Dico sempre con sollievo che ho partorito proprio appena in tempo prima dello scoppio del Covid19 (tra l’altro Greg è tra i miei figli quello che -provvidenzialmente- ha anticipato di più, 10 giorni prima della scadenza).
Se per il parto me la sono cavata, l’allattamento delle prime settimane è stato molto più problematico di quanto mi aspettassi e ha sicuramente risentito dell’inizio dell’emergenza covid.
Venivo da 2 allattamenti assolutamente “lisci” e a termine, finiti in modo molto naturale dopo svezzamenti di successo e speravo che quindi, le difficoltà fossero relegate solo al primo post parto (peraltro reso più complicato dal taglio cesareo per presentazione podalica di Lorenzo, se siete curiose ne ho parlato qui e qui).
Invece Greg, pur essendo il quarto, si è rivelato subito un po’ ostico sul fronte latte: appena nato ho avuto grandi difficoltà a farlo attaccare e nelle prime ore in ospedale dormiva tantissimo per cui ad un certo punto le ostetriche mi hanno consigliato di svegliarlo, visto che i tentativi “dolci” di farlo ciucciare erano andati a vuoto.
In dimissioni sembrava tutto a posto: io ero in montata lattea e Greg aveva smesso di calare, dopo qualche giorno anche al controllo post dimissioni, risultava in crescita e io con latte in abbondanza. Forse è stato qui che ho “abbassato la guardia”: tempo altri 3-4 giorni e mi sono uscite delle ragadi terribili, persino peggiori di quelle che aveva provocato Lorenzo con il primo allattamento. Solo al pensiero della poppata avevo un’angoscia terribile, piangevo quando si attaccava con grande sgomento anche dei 3 fratelli che si aspettavano un quadretto idilliaco. E sì che avevo già iniziato fin da subito ad usare il mio amato olio di Vea spray che aveva funzionato benissimo le volte precedenti, niente: Greg apriva la bocca il minimo sindacale e quindi anche attaccato correttamente aveva una vera e propria morsa sul seno, forse anche lui “disabituato” dopo 5 anni senza allattare.
Dopo vari tentativi, in pieno inizio emergenza da pandemia, ho tentato la strada del fai da te utilizzando i paracapezzoli in silicone. Sembrava aver funzionato alla grande perché finalmente riuscivo ad allattare senza urlare dal dolore ma, sopresa somma, dopo una settimana così, Greg risultava non aver preso nemmeno un grammo di peso! Io a questo punto ero in confusione totale: dormiva, bagnava i pannolini, sembrava sereno. Quando Lorenzo aveva fame era un’aquila e soprattutto si svegliava di continuo sia di giorno che di notte, altro che le 7 ore di sonno a due settimane di vita come faceva Gregorio.
Mi è persino venuto il dubbio che la bilancia avesse qualche problema ma in effetti visivamente non sembrava incicciottirsi. A quel punto, ho fatto la cosa giusta, ho “alzato la mano”. Ho contattato un’ostetrica del consultorio per avere un parere e ho preso un appuntamento per far controllare Greg da lei. Avevo comunque già il sospetto che i paracapezzoli avessero tappato un buco da un lato ma creato una falla dall’altro: Greg stimolava meno il seno con quell'”interferenza” e la produzione di latte ne aveva risentito molto. I miei sospetti furono confermati e a quel punto per fortuna il seno si era ripreso da quei giorni di parziale “tregua”, per cui con tanta pazienza mi sono messa ad eliminare i paracapezzoli e offrire di nuovo il seno a Greg senza. Nel frattempo, ho dovuto ricorrere però all’aggiunta per fargli recuperare quei giorni di peso zero.
Da quel momento le cose sono migliorate subito molto: Greg è in generale un bambino tranquillo che si adatta molto bene a tutti i nostri ritmi: dopo qualche iniziale rifiuto, ha ripreso subito ad attaccarsi bene.
Non rimpiango di essere ricorsa in quel momento al paracapezzoli perché l’alternativa penso sarebbe stata mollare del tutto l’allattamento, cosa che ho cercato in tutti i modi di evitare. Allo stesso tempo, sto continuando a fare allattamento misto: durante il lockdown ho dovuto seguire i grandi nella DAD, lavorare e curare un minimo sindacale la casa insieme a mio marito: non potevo permettermi di allattare tutto il giorno a richiesta ma sono davvero felice di avercela fatta a non togliere il seno anche al piccolo di casa.
tutti i giorni a lavoro insieme


