Come vi avevo anticipato, dopo il primo episodio parliamo ancora di decluttering, riorganizzazione e risparmio con i bambini (ma parleremo ancora, sto pensando di farne proprio un appuntamento a lunga scadenza dato che mi appassiona tanto!).
Dopo i motivi per cui iniziare un’operazione “repulisti” in casa, passiamo a come attuarla.
Non essendo io un’esperta, ma solo un’ “aspirante”, ho pensato di chiedere in primis consiglio ad altre mamme che hanno trovato le soluzioni migliori per la propria famiglia, per trarre ispirazione. Nel contempo ho iniziato anche a pensare a quali di questi spunti potessi applicare e come.
Cominciamo dall’esperienza diretta e i consigli di amiche mamme: mi trovo molto d’accordo con i loro suggerimenti e mi sono pienamente ritrovata nelle loro descrizioni.
Questa è l’intervista sul decluttering in famiglia a Maria Grazia, nella prossima puntata troverete quella di Daniela.
Decluttering e bambini: missione impossibile o no?
- Ciao: raccontami la tua storia come mamma e perché hai sentito l’esigenza di un cambio di stile negli acquisti
Quando è nata Emma, la mia prima bimba, ho comprato e ricevuto in dono tantissime cose. Io sono sempre stata educata nell’essenzialità, mia mamma mi comprava solo il necessario, ma l’arrivo della bimba mi ha molto confuso, volevo comprarle tante cose, perché credevo ne avesse bisogno, per riempire il tempo e anche per soddisfazione e piacere personale. Ma siccome non vivo in un palazzo, lo spazio era sempre poco e spesso mettevo in cantina cose mai usate o usate pochissimo.
- E’ stato un cambiamento “drastico” (magari in seguito ad un trasloco/evento particolare) oppure graduale?
Molto ha fatto la nascita del mio secondo bambino, maschio, per il quale dopo i primi mesi mi sono ritrovata a poter riciclare pochissime cose dalla sorella grande. Aumentava lo spazio necessario e contemporaneamente le entrate erano sempre le stesse.
- 3 aspetti positivi di comprare meno giochi e vestiti magari anche più costosi ma di miglior qualità
Innanzitutto non sempre un costo maggiore equivale a maggior qualità. È necessario spendere tempo per studiare i prodotti, informarsi in rete su prodotti simili ma a prezzo migliore (perché magari di marche meno famose). E poi, vedere “dal vivo”, spesso un acquisto fatto di fretta online si rivela l’ennesimo giocattolo brutto che era molto meglio in foto.
3 aspetti positivi: 1) non essendo distratti e travolti da una montagna di giochi, i bambini giocano in modo più consapevole, e più a lungo con ogni gioco; 2) è un buon punto di partenza per educare i bambini all’essenzialità e alla cura delle cose e delle persone; 3) una casa più ordinata.
- Gli ostacoli maggiori all’avere in giro tutto “poco ma buono” sono i regali di amici e parenti e il fatto che i bambini cambiano gusti e taglia molto velocemente. Come ovviare a questi inconvenienti? Ognuna di noi è arrivata alla “sua” soluzione, raccontaci la tua!
Innanzitutto contare quello che serve e fare una lista dettagliata di cosa comprare cercando poi in negozio di non sgarrare. I giorni in una settimana sono 7, davvero un bambino ha bisogno di 20 magliette?
Chiedere regali intelligenti, soprattutto ai parenti stretti e agli amici, quelli che non “si offendono”. «Ho bisogno di un piumino per la grande, lo prendi tu per Natale invece che regalare l’ennesima Barbie?»
Sfruttare al massimo amici che hanno figli, prendere tanto in prestito e dare tanto in prestito. In questo modo non restano in giro scatoloni enormi di vestiti ormai piccoli che finiscono ad ammuffire in cantina.
- Hai degli indirizzi di riferimento su cui vai a “colpo sicuro” per comprare bene?
Certo, una volta capito come veste una marca di abbigliamento che mi piace, resto fedele e compro ai saldi anche per la stagione successiva. Se poi una marca mi stupisce per durabilità, tengo d’occhio quando acquistare i suoi capi al miglior prezzo.
Adoro Gap per le felpe, Original Marines per le magliette e i pigiami, Zara e H&M per le magliette e Zara per i giacconi. Poi ci sono i capi da battaglia, tipo i leggings e le tute: H&M e Ovs ai saldi.
- Come hanno reagito i bambini?
Non c’è stato un cambio di rotta, sono sempre stata così. Cerco di comprare comunque abbigliamento e giochi che incontrino il loro gusto. Anche questo richiede tempo per valutare tra le cose in saldo cosa è meglio, ma sono sempre contenti. Inoltre, se mettono cose prestate non mento dicendo che sono nuove, valorizzo il fatto che un caro amico ci ha fatto un prestito molto utile e carino. Devono capire che prestare o regalare qualcosa di usato (con cura) è un valore.
