Requiem for a dream, è una generazione di balletti alla D’Avena quella che oggi ha perso in UK, accoppata da Brexit.
Stamattina la surreale esperienza di sentir parlare gli italiani del tabacchino e del baretto di sterlina, Cameron, passaporti ed effetto domino. Insomma, un a parentesi refreshing (si fa per dire) tra gli argomentoni di calcio (ah no, la prima preoccupazione che ho sentito in metro era “e mo? Fanno uscire gli inglesi pure dalla competizione?” ) e prova costume.
Insomma, sia quel che sia, la mia impressione è che gli inglesi non si siano mai sentiti veramente fino in fondo “parte di”, ma “altro da”. E mi pare abbastanza prevedibile che un segnale così forte venga da lì. D’altronde, ho come la vaga sensazione che la Queen verde evidenziatore lo avesse previsto.
Insomma, sia quel che sia: enjoy the vintage everybody, questo è il passato:
1 Comment
È davvero una brutta situazione… Io sono qui a Londra e ho visto gente scioccata e in lacrime, gente che comincia a dire agli italiani che lavorano qui che ora saranno cacciati ( chissà se Salvini sa che sono gli europei quelli odiati dalla gente che ha votato leave ) persone che ti chiedono scusa per questa Londra nazionalista che nessuno si aspettava.
Io posso solo dire che mi sento fortemente europea e che voglio che mia figlia viva in una realtà in cui i paesi siano amici tra loro, in cui ci si senta parte di questa Europa nata dopo che il nazionalismo ha sterminato un popolo e ha portato alla guerra mondiale e che anche con tutte le sue pecche, è il nostro più grande traguardo.
Penso che sia la nostra generazione a dover portare avanti questo messaggio!