No, non voglio invitarvi a cospargervi di profumini mentre lanciate grida da dannati nel nono girone dantesco, prima che inizino le spinte. Non sono fricchettona e ingenua fino a questo punto. E se è vero che non ha senso spaventare le future mamme coi racconti splatter, è anche ridicolo illuderle che tutto vada più o meno “come un forte dolore da ciclo”. (…). Ma incominciamo dal principio.
Non so voi ma per me l’autunno (ebbene sì, persino più della “classica” primavera con le fioriture) è la stagione dell’olfatto per eccellenza. Il mio, da sempre, sa di legna bruciata, di pioggia tra le felci del bosco, di caldarroste e di tè bollente arancia e cannella. Di vento pungente e di essenze rilassanti, che invitano al tepore di casa e (se solo potessi, ma sono mamma!) al bivacco sotto il piumone. In generale, ad un misto di dolce-aspro. E in effetti, ho avuto i miei due parti spontanei in autunno inoltrato (rispettivamente 6 e 17 novembre).
Io amo molto gli oli essenziali: vi dico solo che gli ultimi giorni prima del travaglio di Alessio invece di voglie alimentari avevo un desiderio irrefrenabile di annusare l’olio di pompelmo. Ammetto di aver pensato, in prima istanza di essermi bruciata gli ultimi neuroni sull’altare del nono mese. E invece poi ho fatto la sorprendente scoperta che, nell’aromaterapia, gli oli più indicati per lenire i fastidi da fase prodromica del travaglio sono esattamente: lavanda, arancio/pompelmo (gli agrumi in generale avrebbero un effetto energizzante) o incenso. Forse forse più che matta ho un istinto un po’ particolare per certe cose! Non a caso, la mia fase prodromica è stata particolarmente lunga, evidentemente il pompelmo poteva aiutare le contrazioni ad essere più efficaci, più che la lavanda che, al contrario, serve più per sciogliere le tensioni che tendono a far irrigidire troppo la gestante in quei momenti così tesi.
Una delle ostetriche del mio corso preparto con Costanza, ci aveva accennato la questione, ma senza addentrarsi troppo nei dettagli. L’ospedale di Monza, dove ho partorito, collabora spesso con un centro di Oxford che fa un largo uso di questi coadiuvanti, insieme al massaggio, per lenire i dolori, specie nel parto in acqua. Mi sarebbe piaciuto, in effetti, il travaglio in vasca ma il destino ha deciso diversamente tutte le volte (se volete saperne di più, ne ho parlato qui), a ribadire, se necessario, che il parto non lo possiamo controllare o irrigimentare in schemini o sogni preconfezionati, nemmeno i più idilliaci. Ovviamente, siamo sincere: in pieno travaglio attivo oli massaggini, cantilene tribali e imprecazioni servono a poco. Lì giusto forse il gas esilarante di 24 ore in sala parto che le fa arrivare al “oooh vedo la testa” in modalità rimbambimento felice che manco gli hippie a Woodstock. Però, fintanto che si sta nella fase latente, non è così campato in aria aggrapparsi a questi piccoli espedienti per rendere il crescendo meno traumatico. Personalmente funzionano anche nella fase premestruale in cui l’umore segue più o meno l’andamento in crescendo di una sbronza dopo la finale Galles-Inghilterra.
Immagine da Brucofalla
Inoltre come tutti gli oli essenziali, sono così multiuso che averne in casa qualcuno è un ottimo investimento: mischiati a quelli vegetali (io amo molto l’olio di jojoba che è delicatissimo e non irrancidisce per secoli, l’olio di argan purissimo del marocco, specie per i capelli e dopo uno scrub, ricco ma non pesante e quello di cocco che però uso solo col caldo altrimenti mi rompo troppo a scaldarlo a bagnomaria, dato che solidifica col freddo). Un trucchetto per capire se un olio è davvero “buono”, se potete, è proprio “sniffarlo”: ad esempio questo di argan che mi hanno regalato di recente è diversissimo da altri che avevo comprato. Sa proprio di “olio”, un aroma simile a quello d’oliva da uso alimentare, in pratica. Idem le essenze: diffidate fortemente se sono troppo vaghe e rarefatte. Devono essere intense, se sono davvero concentrate.
i miei preferiti: bastano questi 5 per farsi tutta la gravidanza.
Quello di lavanda poi, trovo sia in assoluto il più versatile: versarne due goccine sul cuscino favorisce il sonno sia nostro che dei piccoli. Con Ale ci vuole un esorcista, ma magari i vostri sono meno turbolenti…con me ad esempio funziona veramente molto bene, mi rilassa subito. In pratica, a me la Camilia con lui non ha fatto niente e ho buttato i soldi. Mentre qui, al peggio si può reinventare per di tutto e di più evitando sprechi fastidiosi.
Se vi interessa l’argomento, ho già parlato più volte dell’olio di lavanda: io lo uso abitualmente sia nel mio beauty, sia -MAI puro sulla pelle- per i rossori de bimbi.
Anche voi avete una fragranza che associate all’autunno? Curiosa, io!
6 Comments
Sai che non ero a conoscenza del “potere” di questi oli in gravidanza? E anche io sono un’annotatrice incallita! Mi hai dato lo spunto per informarmi di più..grazie! (che bella questa nuova veste del Blog! Complimenti!)
ciao Ilaria grazie mille dell’apprezzamento ^_^ anche se ancora il lavoro non è finito e per una super imbranata come me è un’impresa erculea 😀 ma lo faccio volentieri, il blog è un po’ il mio quarto figlio, virtuale ma impegnativo….quasi quanto Ale 😀 ma che è un piacere coltivare e far crescere 😉 gli oli naturali vanno bene sempre, ma secondo me in gravidanza a maggior ragione è meglio evitare cose chimiche o comunque con molti ingredienti, meglio essere il più possibile “minimal” 😉
Cmq avevo scritto ANNUSATRICE INCALLITA! Argh! ahaha
ahahah non parliamo di t9 e robe simili che io potrei scrivere un libro XD
Ok allora è arrivato il momento di innaffiare il cuscino di lavanda….chissà che magari riesca a dormire… 😉
Vai di spruzzino!!