Il problema si è posto a volte se cercavano un gioco che io avevo scartato. Magari scappava un broncio ma io rispondo sempre in positivo: «Hey, ci sta sicuramente giocando un altro bimbo e gli vorrà bene come te. E poi, tu sei diventato grande per quel gioco!»
E comunque su una cosa non mi trattengo: i libri. Se mi viene una voglia irrefrenabile di portare un regalino ai bimbi (miei o di altri) entro in libreria.
- Fai una valutazione del successo o meno dell’operazione nel tuo menage familiare: come ti senti rispetto a prima?
Essere meno schiavi delle cose e delle acquisti ti aiuta nel tuo equilibrio sociale e personale. Molti malumori (di grandi e piccini) derivano dal non poter comprare una cosa che magari, se ci pensiamo bene, è l’ennesima cianfrusaglia.
E poi, risparmio tantissimo tempo a trovare spazio per cose che metterò in un armadio e non tirerò mai più fuori. Se non usa una cosa per mesi, è evidentemente inutile! Quindi perché dovrebbe avere uno spazio in casa?
- Dai qualche spunto e consiglio a chi vorrebbe iniziare a “tagliare”
Organizzare un “decluttering day” all’anno, da fare da sole, senza interferenze. Aprire un armadio alla volta e fare una lista delle cose che nessuno usa da almeno 1 anno. Vale per abbigliamento ma anche per oggetti, suppellettili e altro. Finita la lista, fatta cercando di tener fuori i sentimenti, eliminare tutto in una volta. Su 100 cose eliminate sicuramente avrete nostalgia per 1 o 2 che avete gettato incautamente ma la percentuale è piccolissima in confronto al beneficio.
Finita questa attività la prima volta vi renderete conto della mole di cose che avete e non usate, anche se pensate «Non compro mai nulla!» oppure «Siamo una famiglia essenziale!». Il vestiario e i giochi che scarto li raccolgo e etichetto per età e, se non ho amici a cui darli, li dono ad associazioni caritatevoli. In questo modo, il distacco è più facile.
Mai e poi mai svuotare gli armadi solamente per portare in cantina, le cose finirebbero per sostare lì per sempre. Il che vuol dire che il “decluttering” non è per niente riuscito.
***
Io ho iniziato la terapia d’urto: ho dedicato una mattinata (purtroppo non il giorno intero, ma io conto di farlo almeno 2 volte l’anno) al “decluttering day” e ho tirato fuori tantissime cose che ormai giacevano inutilizzate da tempo immemore. Tra le mie, ce n’erano di risalenti a millenni fa, roba da concerto dei Take That, per intenderci!
Tra le cose per i bambini, tantissimi vestiti ma anche lenzuoline, tazze magiche e biberon mai usati ancora nell’imballo originale (Ale da buon terzogenito ha sempre avuto la smania delle cose “da grande” e non ha mai voluto saperne di ciucci e cose tipiche dei neonati).
A quel punto ho iniziato a studiarmi come “eliminare” il tutto. Mi sono imbattuta in Baby Bazar: un franchising in tutta Italia in cui le mamme possono portare attrezzature, giocattoli, libri e abbigliamento della stagione in corso. Si consegnano lavate e stirate (nel caso di biancheria intima, ciucci, biberon e affini si accettano ovviamente solo cose del tutto nuove con il cartellino) e ho deciso di testare questo metodo di decluttering, dato che mi è piaciuta particolarmente la loro filosofia del riuso. In Italia ho sempre pensato che siamo molto provinciali su questo punto: tutti schizzinosissimi quando invece nel caso dei bimbi in particolare, spesso spendiamo tantissimo per oggetti che non vengono ammortizzati e sono quindi da mettere via nuovi o usati due volte.
Mi fa quindi sempre particolare piacere parlare di questo argomento che mi sta a cuore e sensibilizzare su questo tema. Inutile fare attenzione agli INCI o farsi i saponi in casa, se poi storciamo il naso quando si tratta di dare una seconda vita a prodotti inutilizzati o quasi, a me piange davvero il cuore.
Nel caso di Baby Bazar, basta scegliere il punto vendita (in particolare nel Nord-Est Italia sono numerosissimi, ma è presente persino in Svizzera!), portare la propria selezione in negozio: ad ogni capo ritenuto idoneo (la selezione è molto rigorosa) verrà attribuito un prezzo ed esposto sia in negozio che online (è obbligatoria l’attivazione del servizio e-commerce, per 2 euro l’anno, da qui potete monitorare tutti gli oggetti che avete in vendita).
Se gli oggetti restano invenduti alla scadenza, potete decidere di andarveli a riprendere (non fatelo 😛 ) oppure devolverli in beneficienza.
Insomma, davvero un’idea geniale e utilissima per liberare i nostri spazi dall’accumulo, evitare gli sprechi e che insegna anche a noi a dare il giusto valore a quello che abbiamo.
Se avete qualche altro consiglio o volete altre informazioni, mandatemi un messaggio e sarò felice anche solo di fare due chiacchiere!
1 Comment
That insight solves the proelbm. Thanks!