Vi ho già dichiarato il mio amore appassionato al tema del team #calzamutanda. Non ho più l’età/fisico e quant’altro ma la verità è che scosciarmi a me proprio non mi garba. Scrivo questo post che fuori fanno qualcosa come +45° con un umidità del 180% che fanno percepire un forno crematorio da 50 gradi. Sto cucinando solo caprese e affettato con la frutta, mi rassegno solo al brodino per Alessio, prova provata di imperitura devozione materna.
Col caldo, mi rendo conto, la tentazione di girare in bikini è forte, ma voi, vi prego, NON FATELO perché, almeno qui a Milano e dintorni, una buona parte delle ragazzine (ma, ahimè, non solo), sembra aver preso questo provvedimento sul serio. Qui non parlo di istigazione allo stupro, mi è bastato leggere le polemiche e i botta e risposta sui social, non ce la posso fare ad accalorarmi ulteriormente su argomenti scottanti come questi. Qui non parlo di pudore virgineo o mammesco che sia (anche se, lo ammetto, ho un debole per il vintage, ivi comprese le virtù cestinate dalle nuove generazioni). No, qui parlo proprio del buon gusto, insomma rompo le palle in stile Carlà, per intenderci. Non riesco a concepire diverse cose, con queste temperature, tra cui:
- I capelli sciolti, specie se sono chiome da far invidia a Lady Lovely Locks. Non so voi, io c’ho provato domenica MATTINA alle 10 a lasciarli liberi e svolazzanti. Avevo asciugato i capelli solo con l’asciugamano e pertanto mi erano venute -miracolo- delle vaghe beachy waves che pareva avessi usato il mitico spray Bumble & Bumble. Pertanto, tronfia come un tacchino ripieno sulla tavola del Giorno del Ringraziamento, mi sono preparata per uscire. Risultato: dopo un’ora sembravo una povera pazza (sembravo? Ah-ah).
- Gli shorts sfrangiati con mezza chiappa di fuori. No, non ci provate ad alzare il dito in difesa della liberta d’espressione. Io dall’invasione dei #culinudi (altro che quelli dei teneri neonati via sms della mamma di Chiara in “Quello che le mamme non dicono”) non ho possibilità di difendermi, sono spettatrice inerme a dover fare la fila al supermercato con tutta sta roba (a volte pure cellulitosa) all’aria. Evidentemente sono veramente old inside ma non capisco come un denim, pure spesso come tessuto, possa rinfrescare il lato B più di una tunica di lino fricchettona. Diciamo che è un misto di esibizionismo/conformismo, a volte paesanotto. Suvvia….non mi dite che è per l’afa.
- Gli stivali e i tacchi/platform/zeppone di legno che pesano 2 quintali l’una. Non so voi ma io se ho i piedi sofferenti, rischio seriamente lo svenimento, dev’esserci un qualche sensore che rimanda all’estremità opposta, perché la testa mi gira seduta stante. Sarà che vivo tra una stan smith e un gladiator rasoterra ma vedere ste orde di donne con zatteroni mi fa mancare proprio la terra sotto i (miei) piedi (ma pure i loro, secondo me). Ah, coi 45° attuali no, niente Stan Smith nemmeno, ho capitolato alle simil Birkenstock radical chic.
- I tessuti tipo 100% elastane/acrilico che fanno sudare pure chi li guarda. Ecco, personalmente credo che combattere il caldo inizi dai tessuti. La roba plasticosa passi in inverno, ma con le temperature africane, niet. Meglio due pieghe in più su un tessuto più grezzo ma traspirante. Ci sono passata eh, perché mi rendo conto che la blusina irresistibile di Zara ci frega un po’ tutte (e vuoi mettere che non va stirata? Un plus da urlo) ma cerco di riservarle a quando la calura si fa meno insopportabile, ecco. E se mi ostino a metterla e poi grondo bellapemmè.
- I chili di cerone fino al collo. Giustifico solo se si è invase da un’acne deturpante e si ha vergogna di girare a viso nudo. Ma adesso esistono fondotinta minerali veramente performanti che almeno non fanno colare tipo statua di cera (anzi a volte sono pure curativi, mi dicono), migliori amici da tenere sempre nel beauty: perché il bubbone malefico da ciclo è in agguato un po’ per tutte e luglio non fa eccezione.
Ecco, che vi devo dire, io quando fa caldo penso ad un maxi dress impalpabile, di un tessuto decente, a colori luminosi. Adesso poi mi è proprio presa la scimmia delle lunghezze castissime su abiti e tute, sarà per reazione al punto due. Quasi quasi fondo un nuovo club, branca estiva del Calzamutanda, Palandrane a me. Oh, anche i migliori locali in estate si trasferiscono dalla città a Ibiza/Mykonos/Gallipoli (e chi non può, emigra a FregGene o O.C. -non Orange County, Ostia Centro).
Nella mia wishlist attuale, lunghezze da monaca di clausura (e che cavolo, loro almeno stanno al fresco davvero tutto il tempo 😛 )
Cos
Voi in estate apprezzate le lunghezze maxi o siete più minimal?
8 Comments
ahahahah!
io non ce la farei a fare nulla di ciò che hai elencato, cominciando dai capelli sciolti che proprio non riesco più a portare (e pensa che fino a 6 anni fa avevo capelli lunghi fino alla vita), non solo in estate ma anche in inverno (qui per comodità li lego quasi sempre)…
Gli shorts srangiati forse li avevo messo una ventina di anni fa, forse più e non credo proprio che mai più li rimetterò, nemmeno avessi raggiunto il fisico come quello di Belen. Anche l’età conta.
Invece porto – ormai da un paio d’anni SOLO questi bellissimi vestiti maxi – un po’ per coprire ciò che va coperto quando hai “un paio” di chili in più, e poi perché mi strapiacciono e mi donano di più:-))
:-)))
Buone vacanze!
A chi lo dici, io fino al liceo pure li portavo quasi alla vita!! E ammetto che tuttora quando devo tagliarli una parte di me muore
ti seguo su tutto tranne che sulle scarpe…le birkenstock sono tra le scarpe più orrende in assoluto !…ma magari a te stanno bene anche quelle…sigh!!!
A me piacciono ma abbinate bene e possibilmente con piedi belli e curati (non i miei )
Ti stimo perché nonostante i 3 cuccioli non lasci andare l’attenzione alla moda e al bel vestire.
Io ormai ho fatto una serie di abbinamenti pantalone (o gonna) e maglietta che prendo anche a occhi chiusi dall’armadio. I vestiti li guardo ma non li compro perché mi sembra un’inutile spero di energie da parte mia.
Ma lo so che sono io che sono pigra, eh.
Ma sai, credo che ognuna di noi abbia i suoi “pallini” però che sia cosa buona e giusta mantenere viva la parte di noi “a prescindere” dai figli. Quello che ci fa staccare la mente. Può essere un buon libro, la fotografia, la musica e mille altre cose perché siamo tutte diverse. Fatto sta che è ossigeno che mantiene la “me” donna e mi fa sentire bene ☺
Ahahah hai ragione Sabrina! E pensare che quando ero “gggiovane” nonostante il caldo non rinunciavo a jeans lunghi e doctor Martens…..e ovviamente ero così sprovveduta che non sapevo la differenza tra jeans leggeri e pesanti 😉
Ahah Anto, dico solo: io c’ero!!