Non aspettatevi foto compromettenti, non sono un’americana che si fa i selfie mentre spinge tipo 24 h in sala parto.
Avete cliccato su questo articolo dopo che siete incappate in racconti di parto splatter delle vostre amiche (?) o peggio ancora nel fantomatico: “il dolore del parto? E’ paragonabile a 20 ossa che si rompono contemporaneamente” che ha indiscutibilmente reso il nostro nono mese ancora più dolce (come se non bastasse il tramutarsi nella versione pallidina del Gabibbo). Perché, oh, se potevamo ignorare le amiche stronze, se lo dice la Scienza….
Bene, io riprendo, invece, il tema del parto (e lo farò ancora) perché mi dà la possibilità di fare un confronto essendo, i miei tre, diversissimi tra di loro. E se ve lo dico io che ne ho tre…i dolori del parto sono sopportabili.
Domanda preliminare: Come si riconoscono i dolori del parto?
Boh, lo saprete. Io li ho riconosciuti, nonostante fossero non completamente regolari. Sicuramente non è vero che sono tipo i dolori del ciclo. A meno che voi ogni mese non siate immobilizzate a letto piegate in due. In fase prodromica possono ricordarli, se avete un travaglio “di reni”, ma la portata è ben diversa. Se partorite “di stomaco”, vi dicono pure che sono tipo i calcoli renali. Non so, secondo me i dolori del parto non assomigliano proprio a niente.
Il primo parto: un cesareo programmato per presentazione podalica con sorpresa (ruppi le acque due notti prima del termine ma non partendo subito le contrazioni, mi operarono la mattina successiva), fu, nonostante tutto il più doloroso per me. Avevo fatto di tutto per evitarlo: moxa, ginnastica e rimedi stregoneschi.
Niente da fare: secondo le ostetriche, il mio bacino così stretto non aveva permesso neppure alla manovra di rivolgimento manuale di funzionare. Dopo aver tentato il tentabile, mi ero comunque rassegnata: non era il parto dei miei sogni, ma capivo che non era un cesareo superfluo per lo sfizio di un medico. Nonostante questo, psicologicamente nessun termine lo descrive meglio che “subire” un cesareo.
Mettiamoci anche che ero terrorizzata dall’anestesia visti i miei trascorsi con l’appendicite in peritonite che mi aveva lasciato un bruttissimo ricordo. Non ho sentito dolore da travaglio ma ho tremato come una foglia prima, durante e dopo. I tremori post parto sono stati fortissimi, tanto che non sono riuscita ad attaccare subito il piccolino al seno).
Mentre usciva non sentivo dolore, ma ho avvertito che era fuori e, pur rimbambita dai medicinali ho avuto un sussulto di terrore per qualche istante perché non lo sentivo piangere. Un momento terribile, che è impresso nella mia memoria. Lorenzo venne dato in braccio al papà anziché appoggiato sul mio petto. Fui riportata in camera in barella, frastornata e inebetita, mentre la mia compagna di stanza, cesareizzata come me, era più vispa.
La prima notte fu orribile: i dolori dei morsi uterini violentissimi non mi davano tregua e senza antidolorifico non avrei potuto sopportarli. Sì, sembra incredibile ma non ho fatto l’epidurale nei due travagli successivi, eppure non reggevo quel dolore post operatorio senza un aiuto medico. Questo la dice lunga su come la percezione del dolore sia legata anche all’aspetto psicologico, al come lo si vive.
Il dolore di quella notte mi pareva “inutile” e pensavo solo a scacciarlo. Il dolore delle contrazioni “giuste” no, l’ho quasi accolto col tappeto rosso a confronto. Il dolore, nel mio primo cesareo ha segnato molto anche l’allattamento: a causa anche del mancato attacco precoce, avviarlo fu un calvario e stentò per tutti i mesi che riuscii a portarlo avanti (6). Prima le ragadi, poi il dolore psicologico di non nutrire a sufficienza e “come si deve” il mio bimbo. Razionalmente so che è una stupidata, eppure credo che il tarlo del “non sei stata buona a partorire e nemmeno ad allattare” sfiori qualsiasi primipara che si scontri con queste esperienze poco piacevoli (e se no, hanno la mia ammirazione).
