Sei a un quarto di anno, bimbo invernale. Come tutti i nati nei mesi freddi, sei costretto a contenere il tuo naturale slancio verso le scoperte e le avventure, limitandolo alle varie case che ti ospitano (i centri commerciali, per quanto possibile, cerco di risparmiarteli). Non hai paura di niente, nemmeno dei malanni che hanno decimato in questi ultimi due mesi un po’ tutta la famiglia, del maltempo e della neve che hai conosciuto così presto in queste ore. Tu no: a parte un po’ di nasino chiuso e di tosse che va e viene, hai tenuto botta. Secondo me anche l’influenza nel vedere la tua immensa vitalità s’è presa paura. Se ancora hai le tue crisi serali di isteria da lotta contro il sonno, hai iniziato anche a fare sempre più grandi sorrisi che allargano il cuore.
A “chiamare” i tuoi fratellini con il tocco o con i versetti (e se non ti danno retta…fai tremare le pareti per farti notare!) e a interessarti ai loro giochi. Due sere fa mentre ti procacciavi il latte serale Costanza si è chiusa la manina nella porta e ha urlato di dolore. Tu ti sei staccato spalancando gli occhi e ti sei girato verso il corridoio da cui veniva quel suono di pericolo. L’hai ascoltata mentre piangeva e ho letto del vero e proprio sgomento nel tuo sguardo, non più perso nel vuoto ma pervaso di preoccupazione. Ti ho rassicurato ma tu non ti sei tranquillizzato finché non hai visto la tua amata sorellina tornare in sala senza conseguenze tragiche. Solo allora ti sei rilassato e hai ripreso a “cenare”. Se solo avessi potuto camminare o almeno gattonare, sono certa che saresti partito immediatamente in suo soccorso, come un vero cavaliere.
Come tutti i bimbi invernali ami doppiamente le braccia. Sì, è vero che è una prerogativa decisamente diffusa tra i tuoi coetanei, ma il tepore che sprigiona la ciccia di mammà è doppiamente appetibile quando la temperatura scende sotto zero. In mancanza d’altro, è accettabile anche accoccolarsi contro la schiena dei due teppisti, non facciamo gli schizzinosi. Un altro progresso che appartiene a questo mese è lo sviluppo del “senso di gratitudine”. Sì beh, non ha le sfaccettature complesse di un adulto, ma come lo chiami quel sorriso, quelle carezze e gorgheggi che dispensi al mio indirizzo quando sei sazio? Sembri un uccellino appena imbeccato che si struscia contro le piume di mamma pennuta. Le prove generali per la maratona di New York del mese scorso, fervono senza posa: hai deciso che è giunto il momento delle flessioni, per cui il lettino della pediatra stesso, lo hai scambiato per un tappetino da sport e hai sfoggiato tutto giulivo cotanti addominali. Al prossimo bilancio fossi nella dottoressa, mi terrei ben stretto lo stetoscopio. In attesa della prossima puntata delle monellerie, Mr. Puzzetta più veloce della Brianza, manda un bacio sbavicchioso a tutti i suoi fan!
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