Argomento controverso, quello sulla vita “pre” e “post” che, da sempre, ma specie negli ultimi anni, divide (forse impera più che altro…) e infiamma discussioni.
Personalmente a questa domanda non do una risposta univoca ma è un tema che mi interessa molto, come confronto con le altre famiglie.
Non mi ritrovo negli stili genitoriali estremi: non mi rivedo nella “mamma in carriera” che fa un solo figlio e quindi è relativamente “facile” ritornare, specie dopo i primi tempi, alle abitudini di sempre, non parliamo poi se il pargolo magari è anche tranquillo e gestibile.
Ma non mi rivedo nemmeno nella mamma che si annulla e si immola al focolare domestico, eliminando gli spazi privati. Anzi, questo blog è proprio uno degli angolini solo miei che mi sono ritagliata, ma non il solo.
Forse è uno dei motivi per cui sento spesso di non avere trovato la collocazione definitiva nel “mondo delle mamme” e come Silvana, non sopporto l’assolutizzazione dei suddetti modi di essere madre (o padre).
Ecco: in questo caso mi sento di dire che, se è vero che è possibile mantenere una dimensione di coppia, personale e quant’altro, è pur vero che bisogna considerare molti fattori e spesso si tende ad essere superficiali e semplicistici nell’ergersi a consiglieri dello stile di vita altrui.
Ma insomma, avere figli, questo stile di vita lo pregiudica o no?
Non è possibile rispondere senza considerare alcune premesse fondamentali.
- Non venitemi a dire che avere un figlio equivalga ad averne due o più. Un figlio ti cambia senz’altro la vita, ma come dicevo su, dopo i primi tempi, a meno di avere un tipo come Ale, pian pianino si riesce a ristabilire un certo equilibrio. Con due si vacilla, specie se si è mamme che lavorano. Ma forse ancora un minimo spaziettino si riesce a ricavare. Con 3+ devi essere Wonder woman: solo passarti la crema idratante dopo la doccia ti emoziona manco fossi in una Spa di lusso con sventolatori di palme. E quando sento qualche mamma vip pontificare che “dobbiamo restare donne” sottintendendo “che schifo quelle poveracce che la sera arrivano spettinate, stravolte e non in sottoveste di raso col pizzo che aspettano il marito, si meritano le corna”…beh, mi viene l’orticaria.
- Dipende molto da che stile di vita si aveva PRIMA e dalle aspettative. Non posso pensare che una coppia abituata ad una intensa vita mondana subisca un contraccolpo identico a quello di quelle che il massimo della botta di vita è Netflix e pizza sul divano (tipo noi). E’ abbastanza evidente che i primi faranno molta più fatica ad incastrare il pupo nei ritmi da vida loca, non prendiamoci in giro. Nel secondo caso si patirà un po’ il doversi sobbarcare ovetto-navicella-cassapanca dei giochi solo per andare a comprare il latte, ma tutto sommato lo stile di vita generale sarà meno scombussolato.
- I bambini NON sono tutti uguali. E no, non dipende dalla storia che “sente il tuo nervosismo”. Oddio, alcuni bambini effettivamente hanno un fiuto da animale selvatico e lo stress lo codificano come “sangue” e azzannano alla giugulare. Ma secondo questa teoria Lorenzo doveva essere una specie di Jack lo Squartatore e Alessio un serafino di bontà. Ergo: se generate il tipo angelico alla Tracy Hogg, quello dopo potrebbe nascere Vlad l’Impalatore. In barba allo yoga che farete in gravidanza, alla meditazione e a quanto siete zen. E’ una roulette russa, non dipende (solo) da come siete voi. Chiaro, anche l’angelico, se piomba in un manicomio inizia a dare segni di cedimento, ma non è vero il contrario, ahimè. Insomma, risparmiate i sorrisetti/commenti/sguardi di compatimento alla povera genitrice con prole urlante all’Esselunga. Non c’è Montessori che tenga, se vi va di sfiga e ha un caratteraccio: garantito da mamma tris.
- I bambini (come gli adulti) hanno momenti sì e momenti no. E non sono prevedibili o tanto meno programmabili. Se poi volete affidarvi ad una qualche legge delle probabilità, al 99% il giorno no del pupo coinciderà con un giorno in cui dovete fare qualcosa di importantissimo e fondamentale per la vostra esistenza (tipo colloquio di lavoro per un posto super) oppure con l’unica serata moglie-marito a lume di candela che vi concedete una volta l’anno.
- A volte aver figli rende automaticamente degli appestati presso gli amici single. Per fortuna quelli veri cercano di mettersi nei panni dei neo genitori, ma quando erano più che altro compagni di bisboccia, appena subodorano un test positivo si volatilizzano manco dovessero passare l’assegno di mantenimento. E’ vero anche che alcuni genitori, un po’ troppo calati nel nuovo ruolo, si barricano in casa tendendo ad escludere il resto del mondo. In generale, una fase di “distacco” e le incomprensioni iniziali sono fisiologiche. Un must che tutti noi, prima o poi ci siamo trovati a sperimentare. La maternità è una sorta di fattore di selezione naturale, un po’ come quando ti fidanzi col più figo della scuola. Solo le vere amiche non rosicano (o cercano di fregartelo).
Insomma, tirando le somme, per me la risposta è:
i bambini sono piccoli esseri umani: non è giusto ragionare come fossero dei pacchetti da trascinare in giro costringendoli a tempi e situazioni che reggono a fatica, meritano rispetto.