Tutto diverso, il dolore del secondo “giro”. Ruppi le acque come la volta precedente e mi fiondai in ospedale. Come allora, anche lì non partì subito il travaglio. Iniziai a dilatarmi ma con contrazioni irregolari e ancora poco efficaci, per cui 24 ore dopo venni indotta col gel. dopo un’oretta di contrazioni senza alcun tipo di fastidio, eccole, a bomba proprio. Meno di due ore di dolore insopportabile in cui ho chiesto nell’ordine: epidurale, cesareo, droghe di qualunque tipo. Adesso non prendetemi per frignona, ma c’è stato un momento, a un certo punto, verso i 7 cm (noto che è il punto di “svolta” di tutti i miei travagli) in cui ho pensato “non ce la faccio, sarà stato inutile, morirò oppure al meglio mi rifaranno il cesareo, cornuta e mazziata”.
Per fortuna l’ostetrica era un angelo e mi ha sostenuta con grande dedizione e io ho ripreso coraggio, non so neanch’io come. Dopo pochissimo ho sentito la piccola spingere. Lei era pronta all’uscita da secoli e sembrava impazientissima. L’ostetrica era uscita un nano secondo a prendere uno sgabello e io ho urlato “posso….POSSO???” lei è corsa, ha controllato e mi ha dato l’ok, in 3 spinte è nata la mia topina. Puff, dolore sparito (era già molto ridotto arrivate alla fase espulsiva, sentivo solo bruciore ma ero un leone!). Per me cesareizzata alzarmi sulle mie gambe, godermi la pupa, saltellare per il reparto è sembrato un miracolo, eppure…la natura! A parte un po’ di coccige lussato, qualche punto che onestamente non mi ha dato particolari problemi, il post parto è stato tutto in discesa rispetto alla volta precedente. Mi ero battuta per un parto naturale, sia per me stessa, sia per poter essere in forze per accudire due bimbi, non potevo permettermi di riposarmi di più come quando ne avevo “solo” uno a cui badare e posso dire che sono stata ripagata da questa scelta.
Avevo provato, inoltre il dolore “misterioso” del parto e scoperto che, pur essendo davvero fortissimo, è un dolore “buono”. Non so spiegarlo bene, ma è come se la mente riconoscesse che è un dolore finalizzato a qualcosa di straordinario, alla vita e non alla morte. Siamo abituati a pensare al dolore come qualcosa da allontanare il prima e più possibile, a considerarlo come un campanello di allarme che genera ansia. Ecco, invece il dolore del parto per quanto così intenso, è un dolore diverso da qualsiasi altro. Io continuo ad aver paura del dentista, per dire. Non sono un’eroina o una masochista. Ho ancora un lieve tremore se mi prelevano il sangue. Eppure…eppure il dolore del travaglio è unico, quando ci penso ho la sensazione che sia successo a qualcun altro, come se venisse da un abisso insondabile.
Leggendo qua e là [Tweet “mi ero convinta che forse il dolore così forte fosse dovuto alla fantomatica induzione”]: tutte quelle che sentivo, mi confermavano che l’induzione è uno degli spauracchi di molte proprio perché farebbe “soffrire di più”. Sarà, ero persino curiosa di scoprirlo al terzo termine. Beh, balle. Ho sofferto come e più dell’induzione nel mio unico travaglio spontaneo. La sola differenza è che le contrazioni, con l’induzione, essendo “artificiali” assumono un andamento che può essere un po’ strano: insorgere subito oppure subire un’impennata improvvisa dopo la calma piatta.
Ad ogni modo, io tendo a sopportare “bene” il dolore intenso ma veloce, mentre mi lamento e mi abbatto facilmente con le situazioni più “diluite”. Infatti di un altro bimbo, mi spaventa MOLTO più la gravidanza e i successivi primi mesi -nonostante le mie siano state normalissime, niente problemi seri o comunque da monitorare tipo distacchi, problemi placentari ecc- che non il parto.
Per voi è lo stesso oppure sono io che ho uno spirito kamikaze/splatter? E avete notato differenze sostanziali tra induzione e travaglio spontaneo? In ogni caso, non date retta ai racconti horror e rilassatevi. Volete sapere come affrontare i dolori del parto? Ve lo dico io (ok, non sono un’amica -ma nemmeno stronza- e tantomeno Piero Angela).
