Vacanza e viaggio sono due concetti non sempre coincidenti, lo sapete: per quanto apprezzi -specie dopo periodi particolarmente frenetici- le vacanze relax assoluto e stanziali, il richiamo della scoperta per me è sempre fortissimo.
Anche da mamma non si è mai sopito e se escludiamo solitamente il primissimo anno di vita dei bambini in cui prediligiamo mete tranquille, abbiamo sempre viaggiato “on the road”: Portogallo, Francia, persino Thailandia. A noi basta il marsupio, l’entusiasmo e siamo pronti per nuove avventure!
Il primo anno di Greg è trascorso pacificamente in montagna e ai laghi, ma quest’anno non stavamo proprio nella pelle: sì perché non solo abbiamo progettato un nuovo viaggio on the road, ma stavolta quella road erano le acque della navigazione fluviale!
Sì, avete capito bene, abbiamo sperimentato una formula che mi incuriosiva da tanto: viaggiare in una crociera in houseboat tutti insieme. Siamo partiti dal 22 al 28 agosto con Le Boat, storica compagnia che nel 2019 ha compiuto 50 anni nel turismo fluviale, in direzione Camargue-Linguadoca.
Abbiamo fatto uno splendido tour in barca della Francia meridionale in un territorio che conoscevamo solo parzialmente e per mezzi tradizionali: percorrerla per i suoi canali ci ha regalato paesaggi e prospettive completamente inaspettati.
Ma andiamo per ordine.
Cos’è una crociera in houseboat e come funziona la prenotazione?
La crociera in houseboat è un’esperienza in sé stessa: dal porto di partenza, dopo il check in salirete a bordo della nave che avete scelto di prenotare (noi avevamo una Calypso, 13 metri x 4, con 8 posti letto disponibili ma ve ne sono anche da 9 e persino da 12, perfette quindi anche per più famiglie), vi verrà fatto un mini corso di un’oretta in cui viene spiegato tutto il funzionamento della barca, si farà qualche prova pratica di manovre come inversione a u, ormeggio ecc. e sarete pronti per prendere il largo.
Navigherete lungo le rotte fluviali che sono diffuse in tutta Europa e anche in Canada. La Francia del sud è una meta privilegiata, dove questa tipologia di viaggio ha avuto inizio (e non credo sia un caso, visto lo stile molto slow d’oltralpe) e dove è ottimo iniziare per una prima esperienza di crociera in houseboat. La zona poi è un vero paradiso per amanti del birdwatching, della pesca ed è tutto comodamente raggiungibile al massimo via bici (noi eravamo senza e abbiamo visto lo stesso tantissimo con una media di 2-3 ore massimo di navigazione al giorno).
No, non serve una patente nautica: in diverse me lo avete chiesto mentre postavo le stories in tempo reale -grazie al mini router presente in barca come extra. Vi verrà però richiesto prima della partenza di visionare del materiale video fornito da Le Boat per arrivare con già un’idea di massima di cosa vi aspetta. L’ideale è avere – oltre al capitano- un secondo pienamente operativo (ad esempio durante l’ormeggio che manovri le funi e che possa dare il cambio). Non è assolutamente complicato ormeggiare, Emi se l’è cavata egregiamente anche da solo: se ormeggiate nei porti principali abbiamo trovato anche persone super gentili che si sono offerte spontaneamente di darci una mano.
Al momento della prenotazione verrà chiesto di scegliere il capitano insieme al locatario (possono coincidere oppure no), di elencare i componenti dell’equipaggio dettagliando età, peso e altezza (per fornire i giusti giubbotti di salvataggio in dotazione sulla barca) e al check in -sia online che di persona- verserete un deposito cauzionale e una cifra forfait di ore carburante che verranno conteggiate alla fine e scalate o supplementate in base a quanto navigherete effettivamente.
Qual è il momento giusto per una crociera in houseboat?
Ci sono due aspetti da considerare: il primo è di natura pratica. Con le difficoltà presenti legate agli spostamenti in aereo e treno, penso sia un periodo generale a dir poco ideale per una vacanza in houseboat, tanto è vero che proprio mentre sto buttando giù la nostra esperienza, sul Corriere è uscito un articolo che celebra il trend in pieno boom.
Il secondo aspetto è un po’ più sottile, impalpabile e attiene alle nostre disposizioni interiori: non è difficile capire come l’houseboat appaghi perfettamente l’esigenza di un buen retiro intimo e appartato dalla folla, ma anche di un proprio mezzo di spostamento che permetta al contempo di esplorare di nuovo il mondo che ci è stato precluso nell’ultimo anno e mezzo. Ecco perché mi sono goduta in modo davvero speciale questo mix di libertà e rifugio offerto dalla “nostra” barca: spaziosa e comoda ci ha fatto godere l’ultimo tratto di agosto e di bel tempo, i tramonti spettacolari sui porticcioli e ci ha visti brindare e gustare i piatti locali anche a bordo, un connubio impagabile.




