Io non sono mai stata un tipo tranquillo per quanto riguarda il guardaroba.
Fin dalle medie, ho avuto le mie fasi in cui sperimentavo determinati stili, come tutte le ragazzine che si costruiscono la propria identità (detta così pare il periodo blu di Picasso, e in effetti i risultati erano un tantinello astrusi).
In prima superiore mi comprai un paio di dr. martens giallo fluo e uno rosa fragola, quando tutte le mie compagne portavano quelle nere/bordeaux/bianche a dir tanto. Oltre a non temere i colori (ehm un po’ troppo) audaci, ho passato i miei periodi hippie, “vagamente Avril Lavigne”, fino a quello simil fighetta quando ho iniziato a lavorare in una catena di abbigliamento per teen ager a modino. Insomma, l’ispirazione del momento influenzava fortemente il mio modo di vestire e cambiava molto rapidamente, anche di colpo, se mi stufavo.
Anche da mamma più-che-trentenne ho mantenuto una vena sperimentale: mi piace giocare con i vestiti, quasi quanto mi piaceva vestire le bamboline di carta a quattro anni. E’ una piacevole frivolezza che mi rende la quotidianità più lieve e mi piace pensare di fare qualcosa per me stessa, essendo il 90% del tempo dedicato agli altri.
Detto questo: negli anni ho imparato quanto sia importante, per scongiurare l’effetto too much, smorzare i capi più vistosi e trendy, con dei basici classici, semplici e senza tempo. Possibilmente di buona fattura, così da durare nel guardaroba. Non devono ammuffirci, attenzione (andrebbero comunque rivisti e svecchiati ogni tanto) ma servire come uno squisito pan di spagna per una farcitura, quella sì, creativa e colorata.
Da quando ho adottato questa filosofia, trovo che il mio stile sia più armonioso e sofisticato. Un buon dolcevita grigio a costine o un maglioncino blu di cachemire girocollo come questo che mi ha regalato Mc Kenzy sono diventati la tavolozza su cui dispiegare la fantasia, ma senza mai strafare!
2 Comments
Bel post. Mi hai fatto ricordare i miei momenti bui quando sperimentavo le mode del momento 😀
adoro il pantalone!
dadieb. ~
dadiebradshaw.altervista.org
Eh infatti i pantaloni ampi e le sneakers sono un tribito alla nostra pieschellitudine