E soprattutto, non potevo permettermi di “fissarmi” in modo eccessivo sull’allattamento, di deprimermi o angosciarmi con una situazione di emergenza del genere in corso. Se la vita fosse scorsa normalmente, con i 3 grandi a scuola e un buon 2/3 della giornata a disposizione totale di Greg com’era nei programmi, avrei senz’altro provato a tornare ad un allattamento esclusivo, ma così ho scelto una maggior serenità nel sapere che prendeva peso molto bene con un quantitativo preciso, ho potuto persino far dare il biberon a Costanza che lo desiderava tanto e al papà.
Credo che la strada intrapresa sia stata non giusta in senso assoluto, ma giusta per noi in questo momento: se c’è una cosa che essere mamma mi ha insegnato è che occorre prendere decisioni spesso rapide, che tengano conto di tanti fattori e non esiste una soluzione stile manuale, buona per tutte le stagioni. Esiste l’intersecarsi migliore possibile in un dato momento, di tutti i fili di una famiglia, per ricreare l’armonia che inevitabilmente si sfilaccia un poco con un nuovo arrivo.
Cosa mi fa credere che sia stata la scelta giusta? Il fatto di avere un bambino sereno, sempre sorridente e tranquillo, che è attaccatissimo a me ma che ha precocemente interagito con tutta la squadra di fratellini. Che dorme come un ghiro, ormai fisso dalle 21.30 alle 8.30 del mattino (anche se di notte fa versetti e si muove da matti e quindi pur dormendo, mi sveglio sempre acciaccata come dopo un incontro di box, ma ci sta!) e non ha avuto coliche o altri disturbi che avevano turbato i primi mesi di Lorenzo e Alessio. La mia serenità ha anche creato facilmente una griglia di situazioni rassicuranti per lui, che ormai prevede le sequenze “tipo” delle giornate, spesso sempre uguali del lockdown, molto diverse dai ritmi più caotici e imprevedibili del pre-covid.




A questo proposito vi consiglio la lettura di 2 articoli (qui e qui) sulle ricadute psicologiche del lockdown sui bambini. Non sono d’accordo che i bambini abbiano subito poche o addirittura zero ripercussioni, ma credo che i problemi maggiori abbiano colpito la fascia 3 anni in su.
In effetti per i neonati avere sempre vicini mamma e papà, avere come dicevo ritmi più rilassati e uniformi, ha molto giovato nel farli sentire al sicuro, mentre per i più grandicelli, perdere la socialità e le abitudini col mondo esterno è stato molto più difficile. Anche per questo ho creduto giusto non dedicare sforzo totale sull’allattamento, per non far sentire ancora più al margine i più grandicelli, già molto più provati di Gregorio.
E se è vero che l’emergenza ci ha portato via molto, sono anche molto fiera di come la nostra famiglia si sia stretta e compattata per farvi fronte, dalle piccole cose alle più grandi.
Se guardo indietro a come avevo preso una situazione in fondo simile, con l’aggiunta da gestire con Lorenzo, sorrido e vedo come sono cambiata e maturata: dal quasi “stigma” con cui avevo accolto allora quella sentenza, alla calma serafica di febbraio scorso.
Questo atteggiamento zen me lo sono guadagnato dopo aver assistito allibita a scambi di insulti tra fazioni nei gruppi Facebook sull’allattamento, dopo aver capito che allattare, per quanto meraviglioso, è in fondo un prezioso ma piccolo tassello nel corso del rapporto genitore-figlio e non può e non deve diventare un’ossessione, un riscatto o un alibi.
E poi ho imparato l’umiltà: anche al quarto figlio si può avere bisogno di una mano, l’esperienza non è mai troppa di fronte a qualche intoppo iniziale: ogni figlio è unico e irripetibile e non si esaurisce mai il repertorio, bello o più complicato che sia.
Insomma, mamme, lo so che se siete alla vostra prima esperienza è difficile perché ogni cosa sembra eterna e indispensabile e ci si sente inadeguate a far fronte al ruolo enorme e sconosciuto di crescere un altro essere umano. Ma se mi leggete, ricordate che non è retorica, è la pura verità: prendete decisioni, informate ma anche che preservino in primis il benessere vostro che è quello dei vostri piccoli. Si nutrono di latte solo dopo del nostro sguardo d’amore, della nostra felicità nello star loro accanto che è il vero alimento delle nostre vite.

2 Comments
Anche il nostro piccoletto ha giovato tantissimo di ritmi sempre uguali e molto lenti, ma adesso poverino si è trovato in mondo fatto di gente sempre nuova, viaggi, spostamenti,con tanto di trasloco!! Con la vita che facciamo normalmente avere un bimbo attaccato ai suoi ritmi è davvero difficile, ma so che si abituerà, anzi ci abitueremo tutti.
Per quanto riguarda i grandi ho avuto la fortuna di andare su dove avevano tanto spazio per giocare, interno ed esterno, e anche se so che comunque è stata dura, gli dico sempre che poteva andare peggio chiusi in appartamento!
Dopo il quarto…si continua???? Noi ci stiamo facendo un pensierino…
anche Greg durante la prima vacanza è stato nervosetto, era abituato a sempre stesso ambiente, stesse situazioni, credo che un filo di scombussolamento sia normale…anche noi col giardino siamo stati fortunati, sul resto non mi pronuncio XD