Fidatevi: al diavolo l’olio di ricino, le scale e anche i compitini con il marito. L’unico modo per assicurarvi un parto senza traumi è cazzeggiare e rilassarvi più possibile (anche perché alla fine, se siete la suddetta versione del Gabibbo, spararvi video scemi su Youtube sarà più o meno la sola attività che potrete svolgere senza farvi venire il fiatone o la pubalgia).
12 Comments
Io, per entrambi i parti, dopo 10 ore di contrazioni “naturali” ma insufficienti, ho ricevuto quello che le ostetriche chiamano “aiutino”: una funesta dose di ossitocina. Se le contrazioni naturali erano dolorose ma gestibili con la respirazione yoga, quelle indotte dall’ossitocina mi hanno letteralmente aggredita. Ho pianto.
Eppure sarei pronta a ripetere l’esperienza.
‘Notte e al prossimo racconto.
Ketty
anche per me vale la tua chiusa 😉
ehm… allora prima di tutto mi fai morire e mi spaventi quasi: mi sembra che siamo proprio uguale io e te…. Io sono quella che tutt’ora piange come una bambina quando deve fare i prelievi…elemosinando “l’ago per i bambini)…. E tieni conto che invece non ho battuto ciglia durante la puntura dell’epidurale1!!!
Inoltre… a tutte le neo mame in attesa che mi fanno domande sul dolore del parto sono solita rispondere: “guarda…. partorirei ora due gemelli di 4 chili senza epidurale piuttosto che dover andare dal dentista… FAI UN PO’ TE!”
In ogni caso io, è vero, non ho ancora elementi di comparazione ma il mio primo parto è stato indotto. Non ho sofferto il martirio. Anzì. Rifarei tutto ugualissimo senza cambiare manco una virgola. Secondo me è un dolore stranissimo, ma sopportabilissimo. Le contrazioni partono veloci sì…. ma vabbè a me non ha dato più fastidio di così….
Non parliamo di dentista che io gli unici problemi ai denti mi sono venuti alla 38esima settimana con Lorenzo (cioè una settimana prima di partorire) e a inizio nono mese con Ale. Mi si sono rotti i due denti del giudizio, un inferno…e continuavo a rimandare pur di non andare, dimmi te come sono messa! Comunque a leggere le esperienze mi confermo che sì, il dolore è proprio soggettivo e con una parte di componente “di testa” (mi riferisco a quello fisiologico, non alle complicazioni ovviamente)
Io non ho avuto l’intuizione ma le contrazioni doppie , che a sentir le ostetriche sono comuni nel parto indotto..ma rarissime nel naturale.
Con le contrazioni doppie il problema è che non hai una pausa tra una contrazione e l’altra e ti stanchi molto prima… se poi metti che ho spinto per 2 ore e mezza prima che con la kristeller ( aveva tre giri di cordone intorno al collo con relativo nodo nero ed era messo storto)mi aiutassero sono arrivata alle ultime spinte completamente “spompata”… però essendo ancora al prima non posso fare confronti … 🙂
Povera, 2 ore e mezza di spinte… 🙁 per me è peggio quello, quasi, che le contrazioni senza pause!
Il mio primo parto è stato naturale.
Rottura delle acque alte, in anticipo di tre settimane. Alle 23 hanno mandato mio marito a casa perché non avevo contrazioni, con l’intento di indurmi il parto il mattino dopo.
In realtà un’ora dopo il travaglio è iniziato ed io ero sola, in corridoio a camminare. Quando mi hanno portata in sala travaglio eravamo io e l’ostetrica, che non credeva avessi le contrazioni. In realtà ero già a 4 cm, ma Marito l’ho potuto chiamare solo verso le 5 di mattina, tra una contrazione e l’altra.
Ciò che mi ha aiutata tanto, nella mia solitudine, era ripetermi che, se ce la fanno le balene e le elefantesse, se le donne partoriscono dalla notte dei tempi, ce la potevo fare pure io.
Marito è arrivato e io mi sentivo meno sola e più forte. Il momento più bello ė stato quando, dopo il cambio delle ostetriche, quella che mi ha assistita, molto dolce, mi ha detto che si vedeva la testina e potevo toccarla. L’ho fatto. Che emozione! Mi ha aiutata a superare la fine del parto.
Ce la fanno tutte, ce l’ho fatta pure io, senza epidurale.
