Come sapete, per noi ogni stagione ha il suo fascino ed è sempre una buona occasione per una fuga in montagna: l’Alto Adige poi è un piccolo paradiso per le famiglie, con la sua offerta così variegata ne ha davvero per tutti i gusti e le età e permette di trascorrere giorni all’insegna della natura, della cultura, delle tradizioni, del benessere e del gusto.
Anzi, vi dirò di più: in Alto Adige esiste proprio quella che chiamano “quinta stagione”: il Törggelen (qui per avere info dettagliate): il termine deriva da “torggl“ (lat. torquere) e significa torchio, la pressa in legno per pigiare l’uva e che va da inizio ottobre a fine novembre. La vendemmia e le castagnate sono l’occasione perfetta per gustare ciò che la terra offre, in un clima di grande convivialità prima che l’inverno arrivi e il mood cambi completamente in favore di ciaspolate e sciate.
La nostra ultima scoperta si chiama Regione Lana: una magnifica distesa verde alle pendici del Monte San Vigilio e a soli 15 minuti da Merano comprendente Lana, il centro principale da cui il nome dell’intero territorio, e alcuni altri piccoli centri limitrofi raggiungibili in pochissimi minuti.

Che cos’ha di particolare Regione Lana?
Il motivo per cui abbiamo scelto Regione Lana e proprio in un periodo autunnale è stato il suo clima, che è definito “alpino-mediterraneo”: Lana, insomma, è un vero e proprio “giardino” montano caratterizzato da temperature più miti che favoriscono così le coltivazioni (i meleti sono una costante del paesaggio e vi diranno subito senza bisogno di troppe ricerche quanto siano radicate le mele nella culturale locale: noi abbiamo visitato anche il graziosissimo museo della frutticoltura che è particolarmente indicato per le famiglie, vi consiglio di non perderlo in zona). le splendide fioriture dei Giardini di Castel Trauttmansdorff, pluripremiate. Non solo: Gargazzone vanta una “piscina naturale” di cui vi ho parlato QUI.
Un altro valido motivo per cui Lana è una meta perfetta per l’autunno è la celebrazione della castagna (quest’anno Le Giornate delle castagne, “Keschtnriggl” sono state dal 16 al 30 ottobre), altro prodotto locale che vanta un vero e proprio percorso tematico meraviglioso a Foiana dove abbiamo anche potuto assaggiare le caldarroste e scoprire tantissime curiosità su questo frutto grazie alle divertenti e suggestive installazioni lungo la via.
A ottobre sono ancora aperti molti masi e malghe anche in quota e posso testimoniare che il clima ci ha lasciati a bocca aperta: nell’ultimo weekend di ottobre siamo finiti a 1800 mt con le maniche corte e una luce incredibile, pur essendo già circondati dai magnifici colori delle foglie già tinte di giallo e rosso.
Insomma, decisamente autunno e primavera in zona sono periodi da sfruttare a pieno regime!
Ma ora passiamo al nostro itinerario per 3 giorni alla scoperta della Regione Lana
Siamo arrivati in serata per essere pronti al mattino con le escursioni: se come noi abitate a Milano e dintorni, Lana è una meta molto abbordabile pur essendo in Alto Adige: con 3 ore scarse (2 ore e 58 precise da casa nostra) di percorso siete lì.
Abbiamo alloggiato a Villa am Gries: appartamenti nuovissimi in pieno centro a Lana davvero super comodo e strategico per esplorare il territorio.





Appena fuori avete un piccolo ma fornito Despar, il panettiere, diversi negozi e servizi ma allo stesso tempo essendo affacciati all’interno di un complesso, non abbiamo sentito rumori fastidiosi la sera, quiete perfetta. Abbiamo ritirato la nostra chiave dalla cassetta con il codice fornitoci dalla proprietaria Franziska e dopo esserci dati una rinfrescata siamo corsi a cena e, se già dalle foto online ci eravamo innamorati, beh dal vivo siamo rimasti davvero senza parole arrivati all’osteria contadina e birrificio Pfefferlechner.












