Peppa Pig, quarta serie, episodio 10. L’ho visto tipo un fantastiliardo di volte, ma dico, vogliamo commentarlo insieme?! Diseducativo a dir poco: che robaccia facciamo vedere ai nostri poveri pargoli? Altro che la Sirenetta con Sebastian e i messaggi subliminali della Disney.
[Disclaimer: per scrivere questo post non sono stati seviziati maiali, conigli o alcuna altra specie animale. Oddio, ho spiaccicato una zanzara e ho imprecato contro un moscone, a dire il vero. Tradotto: è un post demenziale, prima che qualcuna mi prenda sul serio]
Cominciamo molto male: arrivano a giocare da Peppa Rebecca e Richard coniglio. All’annuncio della gravidanza di Mamma Coniglio la simpaticissima maialina subito esclama: “ooohh ha mangiato troppo?” Ecco, nemmeno le beghine di paese sono così infami. La cosa peggiore poi è che la gravida conferma immediatamente tutti i cliché idioti sulla gravidanza: reclama a gran voce cibi assurdi ingozzandosi come un maiale di patate con gelatina, formaggio e marmellata di fragole (ma non era un Coniglio? I conigli al massimo fanno indigestione di carote…no? Niente, l’hanno stufata, dice). Non parliamo, poi, di come prosegue il copione.
Papà Coniglio, sulla falsariga di Papà Pig fa la figura del mono-neurone: prima scambia l’inizio del travaglio con la cattiva digestione, e poi appena realizza, corre in ospedale, alla faccia di aspettare un’ora di contrazioni regolari. La moglie gli chiede se abbia preparato la valigia, ma questa è proprio da comiche: alzi la mano la puerpera in ascolto che si è fatta fare la valigia dal marito. A parte che il feroce ormone killer che scatena l’istinto del nido me l’avrebbe impedito a priori, ma poi la media maschile fa fatica a prepararsi un borsone da palestra, figuriamoci il trolley della gestante. Comunque dalla risposta (scontatissima) che prevede “cuscini, candele profumate, musica yoga e cibo per tre giorni”, deduco che non abbia partecipato alla lezione con i mariti del corso pre parto (o se c’era, mentalmente giocava a tetris con stetoscopio e fascette per monitoraggi), che non abbia la benché minima sensibilità ostetrica (nonostante, da bravo coniglio, non sia certo più al primo figlio ma al terzo), alla faccia di Verena Schmid, yoga e respirazioni. Forse pensava di stare tranquillo perché in ospedale aveva la quinta colonna, dato che ci lavora la cognata (bieco raccomandato, non è che la sceneggiatura è italiana anziché made in UK?!). Invece mi sa tanto che a giudicare da come li accoglie la tizia in camicie bianco e cappellino con la croce, forse era meglio se si studiava qualche pippone sul parto in casa e assisteva lui, la moglie a domicilio.
Infatti sta qua è la sorella e manco si ricordava che la povera consanguinea fosse in attesa. Posso scusarla solo con un’ipotesi azzardata ma suggestiva: dato che nel cartone, questa qui la vediamo impiegata in duecento mansioni diverse, evidentemente son tutte coniglie gemelle di una figliata degna della fama della loro specie. Vuoi metterti a ricordare, con tutte le sorelle che hai, ogni dettaglio della vita privata di ciascuna? Com’è come non è, la stordita introduce la poveretta in sala parto, mentre il marito viene spedito saggiamente a parcheggiare ma -come ti sbagli- si perde l’evento clou (oh, al terzo parto è così, i tempi sono 1/3 del primo, lo sa anche un pivello). Veniamo poi a sapere che i due neo genitori ignoravano il sesso dei bebè (ok, qui forse sono in trend, so che è l’ultima frontiera delle mode per puerpere), che…sorpresa delle sorprese sono ben due, ecco spiegato l’appetito maxi della mamma, alla faccia delle battutine. La chicca finale imperdibile è che dopo il parto lampo, ai due coniglietti neonati vengono affibbiati i nomi scelti dagli amichetti della sorella maggiore. Ma secondo voi è una pratica normale? E infatti avevano rischiato di chiamarsi: la femmina Rut(h) (che ci volete fare, è un po’ il leit motiv del cartone), Roxenne (questo piacerebbe a tutte le tamarre esterofile che da bambine sculettavano sulle note di “il mio nome è Jem, sono una cantanteee”) o COTRONILLA (che viene bocciato per le potenziali prese in giro, ah perché gli altri so’ bbelli. Vabbè comunque qui i bambini sono più lungimiranti degli adulti, nota in calce). Non che al maschio fosse destinato qualcosa di migliore. No perché in Peppalandia, mica sono normali…roba che qui per i maschietti, i guizzi fatinosi concessi in caso di fiocco rosa, sono saggiamente banditi, col risultato che girano una roba tipo 4-5 nomi in croce ormai inflazionatissimi tipo Lorenzo, Gabriele, Mattia, Edoardo, Riccardo, Alessandro. Stop. A me guardavano già strano per Alessio a momenti. Macché: i nomi papabili nel mitico cartoon sono Rufus, Raimond o Sigismiglio. Il dettaglio sadico è che l’insana idea di far scegliere gli adorabili frugoletti non è nemmeno stata “cedo alle loro puerili istanze” ma incentivata dalla stessa pazza furiosa.
Poi non me ne dite se sono del partito di Masha e Orso, neh.
7 Comments
Secondo me è sfuggito un episodio ben più diseducativo, che nella traduzione dall’inglese all’italiano è stato “aggiustato”, parlo di quelli in cui Peppa viene in vacanza in Italia; consiglio la lettura di questo http://www.melty.it/peppa-pig-razzista-l-accusa-di-striscia-la-notizia-a119941.html e questo http://www.lanostratv.it/2014/01/peppa-pig-striscia-la-notizia-mostra-come-vista-litalia-dal-cartone-britannico/
Quanto ai nomi, nella serie, iniziano tutti, con l’eccezione di George e dei cugini di Peppa, con l’iniziale della specie in inglese, quindi per i conigli “rabbit” per forza le bimbe dovevano iniziare con la “R”
Ma Peppa ormai è superata… ora stravince Masha e Orso che pare piaccia di più ai genitori che ai bambini 😉
Troppi ce ne sono, di episodi “sospetti” questo è più disinformativo diciamo Masha è troppo spassosa ma educativa direi nemmeno lei
Per quanto trovi che la Peppa non sia proprio educativa, trovo che qualche episodio sia geniale.
Masha e orso mi piace, ma le puntate sono sempre quelle, tanto che il mio bimbo non la vuole più guardare…
Credo abbia più serie rispetto a Masha! Comunque era un post per riderci su, non è che kenshiro o Georgie fossero roba per timide educande
non sono un’amante della peppa, ma questo post fa sbellicare che quasi mi vado a vedere la puntata!! :-))
ahaahahah bella analisi. Da noi Peppa non è mai entrata in casa… la terremo ancora fuori! 🙂
Applausi!!!! 😉