Ho lasciato appositamente passare un po’ di tempo per recensirvi l’ultimo step del mio decluttering in versione kids: volevo infatti, che maturasse tutto il tempo necessario per valutare gli sviluppi finali dell’esperienza post vendita presso questa catena.
E se mi permettete questa piccola postilla che per me è un po’ un sassolino nella scarpa: è proprio dal post vendita che si riconosce un marchio serio da uno a cui interessa solo spennare i poll…ehm clienti e poi li abbandona a sé stessi una volta che hanno schiacciato il mitologico tasto acquista. Il post vendita e il customer care sono sempre più un processo automatizzato ed impersonale, che oltre ad essere meccanico, spesso neppure trova la soluzione che aiuti davvero chi usufruisce di un servizio. Lo vedo tantissimo anche sul lavoro: è l’assistenza quella che fa davvero la differenza e che genere fiducia e fedeltà.
Se vi siete perse le prime due puntate, potete leggere il racconto dell’inizio della mia esperienza sul decluttering e di come ho conosciuto Baby Bazar e poi di come mi sono trovata nel portare in negozio i vestitini ormai smessi dei bambini.
Come vi ho detto a più riprese, per me quest’operazione è stata rigenerante: la mia casa è invasa veramente di troppa, troppa roba e mi rendo conto di non utilizzarne che una piccolissima percentuale.
Come sta procedendo il mio proposito di tagliare il superfluo quest’anno?
Tra alti e bassi, cioè come realisticamente mi aspettavo da me stessa: ero consapevole che non sarei riuscita a tagliare del tutto ma direi che va molto meglio.
Soprattutto sul lato “pulizie”: sono stata molto più decisa nello scartare ed eliminare tutto quello che non veniva messo da anni e che giaceva senza alcuna reale prospettiva di riutilizzo futuro. Ho sviluppato proprio un fastidio crescente per questo ingombro inutile che procura enorme stress e gestione in più rispetto alle già infinite giornate di una mamma tris.
Per quanto riguarda l’esperienza con Baby Bazar: sono stati acquistati circa i 2/3 di quello che avevo consegnato in negozio: un ottimo risultato e in pochissimo tempo (in un mese avevo maturato tutto il venduto). Vorrei davvero sottolineare che non è facile vendere in modo indipendente nei gruppi, mentre in questo caso, sfruttando l’azione combinata del negozio fisico e del web, a mio parere si ha un risultato mille volte più efficace.
Guadagnare non era certo il primo dei miei scopi ma sono stata molto contenta che questi mini capi abbiano trovato una seconda vita (anzi una prima praticamente, essendo quasi tutto stato provato e basta!).
A livello di gestione delle vendite, ho apprezzato tantissimo che mi siano arrivati via email diversi avvisi: ogni volta che veniva venduto un pezzo e a fine periodo di vendita, per avvertirmi della cifra da poter riscuotere. Inoltre ho trovato veramente molto intuitivo e ben fatto il pannello per la gestione online delle vendite (esiste lo stesso gestionale anche per chi acquista).
Per me che sono perennemente distratta e di corsa -difficilmente sarei andata con regolarità a controllare direttamente sul sito- è stato veramente una mano santa.
Insomma, alla fine di questo piccolo percorso mi sento davvero soddisfatta.
Voglio continuare, e con più decisione ancora, su questa strada: limitare al minimo gli acquisti compulsivi, così come la fast fashion (sto iniziando ad indirizzarmi verso acquisti più di nicchia e di qualità, non appena scopro brand interessanti e abbordabili) e fare leva su me stessa per evitare che la casa scoppi, più della modalità fisiologica di una famiglia di cinque persone.
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