Sembra di essere catapultati in un mondo incantato con l’esterno tra gli alberi e le lucine, con gli animali (i bambini hanno mangiato in un baleno per potersi piazzare davanti ai coniglietti!) e l’atmosfera davvero fiabesca al lume di candela all’interno e il personale in abiti tradizionali: mi è sembrato di essere in una grande casa di una volta con i suoi cuscini e il grande focolare.
La cena è stata altrettanto gradevole: vi consiglio vivamente di ordinare una birra perché sono di produzione propria ma anche tutti i piatti che abbiamo assaggiato meritavano decisamente. Qui il Suser (primo mosto d’uva) proviene dal loro vigneto, le castagne dai contadini locali e lo speck, le salsicce e il cavolo sono forniti da produttori regionali selezionati e, fidatevi, si sente eccome!
Dopo aver finito al meglio la nostra prima serata a Lana, ci siamo diretti a “casa”: abbiamo sistemato i bagagli e ci siamo goduti i super spazi e il comfort del Villa am Gries che hanno fatto scivolare via subito le fatiche di viaggio.
Giorno 1. Giornata sul Monte San Vigilio, Lana
La mattina dopo, ci siamo alzati e diretti subito alla volta del Mein Beck locale: una catena molto accogliente che affianca al servizio bar la panetteria/pasticceria: il posto perfetto per gustare le prelibatezze del posto, con una super scelta. Menzione speciale per torte e pasticcini che sono chiaramente il loro punto forte: in particolare quelli a base di castagne (eh sì, anche qui potete assaporarne i dolci a colazione e merenda) ma anche quella di lampone ci ha fatto leccare i baffi. Siccome brezel e panini Laugen sono imprescindibili quando andiamo in Alto Adige, anche qui abbiamo fatto scorta per la giornata.





La nostra prima giornata a Lana prevede l’escursione sul Monte San Vigilio: questa vetta è servita dalla seconda funivia più antica d’Europa costruita nel 1912 ma non è raggiungibile in auto.
Questa caratteristica fa sì che la natura sia particolarmente incontaminata e si respiri un clima di vera pace, rotto solo dal fruscio delicato della seggiovia che percorre alcuni tratti. Essendo una giornata splendida, calda e piena di sole abbiamo scelto di camminare per goderci la passeggiata, semplicissima e alla portata di grandi e piccini.

Le tappe che abbiamo previsto sono state: la prima alla Malga Gampl, la seconda a soli 10 minuti a piedi, l’iconica e assolutamente imperdibile chiesetta di San Vigilio che domina la vetta e infine il Lago Nero.
Con il passo di chi è bello riposato ed entusiasta abbiamo percorso il sentiero che ci ha condotti dolcemente alla Malga Gampl, vero e proprio paradiso dei bambini (e genitori).
Appena in vista, infatti i bambini hanno scorto in lontananza tende degli indiani e tanti animali: coniglietti, cavalli, l’asinello…sono pronti a fare subito amicizia! Ci sono poi casette sull’albero, sabbiera, trampolino, cavalcabili e mille giochi di tutti i tipi.









Praticamente il pranzo al ristorante (veramente da leccarsi i baffi, menzione speciale per il tris di canederli davvero eccezionale, soprattutto quello alla barbabietola rossa ma anche il goulash e il risotto, uno degli speciali del giorno e per i vari menu kids) è stato un piacevole ma rapido intermezzo per i bambini prima di rituffarsi subito nei giochi. Io ed Emi invece ci siamo rilassati alla grande, ci sono anche amaca e lettini su cui sdraiarsi tenendo sott’occhio tutto ma a zero stress.


A fatica abbiamo convinto le pesti a proseguire: avrebbero passato lì il resto del pomeriggio ma intravedendosi un filo di nuvole abbiamo deciso di rimetterci in marcia per il timore anche di un peggioramento improvviso (spoiler: non è arrivato). Seguendo il sentiero in cui i cavalli passeggiavano liberi siamo giunti in pochi minuti di dolce salita alla splendida chiesetta che, vi confesso, mi ha emozionata non poco.






