Quello dei nomi è sempre uno dei tarli che arrovellano i genitori nei fatidici nove mesi.
E se mi permettete, è anche la prima di una infinita serie di negoziazioni col papà/nonno Carmine/zia Concetta/vicino rompiballe. Insomma, un assaggio di quello che aspetta al varco le ingenue e impreparate future mamme che si immaginano a passeggiare leggiadre spingendo la carrozzina vintage dell’Inglesina e si ritrovano a urlare come Strigi col compagno che spinge per chiamarlo Venceslao.
Altro che: quella del nome è una questione non seria, di più.
Già i latini (tirarli in ballo rende sempre tutto più autorevole) lo avevano capito molto bene, che nomen omen. E allora, mi chiedo: perché finivano per chiamare i poveri malcapitati come dei file di Excel? Primo, Secondo, Terzo, Quarto e così via? Che ancestrale premonizione sul destino volevano dare ai figli? Ok, la fantasia non era la dote di spicco degli antichi romani, questo è abbastanza evidente da quanto ci hanno lasciato in eredità: diritto, infrastrutture e una lingua meravigliosa quanto netta, che si taglia col coltello (forse è un po’ esagerato, ma basta mettere a confronto con il greco per capire la differenza).
Sarà come sarà: fatto sta che dai nomi che si danno ai bambini, si capiscono molte cose sullo spirito del tempo, sulla cultura (o non cultura), su com’era l’aria allora, insomma.
E se talvolta mi è capitato di commentare insieme a mia sorella archeologa che…oh, tra 300 anni della nostra epoca studieranno, come massima espressione del XXI secolo in Italia, la casa del Grande Fratello, direi che anche le “epigrafi” recanti i nomi della gente morta, ahimè, non faranno certo sghignazzare meno.
Adesso, non dico che tutti debbano chiamarsi Francesco o Giulia, che se fanno l’appello in aula si alzano seicento mani e altrettanti piedi. Non sempre la “diversità” è una tragedia o una stigmatizzazione sociale da buttarsi dalla finestra. Come non sempre tutti i convinti assertori dei nomi classici, scelgono poi robe banali. Magari se ne escono proponendo Agostino o Teofrasto come mio marito.
D’altronde, anche epoche che del decoro si facevano vanto, hanno deliziato noi pronipoti con gente rispondente al melodioso suono di “Libera Idea Socialista” oppure da romanzetto di Liala. Pure allora c’erano poveracce recanti marchi dell’infamia quale Carina, Bambina (qui è diffusissimo tra le novantenni, sapevatelo e sì, lo so che c’entra la devozione al titolo di Maria Bambina, ma non è un’attenuante), Vezzosa o Adeodata. #soncose .
Insomma…questo post è nato dalle chiacchiere con le altre amiche mamme per farsi due risate e magari in mezzo riflettere pure. Ma poco poco, giuro!
Allora, io se siete d’accordo, mi addentrerei nei “filoni” tipici in cui bene o male ci siamo imbattute tutte quando sfogliavamo serafiche il “Grande libro dei Nomi” accarezzando la pancia o già mezze allucinate mentre scrivevamo gli inviti alla festicciola del pargolo e dovevamo per forza di cose metterli proprio nero su bianco, sti benedetti nomi.
Uacciuwari-wari, andiamo a presentare la grande…
Nomi: Hit Parade degli Orrori al tempo di X Factor
IL NOME TRADIZIONALISTA
aka l’onore del Casato
Ahh, il buon vecchio nome della casata…!
Per quanto negli ultimi anni i genitori si siano fatti agguerriti e quindi la percentuale sia calata,Calogero/Quintino/Venanzio/Sigismondo/Gennaro/Carmine/Crocifissa/Incoronata/Petronilla e compagnia bella, resistono stoicamente. Non crediate sia un’usanza solo del sud, quantomeno in senso geografico. Evidentemente è una di quelle “usanze” che sopravvive anche a 4 generazioni a cotoletta o bagna cauda.
Oltre a non considerare minimamente il bambino che si troverà spesso con un nome simil ottocentesco piuttosto difficile da portare con disinvoltura, si scatenano, non di rado, vere e proprie faide familiari, con tanto di ripicche e spargimenti di sangue (figurato e non).
Solitamente li scelgono genitori senza idee molto chiare o per il vivi e lascia vivere, che non vogliono dover imbracciare il mitra per simili quisquilie. Oppure sperano nell’eredità del Calogero fantamilionario. Boh. Tanto come vedrete, anche gli altri hanno poco da fare i superiori.