Perchè la crociera in houseboat è la soluzione perfetta per una famiglia numerosa
Inutile che sottolinei come prenotare una crociera “normale” sia spesso un miraggio per le famiglie che hanno più di 2 figli: occorre prenotare più cabine con costi proibitivi e si sta divisi. L’houseboat è una formula ancora pochissimo conosciuta in Italia ma che rappresenta un’alternativa molto valida alla navigazione tradizionale. Sicuramente non si ha a disposizione l’animazione e in generale la vita sociale e i servizi ma a vantaggio dell’esperienza familiare e della flessibilità: noi abbiamo potuto scegliere anche last minute dove attraccare, quali posti vedere, se mangiare in barca o al ristorante e come mamme sapete bene quanto sia un plus non da poco.

Il nostro itinerario
E veniamo ad approfondire quest’ultimo plus: la possibilità di scegliere liberamente il proprio percorso su misura di interessi, ritmi e preferenze. Prima di partire avevo utilizzato come punto di partenza la guida regionale messa a disposizione da Le Boat e il loro sito con approfondimenti su ogni singola potenziale tappa del viaggio.
Oltre a questo ho avuto il costante supporto su tutti i dubbi o richieste dalla mia referente, Lea, che mi ha risposto in modo puntuale e super preciso: personalmente penso che ad oggi la vera differenza la facciano sempre le persone e che dall’assistenza clienti si capisca davvero la validità di un’azienda. Uno degli strumenti più utili che mi ha fornito Lea è stato il link da cui ho calcolato le tempistiche di navigazione tra un punto e l’altro, qui.
Oltre a questo, lo sapete che sono una curiosona per cui come faccio sempre prima di partire, mi sono fatta dei bei giri online tra blog, instagram e siti vari raccogliendo informazioni ma *surprise surprise* in italiano, soprattutto sulla parte più ad ovest, relativa alla Linguadoca e in particolare dell’Etang de Thau, uno dei punti che avremmo attraversato, ho trovato davvero pochino.
Per fortuna con inglese e un po’ di francese basic sono riuscita a trovare tutto ciò di cui avevo bisogno ma sappiate che se volete copiare il nostro itinerario, troverete penso praticamente solo questa guida sulla zona. Il turismo in Linguadoca è infatti molto poco internazionale, è soprattutto locale, il che per me è un gran bene perché ero sicura -e così è stato- che avrei avuto a che fare con un territorio più genuino e autentico.
Ovviamente è bene essere cosapevoli che non dappertutto riuscirete a farvi capire al meglio con il solo inglese: mi sono ritrovata a parlare con singole parole francesi e gesti ma è andato tutto bene!
Veniamo all’itinerario:
22 agosto: da Saint-Gilles (il porto base Le Boat) a Carnon
Lasciata l’auto nel parcheggio Le Boat, abbiamo iniziato la nostra navigazione: lungo il percorso, soprattutto nel primo tratto che va da Saint Gilles a Gallician, abbiamo incontrato a pochissimi metri intere mandrie di tori neri de la Camargue, di cavalli bianchi, oltre che gru, aironi e fenicotteri. Abbiamo passato piccoli porticcioli fatti di sole casette colorate, reti da pesca e barchette di legno. Godetevi le atmosfere rilassate e pranzate a bordo sul grande tavolo esterno.
Abbiamo attraccato a Carnon nel pomeriggio perché Aigues Mortes era super pieno, essendo fine settimana e il centro più conosciuto della zona (vi consiglio di chiamare la capitaneria del porto dove volete stare per la notte. Non si può prenotare il posto ma possono fornire indicazioni se è già tutto full o c’è molto movimento o meno) e anche perché Carnon è molto semplice da gestire come prima manovra di attracco, ha tutti i servizi e il centro città a letteralmente 5 minuti a piedi. E’ una cittadina ridente e molto commerciale, abbiamo mangiato benissimo due volte al ristorante La Plancha. Sia il cibo che il servizio sono stati fantastici e la passeggiata per negozietti, gelaterie e giochi piace molto ai bambini quindi mi sento di consigliarlo per le famiglie. Non abbiamo esplorato la spiaggia perché volevamo ripartire velocemente la mattina dopo per Les Maguelone ma se avete una mezza giornata in più, potete andare al mare anche da Carnon. Personalmente come vi accennavo, a livello naturalistico o caratteristico Carnon non offre chissà cosa per cui se ve la sentite potete anche proseguire per les Maguelone che è solo ad un’oretta scarsa in più, oltre. Noi non abbiamo voluto esagerare perché avendo saltato lo stop di Aigues Mortes avevamo già navigato più ore del previsto.