Posizionata nel punto preciso del confine del vescovado di Trento a 1793 mt di altitudine, questa piccola gemma medievale circondata dagli alberi già tinti dei colori autunnali, è una vista che si fatica a dimenticare: ci ho girato tutto intorno per coglierne ogni visuale e angolazione, ognuna di bellezza diversa ma altrettanto mozzafiato. In questo punto si ammirano le montagne della Val d’Ultimo, il Gruppo di Tessa e le cime dolomitiche.
Curiosità: San Vigilio è chiamata “la chiesetta del beltempo”, perché si diceva che il santo patrono proteggesse la popolazione dalle intemperie, e ancora oggi nel mese di giugno vi si celebra una funzione liturgica per allontanare i tuoni e i fulmini da questi territori.







Passata la chiesa, siamo tornati a scendere in piano e la passeggiata è proseguita senza fatica in mezzo ad uno splendido panorama, tra gli alberi e le radure. In 20 minuti circa si giunge al Laghetto Nero – Schwarze Lacke: non aspettatevi il classico lago alpino, parliamo di un laghetto mini, immerso in un biotopo: vedrete libellule, tritoni e ci sono anche qui gli immancabili giochi e un altro punto ristoro. Personalmente l’abbiamo aggiunto essendo vicino – Greg non cammina ancora tantissimo – e volendo goderci ancora un po’ di tempo immersi nella natura ma ci sono tantissimi altri sentieri, potete sbizzarrirvi a seconda del tempo che avete a disposizione: date un’occhiata qui.





Dal Lago Nero abbiamo imboccato il sentiero a ritroso verso il ritorno. Ottimo poter fare un ulteriore mini pitstop alla Malga Gampl per fare l’immancabile salto al bagno per i più piccini e poi dritti verso la funivia. Il sole del pomeriggio ci ha donato una spettacolare golden hour, salutiamo monte San Vigilio e in pochi minuti di discesa siamo a Lana.







Altri cinque minuti a piedi e siamo già in centro: un mini giretto per negozi (deliziosi) ci conduce all’appartamento dove abbiamo cenato al volo e siamo crollati tutti in un bel sonno ristoratore.
Giorno 2: Il sentiero delle Castagne a Foiana, il Sentiero della Roggia di Brandis, le Terme di Merano
La mattinata parte subito bene con una luce abbagliante, se possibile ancora più bella del giorno precedente. La colazione al Mein Beck ci rifocilla ma siamo impazienti di metterci in marcia per la prossima meta che si trova nel paesino di fianco, Foiana. La strada per raggiungerlo è molto suggestiva, con una splendida vista su meleti e coltivazioni a perdita d’occhio.
Il parcheggio per il sentiero è comodissimo, lo trovate al campo sportivo: da lì in pochi passi si raggiunge un “riccio gigante” che demarca lo start. Pochi passi ancora e siamo immersi nel folto del bosco: più fitto in alcuni punti dove siamo stati letteralmente immersi nel rigoglioso fogliame multicolore, accompagnati dal gorgogliare di un piccolo torrente e stagno, più aperto in altri da cui si possono ammirare i pascoli e la vallata circostante.





















La particolarità di questo bel sentiero è di essere didattico: è composto da diverse stazioni tematiche contenenti giochi e curiosità a tema castagne, rendendo la camminata davvero divertente per grandi e piccini che erano entusiasti di avvistare la prossima tappa e facevano a gara a chi le scovava per primo. Se avete bimbi un po’ pigri o semplicemente non abituati a sentieri più impegnativi, questo è esattamente il tipo di passeggiata che li terrà sempre piacevolmente sull’attenti e deliziati dalle tante attività.
Passato anche qui, il “picco”, si scende con la vista sulla valle, un panorama dolce e pieno di idillio pastorale. Un delizioso profumino ci ha solleticato: ecco le caldarroste preparate per il “Keschtnriggl” , il meritato assaggio ci ha fatti sentire appieno nello spirito autunnale.
E’ quasi ora di pranzo per cui imboccato il ritorno (il percorso è di meno di un’ora in tutto) ci dirigiamo di nuovo verso Lana, stavolta nella piccola e splendida frazione Lana di Sotto impreziosita dalla chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta, uno dei capolavori gotici dell’Alto Adige, famosa per il suo altare di Hans Schnatterpeck, alto 14 metri e largo 7, intagliato in legno di castagno su cui si innalza il trittico più prezioso e più grande dell’intero arco alpino.






