della Napoli nobiliare, che pure ha le sue bellezze e vanta un patrimonio architettonico notevole (anche qui, se mi conoscete sapete che il tocco liberty è qualcosa a cui non so proprio rinunciare e che riesco sempre a ritagliare nelle città che visito).
Palazzo Mannajuolo è sito nella zona Chiaia, in via Filangieri, proprio tra le boutique delle grandi firme e passando con il taxi per far presto, abbiamo ammirato ovviamente da lontano la Galleria Umberto I e piazza del Plebiscito per poi approdare al nostro Palazzo che custodisce delle scale elicoidali veramente impressionanti per visuale prospettica.

Se amate l’architettura e il design non potete farvele sfuggire, sono visitabili nel pomeriggio dopo le 16 (siamo arrivati del tutto fortuitamente proprio verso le 15.45!) e il custode del palazzo vi farà entrare raccomandandosi discrezione e di non andare su in cima ma fermarvi nell’androne per fare le foto.

Tornati al B&B abbiamo fatto incetta di frittini, pizze e dolci per il ritorno e recuperato la nostra Dacia, davvero a malincuore mentre i bambini giocavano spensierati con i monelli del posto, correndo dietro una palla. Vedere la semplicità dei piccoli che sanno fare subito squadra e amicizia, imparare nomi e sfidarsi ridendo mentre la luce getta i suoi ultimi raggi è stato il modo migliore per salutare Napoli.
Il ritorno è stato ancora più tranquillo dell’andata, il papà si è tenuto su a suon di zuccheri per la guida notturna e decisamente ha funzionato: dopo un babà o una sfogliatella la palpebra non ti cala per almeno 2 ore, garantito!
E il nostro “cocchio”? Cosa abbiamo apprezzato particolarmente della nuova Dacia Jogger 7 posti






Avendo il modello precedente, la Dacia Lodgy, abbiamo apprezzato molto gli spazi ancora più confortevoli:
- Il bagagliaio è più spazioso e studiato per potersi modulare abassando uno o più sedili: perfetto se dovete portare qualche attrezzatura sportiva (o le confezioni di Ikea!).
- In terza fila entrano comodamente due adulti e vi assicuro che con le gambe di Lorenzo già a 12 anni -merito dei geni paterni – è fondamentale per poter affrontare viaggi lunghi senza sentirsi costretti) e ben studiati (tanti i vani “nascosti” per razionalizzare i mille oggetti sempre in giro per forza di cose con 4 pargoli al seguito).
- Le barre sul tetto sono di serie – mentre sulla nostra Lodgy abbiamo provveduto a farle mettere, sono davvero un must have per ampliare lo spazio bagagli in 6.
- A fronte di interni ampi, l’esterno è molto snello: abbiamo parcheggiato senza problemi anche in spazi….seicenteschi come nel palazzo del centro storico di Napoli.
- La guida è agile, si ha la sensazione di un’auto più leggera e scattante e il fatto che sia un’auto davvero smart e iperconnessa è una marcia in più (se i bambini sono stanchi, in auto non sentitevi in colpa a mettere un paio di cartoni di emergenza!).
- Infine, in un momento in cui come questo il problema caro energia è sempre dietro l’angolo, una soluzione ibrida con Gpl o benzina è sicuramente un plus anche per il portafogli.
Che dire, noi siamo abituati ad amare i viaggi on the road ma così vinciamo facile, siamo già pronti a rimetterci sulle 4 ruote!
4 Comments
È una zona che amo moltissimo, dove torno appena posso e soprattutto fuori stagione, quando non ci sono le strade piene di turisti e tutto è più tranquillo. La primavera è la stagione migliore per godersi la Costiera e la sua meravigliosa strada panoramica. Napoli poi, è un regalo di Dio.
Non potevi dirlo meglio, comunque concordo che in stagione non alta è tutto più godibile e vale soprattutto per zone così turistiche
La Napoli e Costiera Amalfitana sono tra i posti in assoluto più belli della nostra penisola: impossibile non innamorarsi! Clima soleggiato, persone accoglienti e sorridenti e ottimo cibo. Non sono mai stata a Procida,invece… ho letto che scrivi che merita almeno un giorno per visitarla: da Napoli è fattibile la visita in giornata?
Assolutamente fattibile, basta partire di buon mattino magari scegliendo una zona strategica per dormire se si è già a Napoli