23 agosto: da Carnon a Les Maguelone
Il secondo giorno ci ha visti solo un’oretta a bordo perché una volta arrivati a Les Maguelone siamo sbarcati subito: attraversata la comoda passerella abbiamo ammirato lo splendido panorama dominato dalla cattedrale romanica affacciata sull’acqua e circondata da vigneti e saline. Anche qui passeggerete insieme agli uccelli selvatici mentre prendete il trenino gratuito che vi lascia nella prima tappa alla cattedrale e poi direttamente all’entrata della spiaggia. Les Maguelone ha una spiaggia vasta, sabbiosa e dalle acque fresche e cristalline, i bambini si sono divertiti molto tanto che abbiamo fatto il bis nel pomeriggio. Dopo il bagno e i giochi abbiamo mangiato al chioschetto appena fuori e poi abbiamo visitato velocemente la cattedrale che ha una ricca storia ma che ad oggi all’interno è quasi totalmente spoglia. Eretta come una vera e propria fortezza, per molti secoli rappresentò il principale luogo di culto della regione, dove risiedeva il Vescovo di Montpellier e dove fiorì la cultura universitaria. Restò attaccata all’ortodossia cattolica durante i disordini del periodo albigese ma divenne avamposto protestante finché il cardinale Richelieu non diede ordine di smantellarla. Ad oggi resta l’austera e magnifica struttura che è stata recuperata ma la sua fondazione resta avvolta dal mistero tanto che sono fiorite diverse leggende. Nel complesso trovate anche una dependance dove si può fare degustazione di vini locali.