Personalmente ho avuto un curioso caso al contrario: quando aspettavo Lorenzo, tra i nomi in lizza c’era anche Filippo, che continua a piacermi molto. Bene: mio nonno, saputo che il bisnipote rischiava di chiamarsi come lui, mi ha energicamente dissuasa, dicendo che lo chiamavano Pippo, con tanto di canzoncina stupida “Pippo non lo sa…che quando passa ride tutta la città” (poi dicono del cyber bullismo) e quindi addirittura aveva finito col presentarsi di proposito con nomi inventati. Rendiamoci conto…famiglia degenere!
Il NOME PROGRESSISTA/ESTEROFILO
aka “O famo…strano?”
E qui: si sentono terribilmente alternativi, mentre in sostanza è solo il riflesso del primo, semplicemente in chiave “anti”. Pur di non chiamare il figlio con un normalissimo Giuseppe o Maria, si buttano su nomi delle saghe epiche persiane o di oscuri monaci tibetani. Giusto per ribadire che, loro, sono tutto l’opposto di quei buzzurri provincialotti dei cognati. Loro all’università hanno fatto l’esame di critica letteraria in sanscrito, mica pizzi e fichi. E quindi, via libera a perle come Samir, Afra, Omar, Anais, Soraya, Mikako (…) eTc.
Poi ovviamente ci sono 50 sfumature di anagrafe possibili: ci sono quelli con l’anglomania per cui poco importa se si chiamano Riva o Esposito e il figlioletto si troverà nella condizione di sembrare un gangster siciliano a New York negli anni ’30.
Tipo…”Bryan Riva“. BAM.
Come, non vi piace? Bene, sappiate che ho dovuto piangere lacrime di sangue e dirottare disperatamente su Alessio che non era nella mia lista preferiti, pur di far cadere questa agguerritissima opzione in famiglia. Adesso ditemi se non sono una madre coraggio.
Ah, menzione speciale per quelli che li storpiano pure, sti nomi esotici. Ricordo ancora una vignetta della Smemoranda che si è impressa a caratteri di fuoco nella mia mente, quale monito generazionale: “Maicol: che bambino, che nome, che fulgido avvenire!”
Effettivamente un Maicol di fulgido avvenire lo abbiamo tra noi:
IL NOME DA TELENOVELAS
aka Personaggio Famoso Random
Sigh, un tempo questo filone era rappresentato dai fotoromanzi delle servette. Prima ancora, dai romanzi veri. Era considerato già con un certo (non proprio deprecabile) sospetto, allora, far battezzare una cristiana Pamela, Ines o Rosalba. Adesso si è digi-evoluto, con diverse interessanti (ornitologicamente parlando) ramificazioni.
In principio fu Rossella (O’Hara docet), poi un fracco di Romina (Power) e già eravamo passati da cinema a televisione. Si è proseguito con altri camei indimenticabili da telenovelas, di solito nord o sudamericane come Brooke, Sue Ellen, Natalia (Estrada), Celeste e Veronica o Kevin (come biasimare il fascino del mitico “Si t’uscisse fori un maschio….”?) nei ’90s.
Anche lo sport ha regalato una chicca anagrafica con Diego Armando in onore di Maradona in zona Vesuvio.
Adesso si tende ad essere un filo più moderati. Ma non vi illudete: io continuo ad imbattermi eccome in questo fantasmagorico trend: Aurora, Morgan, Eros, Michelle e affini secondo voi da cosa vengono?!
Il Nome EPICO/MITOLOGICO
aka Epic Fail, al massimo.
I padri sono dei grandi fan del genere: quando aspettavo Lorenzo mi è stato suggerito a più riprese, da maschi esaltatissimi, di appioppargli un magnifico nome di battaglia: Spartaco, Cesare, Achille (tutto a mille), Ettore, Paride, Attila e via combattendo. Trattasi di quei simpatici zuzzurelloni che vogliono solo “uomini veri” e all’ottavo mese già prenotano palestra e militare per il batuffolo ignaro. Forse non capiscono che un conto sono i giochi di strategia al pc, un conto è augurarsi di avere una guerra punica in casa. Perché se i latini hanno ragione e nomen omen….che dire, aspettiamo con ansia Vlad l’Impalatore (ah no ce l’ho già io in casa, snap).
La controparte femminile di solito è rappresentata da quelle fissate con teatro e letteratura antica e quindi sentono risuonare nel loro poetico animo nomi quali Olimpia, Selene, Eris, Aglaie, Talia, Calliope. Anche qui, che dire? Basta che non si arrivi a Priapo o Clitennestra e poi, contente voi contenti tutti. Siete consapevoli del fatto che…beh, la mitologia greca non è tutto sto diversa dalle telenovelas di cui sopra? Tra Brooke ed Edipo che si sposa la madre…direi che anche allora si difendevano bene con gossip e inciuci vari.