La seconda passeggiata della giornata è dedicata ad uno dei “Waalwege” di Lana, ossia uno dei percorsi lungo i vecchi canali di irrigazione che servivano proprio per le coltivazioni: l’intero percorso dei Sentieri d’Acqua Meranesi è lungo 80 km ed è percorribile in 7-8 giorni o scegliendo le singole tappe. Undici sono i sentieri delle rogge nel territorio meranese: la roggia di Lagundo, Caines, Rifiano, Maia, Scena, Brandis a Lana, Cermes, Marlengo, Parcines, Rablà e Naturno. Qui trovate le info complete su tutte le tappe.
Il panorama e la facilità del percorso che dura circa 45 minuti ci ha fatto scegliere il sentiero della Roggia di Brandis che permette di ammirare la suggestiva cascata e la fortezza sull’altura, ora abbandonata ma abitata fino all’800 e ancora molto affascinante. Potete arrivare alla cascata anche con il passeggino: abbiamo incrociato diverse famiglie che portavano come noi agevolmente i bambini in questa modalità.




La vista della cascata in mezzo alla foresta ha davvero fatto restare a bocca aperta la truppa: Lorenzo si è avventurato fino a toccare l’acqua, orgogliosissimo di non essere inciampato nemmeno una volta!





Se avete del tempo extra, potete pranzare al ristorante Waalrast che si trova proprio vicino alla chiesa dell’Assunta e affaccia in un punto molto bello e panoramico.
Noi abbiamo pranzato velocemente al sacco perché non vedevamo l’ora di tuffarci -letteralmente- alle terme di Merano: io ero già stata in questa deliziosa città più volte ma sicuramente se non la conoscete merita un giro, è facile da visitare a piedi per cui è un’ottima meta per variare un po’ rispetto alla parte naturalistica della vacanza.
Dopo le tante camminate noi abbiamo approfittato molto volentieri del clima così mite per andare a trascorrere qualche ora di relax alle terme, godibilissime sia col bel tempo estivo che durante i mesi freddi. Noi pur essendo a fine ottobre in realtà abbiamo potuto fare il bagno persino in una parte di piscine esterne aperte 365 giorni l’anno, fino alle 17.30-18 c’era una temperatura incredibilmente calda.
Durante la stagione invernale, da metà settembre a metà maggio, sono aperte tutte le piscine interne, tra cui una piscina principale, una piscina salina, piscine calde e fredde, due piscine termali, una piscina per bambini e varie vasche idromassaggio.
Merano è a 15 minuti da Lana, per andare alle terme non occorre la cuffia ma vi consiglio di portarvi semplicemente costumi, ciabattine e asciugamani, non serve altro (e se vi dimenticate qualcosa c’è lo shop interno a cui potete sia acquistare che affittare tutto il necessario).
Alle terme c’è la possibilità di fare diversi trattamenti di benessere innovativi (a base di fieno delle montagne, erbe aromatiche, fiori, miele, siero di latte biologico, mele, uva, ginepro, dente di leone, stella alpina… e per i peeling perfino la raffinata sabbia ricavata dal marmo della Val Venosta), per l’aperitivo o il brunch c’è il bistro interno.
Insomma, abbiamo trascorso un fantastico pomeriggio, inutile dirvi che il bagnetto prolungato ha letteralmente steso Greg che all’uscita è crollato e ha dormito beato fino alla mattina dopo, nonostante fosse nel passeggino al ristorante a cena.