24 agosto da Les Maguelone a Bouzigues
Il 25 mattina siamo partiti un po’ a malincuore da Les Maguelone ma anche con grandissime aspettative per la seconda parte del nostro viaggio: sì perché in mattinata siamo arrivati nel fatidico Etang de Thau, un lago e un mare allo stesso tempo: questa laguna paradiso delle coquillages francesi (fondamentalmente le ostriche, l’orgoglio locale) è una vera e propria riserva di biodiversità, un gioiello pressoché intatto che come vi dicevo, è conosciuto e frequentato quasi esclusivamente da “local”.
Per arrivarci però, occorre passare un tratto del canal du Midi che passa per Frontignan: questa cittadina famosa per il suo moscato ha un piccolo intoppo: un ponte “levatoio” che si apre solo tre volte al giorno: alle 8.30, alle 13 e alle 19. E’ perciò molto importante essere lì in tempo utile calcolando se possibile in leggero anticipo lo spostamento. Noi siamo arrivati sempre prima, per timore di non farcela! Una volta superata Frontignan, si affronta il tratto del vero e proprio Etang de Thau: qui la navigazione passa dal tratto piuttosto stretto e rassicurante del canal du Midi ad una sorta di piccolo mare interno, costellatto dalle impalcature degli allevamenti di ostriche e cozze. Attraverso questa distesa di “palafitte” si incastonano i porticcioli dei piccoli borghi marinari affacciati sulla costa: Bouzigues, Méze, Sète e Mareseillan.
Avevamo l’idea iniziale di approdare a Meze o Marseillan ma a causa del vento improvviso che si è alzato -cosa piuttosto comune, la mattina era tutto ok, avevo chiamato apposta la capitaneria di Meze per sincerarmi che la navigazione fosse sicura e il vento calmo- e del full del porto di Marseillan, abbiamo deciso di tornare a Bouzigues, un approdo più piccino ma molto caratteristico che ci ha letteralmente fatti innamorare a prima vista.
Una distesa di barche ingentilisce il fronte mare che al tramonto si accende di colori magnifici. Si può passeggiare sia tra le caratteristiche e curatissime viuzze del borgo, sia sul lungomare che conduce alla spiaggetta (dove il quartetto ha di nuovo giocato con grande entusiasmo). Dopo una merenda con gelato e un rifornimento di viveri nella vicina epicerie, siamo tornati in barca per rinfrescarci e poi abbiamo preso la pizza per i monelli e un plat à emporter (così si chiede l’asporto) di frutti di mare freschi e una bottiglia di bianco del posto con cui io ed Emi abbiamo festeggiato la nostra prima serata a Bouzigues.









25 agosto da Bouzigues a Sète (via terra)
Ci era stato sconsigliato di attraccare a Sète per cui abbiamo inforcato il bus perché non volevamo perderci almeno il principale dei centri dell’Etang, che in bus è a pochissimo da Bouzigues, circa 20 minuti.
Chiamata non a torto la Venezia francese, Sète ci ha subito impressionati per la sua bellezza e l’atmosfera chic. Purtroppo Greg era in giornata storta e il sole picchiava tantissimo per cui girarla a piedi è stato a tratti non proprio piacevolissimo.
Per fortuna grazie al marsupio, ho potuto tranquillizzarle il piccolo e abbiamo proseguito il tour, anche se ce la siamo presa con estrema calma, a beneficio del relax e a scapito del vedere tutto quello che avrei voluto. Se decidete di visitare Sète vi consiglio vivamente di dedicare l’intera giornata (mezza come abbiamo fatto noi è troppo sacrificata) perché offre moltissimo: vie ampie ed eleganti dalle architetture liberty e boutique deliziose, cafè, il mercato coperto, il vecchio porto, il molo con il faro di Saint Louis e il Mont Saint Claire. Io ero stata a Marsiglia e devo dire che per certi versi me l’ha ricordata, in versione ridotta naturalmente e ancora più caratteristica.








Le gondole colorate con delle imponenti scale costeggiate lungo i canali che attraversano la città mi hanno tristemente ricordato che, causa covid, per il secondo anno consecutivo non hanno avuto luogo le tradizionali joutes Languedociennes in onore di Saint Louis che avrebbero dovuto tenersi proprio lungo la settimana del nostro viaggio. Durante la manifestazione i marinai si affrontano dalle imbarcazioni tentando di buttare in acqua gli avversari, ecco un video che mostra qualche immagine della festa.
Tornati con il bus a Bouzigues, i bambini si sono nuovamente goduti un po’ di spiaggia per rilassarsi dopo la visita e poi abbiamo potuto gustarci una tranquilla cenetta in barca (e credetemi, con i bambini stanchi e magari a mille dopo la giornata è una vera mano santa!) ma stavolta, essendoci una piccola fiera di street food, abbiamo portato a bordo degli squisiti piatti rustici, stavolta a base di stufati provenzali e vari prodotti tipici.