Micronano nascerà ai primi di luglio, sono cambiate tante cose. Ora ci sono il gas e l’epidurale, l’ospedale ha attivato i protocolli per essere definito ospedale amico del bambino.
Chissà come andrà.
Mi ripeterò il mio mantra: ce la fanno le elefantesse e le balene, dalla notte dei tempi le donne partoriscono. Ce la posso fare pure io.
E speriamo vada tutto bene!
Complimenti, che bel post. Ha riportato a galla emozioni di quella notte e mi da forza per ciò che verrà. Ti farò sapere come andrà la seconda esperienza! :*
Gli ultimi momenti quando capisci che sta per nascere sono veramente una sensazione incredibile, non ci sono le parole adatte per descriverle 🙂 grazie di avermi raccontato il tuo parto, queste condivisioni sono preziose e fanno bene a chi le scrive e chi le legge. Allora mi raccomando, attendo la seconda bella notizia e ti faccio un grande in bocca al lupo!!
[…] travaglio in vasca ma il destino ha deciso diversamente tutte le volte (se volete saperne di più, ne ho parlato qui), a ribadire, se necessario, che il parto non lo possiamo controllare o irrigimentare in schemini o […]
Mi sono venuta a leggere anche questo.. Quanto sento parlare di parto mi si toccano delle corde sensibili. Anche io ho “subito” un cesareo: acque rotte al termine, tampone positivo, induzione con ossitona in vena perché ero “già” di 2cm e la ginecologa di turno disse che il gel non mi avrebbe fatto niente. Ho passato una giornata intera con le contrazioni indotte, davvero forti, senza dilatarmi neanche di un cm. Nel tardo pomeriggio mi hanno fatto il cesareo e io, piangente, ho accettato (ma se mi avessero chiesto di tirarmi di sotto dalla finestra penso avrei accettato lo stesso). Ho avuto la fortuna di avere un cesareo e un post patrum da manuale: sarà stata tutta l’ossitocina che avevo in corpo, nn so, ma io non ricordo nessun dolore nella notte, né nei giorni successivi. La mattina dopo mi sono alzata e mi sono andata ad allattare sulle mie gambe Leo in pediatria dove lo avevano portato per qualche ora (anche Leo è stato dato subito in braccio al papà per il contatto pelle a pelle, ma appena ricucita subito a me e si è attaccato subito bene).. Insomma tutto da manuale se non il mio umore riguardo al cesareo: ho sofferto tanto e mi sono sentita “perdente”..non ce l’avevo fatta. E so che mi sono bloccata di testa nel momento in cui mi hanno detto la parola ossitocina.. sapevo che le contrazioni sarebbero state cadenzate e violente e mi sono bloccata..ne sono quasi sicura. C’ho sofferto per mesi ma finalmente me ne sono fatta una ragione.
Ogni volta che sento racconti come il tuo di donne coraggiose cesareizzate che poi hanno potuto fare un parto naturale, mi si illuminano gli occhi però! So che ci vorranno tutte le condizioni favorevoli, ma se in futuro mi ritroverò in questa situazione, ho molto più chiaro quello che voglio e lotterò per averlo. Tu, voi, date speranza! 🙂 A te: bravissima!
Ilaria intanto grazie di aver condiviso la tua esperienza con me, quando scrivo gli articoli su questi argomenti, penso sempre a tutte le mamme che hanno subito, in generale a prescindere dal cesareo, una violenza o un abuso in un momento così delicato come il parto. Credo sia uno dei momenti in cui siamo più forti ma anche più vulnerabili insieme, e per un “professionista” come un medico o un’ostetrica è fin troppo facile approfittarne in quei frangenti. Anche io al primo parto naturale sono arrivata in un momento (nonostante la convinzione) in cui avrei sicuramente ceduto a qualsiasi droga/intervento…ho avuto solo la fortuna di avere ad assistermi uno staff in gamba e rispettoso, cosa che manca ancora a tante donne. Speriamo che le cose cambino! Un bacio grande e un in bocca al lupo per le speranze e…per la lotta, di qualsiasi cosa hai bisogno, fai un fischio ^_^
[…] che il nocciolo del problema non consiste unicamente nel temere il dolore fisico (ne ho parlato qui), è qualcosa di molto più complesso che in gran parte risiede nella dinamica dell’evento […]