Dentro alle terme non si possono scattare foto
Già, per la nostra ultima cena a Lana siamo stati al Forsterbräu, una delle birrerie Forst che avevamo già amato a Trento in occasione della nostra visita al Muse, per cui siamo andati a colpo sicuro. L’atmosfera è sempre quella delle birrerie tipiche di una volta: si mangia davvero benissimo e in abbondanza e ci si sente avvolti dal calore dell’ambiente e del servizio, decisamente il modo migliore per trascorrere l’ultima serata in zona.
Ultime attività a Regione Lana: museo della Frutticoltura e il Mondo delle Orchidee a Gargazzone
La giornata finale a Lana ci ha salutati di nuovo con una luce abbagliante e ha spazzato via il velo di tristezza al pensiero di lasciare le nostre amate montagne.
La prima tappa della mattina era al Mondo delle Orchidee a Gargazzone: avreste mai immaginato che tra le vette delle Alpi si nascondesse una vera e propria oasi tropicale? Ebbene sì, varcata la soglia, si viene subito catapultati in un ambiente luminoso e spazioso dove al desk si riceverà la mappa e dei giochi da completare per ricevere un premio finale all’uscita.


Inutile dirvi che fiori e animali qui sono un’attrazione a dir poco straordinaria perché tutto si può non solo ammirare ma anche annusare, accarezzare: che sia una specie di orchidea coloratissima, una farfalla delle mille varietà che svolazzano libere e si posano volentieri sulle mani dei visitatori (spoiler: io sono stata la loro prediletta 😉 ) oppure -e qui sarà dura convincere i bambini a venir via- uno dei simpatici pappagalli Lori che, alle 11 e alle 15 si fanno dar da mangiare direttamente da grandi e piccini, un’esperienza di rara delicatezza ed emozione.












Superata la voliera e il mondo delle farfalle, la passeggiata attraversa poi un grazioso laghetto con ponticello da cui ammirare le carpe koi (anche loro possono essere nutrite) e le tartarughe. Incontrerete lungo il percorso anche una grande sabbiera dove i bambini saranno impegnati nella caccia a vari tesori, dovranno restare in equilibrio su delle “liane” e indovinare vari aromi senza poter vedere il contenuto dei dispenser.






Tutti i sensi, insomma sono piacevolmente solleticati in questa visita. Per finire potete rilassarvi e mangiare nel bellissimo giardino d’inverno Orchidea o sulla terrazza dove ci sono altri giochi. Noi ci siamo fermati poco perché ci aspettava ancora un’ultima attività prima di salutare Regione Lana.




Essendo il Museo della Frutticoltura chiuso il giorno prima (il sabato, segnatevelo!) abbiamo deciso di tornare apposta e bene abbiamo fatto perché la visita interattiva ha coinvolto moltissimo sia i bambini che noi grandi.
Il museo è allestito nella residenza medioevale “Larchgut” di Lana che offre, con una superficie di quasi 1.000 metri quadri, spazi generosi per un istruttivo e divertente percorso espositivo attraverso questo interessante stralcio di storia altoatesina che è narrato attraverso la sua coltivazione simbolo.






Il museo è gratuito ma vi consiglio di lasciare un’offerta alla cooperativa che lo gestisce perché è tenuto con estrema cura e amore e merita di essere supportato. Alla biglietteria verrà detto ai bambini di scovare le piccole api sparse per tutto il museo e contarle per vincere un piccolo regalo a fine visita: questa prospettiva renderà la visita ancora più divertente e sentita: i piccoli saranno impegnati e i grandi potranno godersi le tantissime curiosità letterarie, storiche, scientifiche di tutte le sale.
Indovinate quali sale hanno fatto perdere la testa alla vostra vintage e book lover?
Pensavamo sarebbe bastata una mezz’oretta per la visita, invece siamo rimasti ipnotizzati da questa piccola meraviglia e abbiamo ritardato la partenza di una mezz’ora extra per goderci tutto, leggere e giocare.


















Venuto il momento di salutare Lana, abbiamo fatto davvero fatica a dirle “arrivederci” e così abbiamo portato con noi una bella scorta di mele e crema di castagne che ci ricordassero i profumi, le atmosfere del posto, portandone un pezzetto nelle nostre colazioni e merende dei prossimi mesi.
Lana non è una meta “famosissima” come quelle più gettonate eppure ha un’offerta per le famiglie veramente difficile da eguagliare e una bellezza diversa da tutte le altre che vi resterà nel cuore e vi farà venire voglia di tornare a scoprire tante altre splendide passeggiate, prelibatezze e piccoli paradisi per grandi e piccini. Grazie Lana e alle prossime avventure!

No Comment