Avrete notato che sono meno attiva ultimamente: per me una settimana senza scrivere è un’immensità!
Magari non ci avete fatto tutto questo caso, ma mi pareva carino aggiornarvi su cosa mi distoglie da questi lidi, e sì: non è solo la solita influenza di compleanno, ormai tradizione più solida del cenone natalizio.
In pratica, è successa questa cosa qua: a gennaio ho scoperto (non senza una notevole dose di incredulità) di aver vinto la selezione di Piano C per il progetto C to Work, a cui mi ero candidata poco prima di Natale. Non avrei mai pensato di essere chiamata, ma io sono una che ha imparato a buttarsi, dopo anni in cui avevo paura della mia ombra e dalla mia esperienza, un pizzico di audacia ripaga (quasi) sempre.
Sicuramente in questo caso: dopo un colloquio vis a vis, sono entrata nella rosa finale delle “mitiche 10” che animeranno la terza edizione, ognuna con le sue storie, le speranze e talenti. Se vi interessa capire meglio di cosa si tratta vi lascio qualche link:
il saluto ufficiale di Riccarda alle partecipanti e il rimando ai 10 profili delle vincitrici
Un articolo che parla del progetto
Siamo state quasi subito divise in due gruppi: uno si occuperà delle nuove frontiere dell’educazione online (gruppo FRED), l’altro di cui faccio parte io, di una partnership con una multinazionale che ci ha affidato un progetto di implementazione del piano di talent acquisition e rebranding.
Per me che vengo da tanti anni in cui siamo solo io, il mio pc e le pestine in giro per casa è stato un bel cambiamento. Sono e saranno tre mesi molto intensi ma carichi di tutte le mie energie migliori.
Questo blog è stato il primo segnale per me di un tornare a valorizzare me stessa, dopo il tempo speso per gli altri: per quanto spenderlo per i propri figli sia sicuramente lo scopo migliore possibile, avvertivo il bisogno di tornare in contatto con la Sabina persona, oltre che mamma.
Essere mamma, però, mi ha resa quella persona che sono oggi: senza questa (tris) esperienza travolgente non assomiglierei a quello che sono diventata negli ultimi anni e di cui posso finalmente dire di andare -un po’- fiera.
Quindi ho cercato accuratamente una realtà che valorizzasse al 100% questa consapevolezza, che è andata crescendo in me, lentamente ma senza sosta, nell’ultimo anno e mezzo: la maternità, vissuta profondamente, dà una chiave di lettura della realtà straordinaria.
Non è un “buco nero” su un curriculum vitae, ma un vero “master“, come infatti dimostra la fondatrice di Piano C, Riccarda Zezza.
La sua teoria sulla leadership generativa mi ha affascinata, come se avesse dato una voce più compiuta a qualcosa di latente ma chiaro che sentivo da tanto. Non a caso avevo scritto, proprio poco prima di imbattermi in queste idee, un articolo che sembra averne preso spunto, incredibilmente.
Ed eccomi a bordo, a sostenere in prima linea che le mamme non devono cadere nel tranello, purtroppo molto vivo, di sentirsi qualcosa “di meno”, di sentirsi in colpa, come se avessero fatto un torto alla società nel mettere al mondo delle vite. Ok, gli sbalzi ormonali dei nove mesi possono generare mostri, ma poi tutto torna normale eh. E sappiamo tornare a svolgere le nostre mansioni come e meglio di prima. Che sia badare alla casa o legiferare in parlamento. Perché questo, dell'”alto tradimento” è il clima che ci attornia, troppo spesso.
Allora, credo sia molto importante rimettersi in discussione, sempre.
Non dirò che “basta crederci”. Non amo i guru stile pom pom girl americane per cui “il sogno è tutto”. Crederci è il primo passo, sicuramente. Ma poi bisogna seminare con generosità la nuova “noi”, curare questa piantina, innaffiarla quotidianamente, sentire nella pelle la smania di vederla alta e forte. Solo queste radici forti danno alla natura la capacità di resiste a qualsiasi crisi o tempesta.
E non era esattamente quello che dicevo nell’aprire questo blog?
Chi meglio di una madre che ha partorito conosce questo paradigma? Qualcosa che si spezza, che arriva a lambire quella linea invisibile tra vita e morte, per poi improvvisamente tornare alla luce, a ricomporsi in una nuova immagine, più bella infinitamente di prima.
Auguro a tutte le mamme di trovare sul loro cammino una Piano C: che sia nei propri cari, in un datore di lavoro illuminato…l’importante è che avvertano non solo il “peso” sociale dell’essere madri, ma anche l’orgoglio di aver compiuto un’impresa che incide positivamente, non solo sulla propria famiglia, ma anche su sé stesse e sulla realtà intorno a noi.
7 Comments
Complimenti! Immagino la soddisfazione…
Tanta, ma soprattutto entusiasmo
Complimenti Sabina, meritatissimo! Scrivendo ti realizzo che a me sembra di conoscerti, perché il tuo blog mi ha tenuto compagnia soprattutto nei primi mesi da mamma, mentre tu non mi conosci perché ti ho scritto una volta sola…. beh sappi che abito di fronte a piano c !! Di certo non ne avrai il tempo, ma se vuoi prendere un caffè fammi sapere. Hai tutta la mia ammirazione di mamma attempata di figlia unica.
Claudia incredibile! dai, prima che passino i 3 mesi ce lo dobbiamo proprio prendere questo caffè!!
Bravissima Sabrina!! in bocca al lupo per I tuoi progetti future!
Grazie cara Silvia!!
[…] questi giorni, come vi ho già detto la settimana scorsa, sono particolarmente […]