Dall’altro, permettere ai figli di fagocitare tutto di noi, di come eravamo “prima” è un -altrettanto- gravissimo errore. Non solo per noi che a un certo punto tocca scegliere tra il tramutarsi in un’ameba pallosissima che disquisisce unicamente di colore della cacca nei pannolini e di ricette invoglianti per far mangiare le verdure (mm ora che ci penso, le cose sono subliminalmente correlate), e lo sclerare completamente, andare in tilt.
L’errore è anche verso i nostri figli che non trovano nella madre/padre una figura interessante a cui rapportarsi, avvertono quel “niente da trasmetter loro”. Inizieranno a trattarci con sufficienza e sarà più dura, specie durante l’adolescenza, ottenere la loro fiducia, senza che ci rispettino (l’ideale sarebbe un pizzico di ammirazione). Almeno, questo è quello che ho visto accadere in molti casi.
Non trattarli da pacchi è rispetto per loro, non annullarsi è rispetto verso noi stessi.
Quindi, anche se con tre figli piccoli è dura, molto, sono tra quelle che fanno i salti mortali per mantenere viva quella fiammella della Sabina senza pensieri e in modalità “il mondo è mio” (se dicevo Mille e una Notte chissà che vita sociale scoppiettante vi immaginavate!!). Ma cerco di accettare i momenti no in cui passa in secondo, anzi decimo piano.
A volte si riduce ad un impercettibile lumicino (tipo in questi giorni di latitanza, come avrete notato, in cui tra virus e sfighe varie sono ko), altre volte dà qualche audace fiammata. L’importante è che lei sia lì. Non importa come o quanto, io so che sotto le sveglie notturne (non da pampero ma da pamper’s, come direbbe Chiara), sotto i weekendini rimandati e il libro che anziché essere divorato in poche ore, giace settimane sul comodino, lei c’è e ogni tanto batte un colpo.
Il segreto è non avere la pretesa del tutto e subito.
Bisogna accontentarsi, godendosi le piccole conquiste e traguardi e avere un grande spirito di adattamento, che poi sono le due doti fondamentali con i bambini. Anziché uscire alle undici di sera, si esce alle sette e si torna alle nove. Oppure l’aperitivo non si può fare in quel posto in cui se entri con una peste, ti guardano malissimo? Amen, per fortuna esistono alternative kids friendly sempre meno tristanzuole.
E soprattutto, a quelle mamme perfettine che arricciano il naso con sussiego alle vostre unghie sfaldate e alle doppie punte, regalate con tanto affetto qualcosa del genere.
E voi cosa ne pensate? Cosa (se) è cambiato con i figli?
10 Comments
Se ti può consolare, anche avere due lavori h24 //7 pregiudica moltissimo la vita sociale 😛
eheh anche se con modalità diverse, lo credo benissimo!
Io: un lavoro da statale quindi super maternità, part time quando mi pare, permessi sempre concessi, una sola figlia femmina affettuosa, dolce, dorme tutta la notte da quando ha 6 mesi, mangia non abbondantemente ma volentieri, ubbidiente e senza mai un capriccio. Ecco io lo stesso sclero talvolta per l’organizzazione. Per me una tri mamma è un’eroina più figa di wonder woman electra e Susan storm messe insieme. Provassero loro a salvare il mondo dai cattivi con tre figli a a casa!
dopo tre figli in casa, puoi più o meno tutto effettivamente! 😀
Mi è piaciuto molto il tuo post! In proposito, ho pensato che la maggior parte dei nostri amici ha bimbi, noi no, ma riusciamo a vederci lo stesso. Inoltre e’ proprio vero che nella stessa famiglia possono capitare bambini di carattere completamente diverso… Quindi non dipende solo dai genitori… Infine, concordo con il commento precedente (di nonpuoesserevero): a volte anche un lavoro impegnativo può pregiudicare la vita sociale, anche peggio di qualsiasi figlio… Ma credo che se c’e’ la volonta’, il modo di salvare qualcosa si trova..!
sì infatti nel post non ho voluto portare di proposito le ragioni solo dei genitori. E’ chiaro che avere figli è qualcosa che sfugge completamente alla volontà (nel senso: se tuo figlio ha 40 di febbre e non hai nonni e tate, DEVI stare a casa, punto) ma le cose molto raramente sono bianche o nere, specie nelle interazioni sociali. Per cui esiste il genitore che si barrica dietro un figlio per divanarsi ma anche il finto amico che improvvisamente non giudica così fondamentale la tua compagnia. Sono i due estremi di una casistica infinita 😉
Io sono arrivata in Francia con due bambini che non facevano 3 anni in due ed era già tanto se riuscivo a respirare. In Italia praticamente non vivi in una situazione del genere, qui se non sei uscita già una volta dopo un mese dalla nascita del bambino sei una pazza. Con l’arrivo del terzo sono cambiate molte cose, un po’ l’esperienza, un po’ l’aver vissuto una realtà completamente diversa da quella italiana, sta di fatto che a due settimane esatte dal parto ero a una festa con neopupo appresso e nani grandi a casa con babysitter. Tre anni prima non solo non l’avrei mai fatto, ma non ci sarei riuscita fisicamente perché i due più grandi sono stati decisamente più impegnativi,
In tutto questo che voglio dire? Che è una cosa che dipende da talmente tanti fattori, che solo qualcuno che non è genitore o un pazzo possono giudicare questa scelta!
applausi!!!
Mi è piaciuto tantissimo questo post. Quante verita’! Io penso che ogni mamma faccia del proprio meglio, sia come mamma, appunto, che come donna. E i vari commenti ognuno se li tenga per sè
Sei WonderNonna di nome e di fatto..mitica!!