26 agosto: navigazione verso Saint Gilles e spiaggia di Espiguette
Il 26 siamo ripartiti -di nuovo a malincuore da Bouzigues. Mi sono svegliata presto per godermi un’ultima passeggiata con il paesino ancora semi addormentato, in solitaria: credo che una mamma fatichi particolarmente ad essere serena senza ritagliarsi questi momenti per sé, basta davvero una mezz’oretta di silenzio, di pensieri senza l’interruzione dei piccoli, di attività fisica o di lettura per ricaricare le pile e gestire la giornata in modo più proficuo e felice. Durante l’anno può essere più difficile, ma almeno in vacanza, concedetevelo!
Ripreso il largo, ci siamo ridiretti a Frontignan, per fare nuovamente una serata e notte a Carnon. Ci sarebbe piaciuto variare la tappa, ma era troppo allettante il richiamo della sicurezza di trovarci bene come all’andata e così è stato. Qui si poteva tranquillamente fare tappa ad Aigues Mortes, se siete più “audaci” di noi.
Anche questa navigazione non ha mancato di farci meravigliare di fronte alla grande cura delle strade che costeggiano il canale dove passavano persone in bici, a cavallo o a piedi per passeggiare in mezzo al verde. Siamo arrivati a Saint Gilles con mezza giornata di anticipo rispetto al check out per inforcare la macchina e fare un pomeriggio alla famosa spiaggia di dune dell’Espiguette, a Le Grau du Roi.
Tutta la zona è molto bella e servitissima: piena di camping di alto livello, di maneggi e ranch, abbiamo visto una intensissima frequentazione delle famiglie francesi e non che coniugano la spiaggia con gli sport outdoor. La spiaggia ha un grande e comodissimo parcheggio a pagamento custodito direttamente all’entrata, ha servizi (ma non le docce) e soprattutto è davvero bellissima: un’immensa distesa di sabbia finissima a perdita d’occhio dominata dal faro che crea un’atmosfera davvero particolare soprattutto verso il tramonto. A pochi chilometri dalla spiaggia, ci sono le saline di Aigues Mortes, la cui visita è particolarmente adatta alle famiglie perché ci si può servire negli spostamenti di un comodo trenino.
Le Boat ha anche diverse convenzioni in zona come quella con l’Aqua Paradise Parc, a questo link trovate l’elenco completo di tutti gli sconti, suddivisi per zone, scorrendo trovate la Camargue.
Vista la gran quantità di attività offerte dal territorio, sicuramente non vi annoierete dedicanogli anche una giornata piena o perfino un paio.
28 agosto: check out a Saint Gilles, Saint Guilhelm de desert e Beziers
Per il nostro ultimo giorno francese abbiamo iniziato dando una rapida pulita alla barca (avevamo acquiastato l’extra della pulizia finale, con i 4 casinisti della ciurma sarebbe stato stressante fare una pulizia davvero approfondita) e caricando l’auto.
Il checkout è stato veloce: consiste in un controllo finale in cui si sono conteggiate le ore carburante utilizzate (se se ne consumano meno del forfait viene restituito l’avanzo oppure se si è navigato di più si integra, nel nostro caso abbiamo aggiunto 23 euro perché abbiamo viaggiato davvero tanto!), si appura che non ci siano danni alla barca e ci è stato restituito il deposito cauzionale.
Sia al check in che al check out abbiamo avuto un’ottima esperienza con il personale Le Boat: sono stati tutti molto gentili e disponibili, ci hanno fornito tutte le informazioni necessarie e parlavano diverse lingue (noi abbiamo parlato in inglese ma ho sentito anche un ottimo tedesco!).
Tornati alla nostra auto, ci siamo diretti alle ultime due mete del nostro soggiorno francese: la prima era Saint-Guilhem-le-Désert, un meraviglioso villaggio medievale patrimonio dell’umanità UNESCO sulla strada per Santiago de Compostela, circa 40 Km a nord di Montpellier. Per arrivarci percorrerete un altro sito UNESCO, il pont du diable, costruito nel 1028 (tra i più antichi di Francia) e a picco sulla spettacolare vista delle gole dell’Hérault con il fiume che attira tantissimi sportivi che praticano il canyoning o il tubing.
Per farvi un’idea delle meraviglie occitane, date un’occhiata all’account turistico su Instagram.
Il paesino di Saint-Guilhelm-le-Désert è semplicemente incantevole: essendo molto frequentato, per fortuna è servito da un parcheggio amplissimo, sempre a pagamento ma veramente comodo, sarete a due passi dall’entrata e con i bambini è sempre una grande comodità.
Ci siamo subito incamminati tra le viuzze costellate di localini, botteghe e negozietti di artigianato locale.