Il NOME SCRITTURISTICO
aka Back to Catacomba con furore o Born to be Abramo (cit. Elio)
Io, qui ho una mia teoria. Secondo me questo trend è nato con i movimenti simil pentecostali post sessantottini, i cui adepti passano ogni ora del giorno e della notte a studiare con bramosia la Parola di Dio. In pratica i Ned Flanders de noantri. L’hanno menata talmente tanto che alla fine sono diventati nomi tutto sommato accettabili socialmente (e alcuni, intendiamoci, non sono nemmeno così pessimi. Alcuni.). Dato che non di sola teologia e schitarrazzate vivono le parrocchie, nel mentre, qualche attività meno spirituale è intercorsa e sono nati tanti piccoli Elia, Noè, Amos (non Athos dei moschettieri, fate attenzione alle gaffe), Domitilla, Miriàm (pure qui, i più puristi si inalberano su accenti e s finali). Speriamo solo che questa moda non prenda piede anche in campo anticristiano -che ha file alquanto nutrite, peraltro- altrimenti tocca prepararsi psicologicamente a salutare per strada dei mini Celso, Nerone, Diocleziano, Decio e magari pure Saulo. Ciaone proprio eh.
Il NOME CARTONE ANIMATO
aka “Amore, lasciamo scegliere alla sorella?”
Noi della mejo gioventù mica eravamo così suonate da chiamare delle creature innocenti Mila, Mimì, Sheila o Candy. Invece sono pronta a scommettere che ci ritroveremo diverse Peppa Masha e Sam (sperando non faccia pure Pompiere di cognome).
Tutta colpa dei genitori lassisti/preda della sindrome da senso di colpa verso il maggiore. In pratica, di fatto, gli consentono di vendicare la primogenitura profanata, affibbiando un nome caricaturale al secondo. Meno male che all’epoca mia ero la prima e soprattutto non erano in uso queste pratiche barbarico-moderne. Pensa che bello andare a scuola mano nella mano con Remì, Jeeg e Daitarn o magari Bia, Ransie e Clarabella. Non oso immaginare nella fase pre adolescenziale…Fantaghirò?!
IL NOME O CAMPAGNOLA BELLAAA
aka “potremmo non solo non toccarle, ma nemmeno chiamarle, con un fiore?!”
Io ho l’animo bucolico, lo sapete. Mi piace la botanica e mi piace un sacco tutta quella roba fricchettona da Casa nella Prateria o Anna dai capelli rossi. Quindi vi capisco, credetemi. Capisco quell’irrefrenabile accostamento di rosei batuffolini (e pure rugosi cespettini di cavolo, per molti neonati) al magico mondo dell’ortofrutta. Ma ammetto che tutta sta infiorata di Genzano di Viola, Mariarosa -che peraltro mi ricorda la fidanzata cessa di Pozzetto, Gelsomini e Margherite ad un certo punto mi fa venire la reazione allergica da surplus di polline. Carini eh, ma regolatevi.
Mica che le vostre figliUole vi diventino stronzette così:
Insomma, questi sono solo gli esempi più immediati, ma c’è tutto un mondo, là fuori: parliamone. E voi come avete scelto il nome dei vostri bambini? Io faccio parte della categoria “retrò ma non troppo” ! Di nomi astrusi in famiglia, bastava il mio!
In compenso, diciamo che pronunciare in successione Lorenzo-Costanza fa un po’ effetto cacofonico tipo Cip e Ciop. E un collega di mio marito, particolarmente spiritoso ha chiesto “e il terzo niente zeta?” Forse forse Alessio si è scampato Oronzo 😛
20 Comments
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? Se il tono è polemico mi pare scontato ribadire che è un post ironico, nato per sorridere su una questione “esasperandone” i contorni. un po’ come si fa con le caricature in ambito grafico 😉 non ci sono “giudizi” sulla bellezza o meno di alcun nome.
Al di la delle Quattro risate che mi sono fatta leggendo questo post, davvero divertente, credo che il peggio siano i nomi anglosassoni italianizzati:
Oltre al Maicol che hai citato tu, mi sono imbattuta in:
Daiana, raian, braian, desi….
No, vabbè…
Volete male ai vostri figli…
Io ho scelto due nomi corti, banali, normalissimi: Andrea e Luca…
Ma a me piacciono e siccome sono corti è difficile storpiarli!
Hanno già provato con un inascoltabile “andre”, ma il mio sguardo che uccide ha colpito subito!
io ridevo da sola nello scriverlo Silvia! 😀 è nato da un post in un gruppo facebook…mi hanno detto “ma trasformalo in articolo” e non me lo sono fatta ripetere, meritava assai, come topic!! Ma Andre pare lo spasimante di Lady Oscar! 😛 P.s. specie per i maschi, anche io sono per i classiconi all the way!!
