Ognuno di noi nasce con una certa predisposizione, con un “carattere”: ci sono bambini che hanno il dono dell’empatia fin da piccolissimi (Costanza per me ne è un grande esempio: una bambina introspettiva, riflessiva e acutissima osservatrice, con un cuore d’oro che si emoziona facilmente anche se tende a non darlo a vedere).
E poi ci sono i piccoli bulldozer, come chiamo affettuosamente Ale. Lui è sempre stato il pestifero di casa, fin dalla culla. Qualsiasi contrarietà, anche minima, lo fa innervosire, e se le cose non procedono come l’idea che gli frulla nella testolina, sono guai per tutti.
La delicatezza, questa sconosciuta: lui è tutto slanci unilaterali e appassionati, nel bene e nel male.
Sono convinta però, che come noi adulti possiamo agire sul nostro autocontrollo (so che è un concetto fuori moda, dato che oggi si tende ad assecondare anche troppo le tendenze naturali di ognuno, fino alle esagerazioni), anche i bambini, se accompagnati, possono pian piano acquisire una maggiore intelligenza emotiva ed empatia.
Fino ai tre anni, ovviamente è un po’ come una semina, che darà i suoi frutti più avanti.
Vi voglio parlare di quelle piccole accortezze che, quando sono lucida e abbastanza in forze (eh sì, spesso la stanchezza la fa da padrona e l’autocontrollo va a farsi benedire), vedo funzionare bene anche con tipetti molto ma molto peperini come Ale.
Verbalizzare l’emozione
Dare un nome alle emozioni proprie e degli altri,“parlarne” e descriverle.
“secondo te perché Lorenzo è arrabbiato?” “secondo te perché Costanza è triste?”
Raccontare storie
Le storie, oltre che un momento davvero di qualità con i bambini, rappresentano una situazione molto “potente” per calmarli e per farli uscire da sé stessi, immedesimarli nei protagonisti (un ottimo esercizio di empatia, appunto!), mantenendo un rassicurante “distacco”. Ci sono tanti bei libri che parlano delle emozioni. I più famosi sono sicuramente “i colori delle emozioni” e “Che rabbia” . Penso sia una buona idea, se ci sentiamo impotenti e disorientati nel gestire le emozioni dei bambini, anche leggere noi adulti dei libri su come aiutarli più efficacemente, vi segnalo “Emozioni in fiaba” che affronta proprio questo tema a volta spinoso per i genitori.
Con Alessio ultimamente questo approccio risulta particolarmente efficace: l’unico modo per farlo stare quieto e vederlo davvero concentrato è leggere insieme.
Incoraggiare i bambini ad interessarsi degli altri per aumentare l’empatia
Spesso anche noi, presi dalla vita frenetica, ci dimentichiamo di chi ci sta intorno. Non è forse vero che trascuriamo di fare quella telefonata alla mamma o scambiare due chiacchiere con chi ci sta intorno perché siamo persi nelle “nostre cose”? A me capita eccome. Ma mi rendo conto che per insegnare l’empatia ai bambini occorre dare il buon esempio in primis. Allora, facciamogli vedere che ci interessiamo della salute e delle emozioni dei nostri cari. Che siamo ancora capaci di offrire un sorriso o una parola a chi ci è vicino.
Quando leggiamo fatti di cronaca leggo tantissimi commenti increduli: “ma i vicini/parenti/amici non si sono accorti di quel disagio?”. Purtroppo no, spesso anche senza volerlo, perdiamo di vista le vite che si dispiegano intorno a noi e non notiamo segnali di di difficoltà anche banali, per cui basterebbe magari un controllo, un consiglio o un abbraccio.
Sforziamoci per primi di uscire dal nostro orticello e interessarci di chi ha bisogno di noi: i bambini captano tutto e anche se non ci rendiamo conto, lo assimilano e ne sono forgiati.
Questo post è scritto in collaborazione con Amplifon Italia.
Il video che hanno lanciato con questa campagna descrive perfettamente quello che vorrei costruire con i miei figli: insegnargli il valore del saper riconoscere -e un giorno ricambiare- i piccoli gesti di cura e attenzione che ogni mamma spera di ricevere.
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