La piazza principale, Place de la Liberté ospita un immenso platano di 150 anni, la fontana e soprattutto vi si trova il portale dell’Abbazia di Gellone, cuore pulsante di uno dei “plus beaux villages de France”.




L’abbazia, fondata nell’804 da Guglielmo di Gellone, nipote di Carlo Martello e cugino e paladino di Carlo Magno, ha conservato intatto il suo fascino romanico e la sua ovattata spiritualità, pur avendo subito saccheggi ed essendo stata soppressa durante la rivoluzione francese.





Dopo esserci concessi un pranzetto in un bel ristorante affacciato sul fiume e molto family friendly, ci siamo diretti a Beziers.
Tutti i bambini lasciati incustoditi verranno venduti subito al circo 😀
Beziers è ancora più a occidente ma essendo affacciata sul Canal du Midi, potete tranquillamente includerla nel percorso in barca.
Insieme a Sète è sicuramente la città più “impegnativa” e ricca di siti da visitare: noi abbiamo trovato il punto panoramico famoso, Pont de Vieux, chiuso e con il poco tempo a disposizione ci siamo dovuti accontentare di una passeggiata nel bel centro storico- in particolare nella zona dell’Allées Paul-Riquet e della visita alla splendida cattedrale di Saint-Nazaire, costruita nel XIII secolo dopo una sanguinosa guerra contro i catari.
Pont Vieux
La cattedrale di Saint Nazaire
La cattedrale all’esterno appare austera nella facciata fortificata, mentre mostra l’impronta gotica sul retro e si apre anche all’influsso barocco all’interno, magnifico: sinceramente mi ha lasciata di stucco, non mi aspettavo un simile splendore, vicino a quello che ho ammirato in centri più prestigiosi e conosciuti all’estero. La cattedrale si affaccia sul panorama spettacolare della pianura del Orb ma in città -una delle più antiche di Francia, seconda solo a Marsiglia- ci sono veramente tantissimi punti che meritano una visita come le rovine romane o la chiesa dedicata a S. Maria Maddalena.

Il culto di Santa Maria Maddalena è estremamente radicato in Francia meridionale, dato che la tradizione vuole abbia passato gli ultimi 30 anni di vita a La Saint Baume, una grotta scavata tra le montagne provenzali), i vigneti, in combinazione con mandorli, pini marittimi e fichi donano al circondario di Beziers un aspetto gentile e particolarmente godibile.
Ecco qua: sono stati 7 giorni pieni ma anche estremamente rilassanti e viaggiare sulla propria barca per qualche giorno è davvero un’esperienza di vita che consiglio a tutti di provare! Se volete vedere tutti i momenti del viaggio anche in video, trovate tutte le storie in evidenza sul mio profilo Instagram.
A presto con le prossime avventure della Swinging Family!
1 Comment
Un viaggio sicuramente particolare e un modo di vedere il Sud della Francia totalmente alternativo! Non conoscevo la possibilità di andare alla scoperta della Camargue con la Houseboat e credo che sia un modo meraviglioso anche per chi, come me, viaggia in coppia!