Io penso che i peggiori sono e restano i nomi stranieri, detto questo io ho scelto il nome di mia figlia dal libro preferito di quand’ero piccola. È il nome di una bimba stronzetta ma quando lo vidi per la prima volta mi rimase impresso e ho avuto la fortuna che a mio marito è piaciuto subito! Ah il nome è Sveva.
Sveva Lopez del Rio mitica pitzorno!! Anche io sono una super fan
Esatto proprio lei!!! Infatti mia figlia volevo chiamarla Bianca come lei ma purtroppo mio marito di cognome fa Sala…. Quindi mi è stato vietato
Bianca è stupendo, io non l’ho dato perché noi siamo bianchissimi di pelle e non volevo la prendessero in giro però resta uno dei miei nomi femminili preferiti ❤
Complimenti! Sei sulla mia top of the post della settimana!
http://scintilledigioia.blogspot.it/2016/02/top-of-post-02022016.html
Wow ma grazie!!
che ridere….. per lavoro mi sono imbattuta in tanti di quei nomi, magari non tanto strani in sè , ma nell’abbinata con il cognome che poi a mio figlio ho dato un nome classico. la conditio da parte di marito era che si prestasse ad un bel soprannome. i bambini storpiano tutti e lui per anni è stato chiamato con il soprannom,e del cognome, che detestava. per la bimba abbiamo lasciato carta bianca al fratello. e ci è andata bene
Anche tuo marito ha avuto il problema di mio nonno, insomma!
Una tizia che conosco ha chiamato il figlio roy che si, con il cognome alla itaiana fa proprio gangsta siciliano a new york. noi viviamo tra francia e inghilterra, il marito è ungherese per cui nomi italiani non li abbiamo nemmeno tenuti in considerazione… si chiamano noah, anais, ines e victor 😀 l’ultimo maschietto il marito voleva chiamarlo (seriamente) attila., nome comunissimo in ungheria, grazie al cielo siamo riusciti a trovare un compromesso 😀
No vabbe Attila in Italia era una condanna a morte! Sei anche tu una socia onoraria del club madri coraggio
Fantastica!
Io appartengo al gruppo delle madri snaturate che ha dato un nome particolare!
Mio figlio si chiama Dimitri, tutti pensano sia di origine russo ma in realtà è greco. Scelto perché amo i nomi particolari, tanto con il cognome di mio marito qualsiasi nome sarebbe risultato strano : fa Fausto di cognome!
Azz effettivamente con un cognome che può essere un “aggettivo” meglio un nome particolare alla fine (è comunque Dimitri non mi pare tra i più strambi, lo metterei tra i moderati )
Leggo solo adesso a distanza di un anno questo post, nel pieno periodo di scelta dei nomi.
Ora, ammettendo che i nomi inglesi abbinati a cognomi italiani (in Italia) li trovo ridicoli, in pratica dal tuo articolo si evince che qualsiasi nome alla fine non andrebbe bene. I Giulia, Sofia, Francesco, Matteo, Luca andrebbero a intasare di omonimie i registri degli asili, (Lorenzo in ogni caso è tra i primi 5 nomi dati in Italia), mentre quelli più vintage, che secondo me sono da apprezzare per aumentare un po’ l’eterogeneità della distribuzione dei nomi, vengono da te bistrattati e tacciati di “voglio fare l’alternativo a tutti i costi”. Chi ti ha letto e non sapeva che pesci pigliare adesso è più confuso di prima!
Ludo, questo post è nato con intenti naturalmente ironici, non voleva certo “guidare” nella scelta! E’ da leggere con leggerezza, per riderci su 🙂 Figurati che a me prendevano in giro i compagni perché mi chiamo Sabina, un nome tutto sommato non poi così strano! La morale, se proprio vuoi è che ci sarà sempre un motivo per ridere di un nome, quindi scegli serenamente senza pensare a cosa “va bene” per gli altri. A me i nomi vintage per dire, anche se ci rido nel post, piacciono molto 😉
Io e mia moglie abbiamo chiamato le nostre figli Vittoria ed Emanuela. Due nomi che ci piacevano ed erano, per noi, ricchi di significati. Purtroppo, vivendo a Torino, c’é sempre chi ci ricama sopra chiedendoci se siamo nostalgici monarchici (Vittorio Emanuele …). Cosa a cui mai avevamo pensato, peraltro.
che nomi bellissimi! Ma sai che nemmeno ci avevo fatto caso al “riferimento”? Solo perché lo hai specificato tu 😀 e sì sono una laureata in Scienze Storiche!