Voi non ci crederete, ma avevo in bozze questo articolo che era programmato per stasera. Bene: da ieri Alessio è ufficialmente BIPEDE! (ancora per i tratti lunghi si rompe e si “butta giù” per far prima ma ha iniziato a fare piccoli veri e propri percorsi. Peccato che appena prendo il tablet per riprenderlo, comincia a urlare e ridere -secondo me ha la sindrome della diretta tv- e quindi niente, per ora dovete accontentarvi della mia parola di boy scout (e di questo tentativo disperato. Ah, tanto per cambiare, le rarissime volte che mi metto a fare un video, ho la voce da raffreddore grado +400% viados), spero però di mettere al più presto le prove provate 😛 ).
E adesso vi lascio al post…leggete attentamente la chiusa!
Vi ricordate quando tre mesi fa gonfiavo le piume del petto dicendo: “hey, Alessio a 9 mesi già sta in piedi da solo senza appoggio? (anzi, ora se è in ginocchio si tira su senza appoggiarsi e con un gioco per mano, roba che manco io a momenti), sicuro cammina massimo tra un mese”. Questo, basandomi sul fratello che, appunto, tra lo staccare le mani e il “partire” ci aveva messo questo lasso.
Ecco. Il primo compleanno è dietro l’angolo e siamo fissi al “mi stacco da un appoggio, faccio due passetti di numero e mi aggrappo a un altro. Se riesco, li faccio laterali che mi piacciono di più pure”.
Questo mi ricorda come, coi figli le “ultime parole famose” valgano molto più che in altri settori. Sono una sorpresa continua, un divenire che procede senza regole.
Un giorno non dicono una parola, quello dopo ti sciorinano la Divina Commedia senza battere ciglio. Il punto è: non sappiamo cosa frulli davvero in quelle testoline: sono piccole ma piene di cose. Cose che noi adulti non riusciamo a raggiungere fino in fondo, a prevedere o calcolare. Una fucina meravigliosa e insondabile che non permette di sedersi in poltrona a rilassarsi: ti mette davanti alla sfilata immaginaria fatta di sogni, mostri e fantasticherie. Di rielaborazioni di chissà cosa, in chissà quale mix o (dis)ordine.
E’ per questo che i confronti non funzionano (oltre a non servire a niente, se non allo gne-gne tra mamme): ogni bimbo è unico al mondo e sfugge alle nostre categorie di adulti.
Senza contare che la loro marcia non è quasi mai uniforme o tantomeno metodica: oggi si applicano con diligenza a sviluppare i movimenti fini scassinando una serratura o il rubinetto del bidet, domani allenano la parlantina ripetendo per lo più gli insulti del papà all’indirizzo dell’arbitro durante il derby, il giorno successivo fanno palestra esercitando i muscoli in una serie impressionante di squat che farebbero l’invidia di un body builder professionista. Questo cambio repentino di fronte scombussola ancora di più le potenziali previsioni genitoriali.
Insomma, niente io mi illudevo che almeno uno su tre avrebbe avuto qualche foto di compleanno mentre sgambettava e invece mi sa nada anche stavolta 😛 ma non nego che anche il pensiero che camminasse molto presto non era del tutto privo di pericolose insidie. Quindi, tutto sommato va bene così!
Non negate, so che anche voi state annuendo: vi sfido a dirmi che non vi è mai successo di toppare alla grande con le proiezioni mentali. E adesso…quanto scommettiamo che dopo questo articolo, domani me lo trovo a correre per casa?!
6 Comments
😀
Vedrai che domani camminerà! 😛
Adele ha fatto i suoi primi passi (diciamo qualche passo in fila) proprio nel giorno del suo primo compleanno, durante la festa!
Anastasia ha cominciato parecchio prima ma… Che importanza ha???
Spesso cadiamo nella trappola dei confronti, pur sapendo che non serve a nulla perché ogni bambino a i suoi tempi! Anch’io lo faccio confrontando Adele, che a due anni ancora non parla alla sorella (e penso: “alla sua età Anastasia diceva le frasi compiute!”)… E allora? Ci sono tanti bambini che non parlano ancora all’ingresso all’asilo… Nulla, ti difendi con tutti gli arti dal non paragonare ma noi mamme siamo così…
verissimo, è una nostra forma mentis bacata. Hai voglia a dirsi di non fare paragoni (cosa buona giusta e sensata) ma poi finiamo sempre in quella malefica trappola. Al terzo giro comunque mi rendo conto ormai pienamente come sia semplicemente questione di carattere. C’entra in percentuale secondo me molto bassa il discorso che i secondi/terzi vedono i fratelli. Ok, un minimo vuol dire ma poi il loro comportamento lo stabilisce, specie sul parlare/camminare/fare da solo, in larga parte la propensione al rischio, la vivacità ecc. E chi lo ha deciso che chi fa prima è “meglio” in senso assoluto? O che è “vincente” solo il genere di intelligenza “estroversa”? Ad esempio Costanza è intelligentissima come bambina ma parla meno del fratello che è un chiacchierone. Chi la vede magari per poco tempo pensa sia meno brillante. Poi magari però se ne esce con una frase che spiazza tutti. Insomma, è un tipo di intelletto introspettivo e “ruminante”. Lorenzo invece è un cabarettista e “piace” più facilmente al primo impatto…
Sì, infatti, cominciare “prima” non vuol dire per forza essere meglio di chi ci arriva dopo…
Poi sembra che queste precoci conquiste di nostri figli siano un merito nostro, ma con la seconda sono arrivata alla conclusione che in maggior parte – come dici tu – dipende molto da loro: dal carattere (in primis) che determina la loro propensione nel voler (o riuscire) apprendere più o meno in fretta. Adele per esempio è molto timida e se le dico: “Di’ tata!” (che in polacco vuol dire “papà”), lei si oppone e non lo fa, oppure muove solo le labbra come se avesse paura di emettere un suono. Ma lì dove non si deve esporre al ” diretto giudizio” degli altri, ad esempio nel discorso di attività motorie, va come un fulmine.
Comunque, prima o poi ci arriveranno tutti:-))
infatti, le tappe le raggiungono spesso a “scatti”. Per cui lo stesso bambino da un giorno all’altro cambia moltissimo. E poi appunto, la “precocità” non è detto che sia un fattore a priori “positivo”. Ale è il più precoce ma ha un carattere di m…… 😀 ok, l’ho detto, mi becco la lapidazione XD
Yeah! Piccoli esploratori crescono! 🙂
più che esploratori, nel caso di Ale direi teppistelli 😀 😀