Ripartiti da Verona, ci siamo diretti nuovamente fuori, alla ricerca della brezza del Garda.
Quando si pensa al Veneto, le bellezze dei suoi laghi sono una delle prime immagini che balenano a molti di noi: il Garda ne è sicuramente il re ma ce ne sono tantissimi.
Tra questi, i più famosi come i montani Sorapis e Misurina, giusto per citarne un paio ma anche molti più defilati che meritano, qui qualche spunto per rinfrescarsi senza per forza andare al mare.
Il Garda è una zona meravigliosa: ero stata tempo fa a Sirmione e me la ricordavo come un luogo idilliaco.
Questa volta, causa tempo tiranno e clima assolutamente soffocante nonostante l’acqua, ci siamo concessi una passeggiata a Lazise alternando le viuzze del delizioso borgo, al lungolago davvero immenso e ben curato che però col sole a picco e la folla non era godibile al suo massimo. A settembre o a maggio penso che la passeggiata sia ancora più piacevole.





Lazise è perfetta anche per fermarsi a pranzare o a fare merenda: pullula di ristoranti e gelaterie.
Noi abbiamo gustato uno spettacolare cono di fish&chips da passeggio da George e un mega gelato delizioso a La Cremeria di Lazise.
Abbiamo optato per non sederci al tavolo anche perché i bambini erano tutti sul nervosetto andante: quando si viaggia con dei piccoli al seguito, va messo in conto dover trovare soluzioni veloci e fuori programma e ci vuole un grande spirito di adattamento ed elasticità (per fortuna non ci difettano!!). Insomma, la verità come sempre sta nel mezzo: viaggiare in famiglia, specie se numerosa, è un’esperienza fattibilissima e quasi sempre anche bellissima ma non è uno spot del Mulino Bianco e ci sarà di sicuro qualche capriccio da affrontare, qualche percorso da limare e vedrete più avanti nell’itinerario come abbiamo risolto un altro di questi momenti.


Dopo il gelato, siamo corsi al porto di San Felice del Benaco per la nostra escursione programmata sull’Isola di Garda.
Sapevamo che era la più lunga delle esperienze in programma sul Garda e pensavo di farla il giorno dopo ma il lunedì ahimé non avevo trovato tour e quindi anche qui, spirito di adattamento e via!
La visita è stata come immaginavo impegnativa per il gran caldo ma bellissima e per me che sono una grande appassionata di storia e di famiglie del passato, particolarmente affascinante (ma devo dire che, anche stavolta, i racconti hanno catturato anche Lorenzo e Costanza, al punto che la sera volevano che gli leggessi le storie del lago e in particolare del simpatico mostro Benny che si dice abiti proprio sotto l’isola! ). Se avete bimbi più grandicelli, in estate penso sia molto suggestiva l’escursione al tramonto che prevede il rientro per le 20.30.
L’escursione è fattibile anche con i bambini essendoci una traversata di soli 15 minuti e un drink sulla terrazza dopo la parte di visita guidata ai giardini e a qualche sala della villa (che è abitata tutt’oggi dai proprietari), che contribuisce a spezzare un po’ l’esperienza.
La nostra giovane (ma preparatissima!) guida ci ha accolti all’attracco in una cornice da quadro di Monet: tra cigni e ponticelli, ortensie e alte palme ci siamo incamminati alla scoperta degli aneddoti sull’isola che era già abitata in epoca romana come testimoniato dalle lapidi rinvenute.



Non solo bellezza naturale ma anche storica e culturale: nel medioevo l’isola passò ai frati francescani (e lo stesso San Francesco vi trascorse dei periodi in meditazione) che vi costruirono un monastero. Ancora oggi si possono vedere le grotte e i romitori: nonostante le continue incursioni i frati non l’abbandonarono mai, anzi sotto San Bernardino da Siena il monastero si ampliò e verso la fine del ‘400 era un’importante scuola di teologia.
Sapevate che nel 1304, si dice sia passato all’eremo anche Dante Alighieri?

Nel 1797 Napoleone soppresse il monastero e nel 1860 fu venduta all’asta entrando in possesso del Barone Scotti che la rivendette al Duca Gaetano de Ferrari di Genova e a sua moglie, l’Arciduchessa russa Maria Annenkoff.
L’aspetto dell’attuale villa Borghese-Cavazza in stile neogotico veneziano si deve proprio alla passione dell’Arciduchessa per il Palazzo Ducale di Venezia.

Tante le curiosità: ad esempio il magnifico verde dei giardini, curato personalmente da Lady Charlotte Chetwynd Talbot che ha una vera passione per il giardinaggio e i fiori e abita il palazzo insieme ad una parte della sua numerosa famiglia (ha ben 7 figli).
Proprio la famiglia è stata il cuore di questa visita: mi ha lasciato impresso il grande amore e anche capacità imprenditoriale di una famiglia che ha saputo custodire e poi anche aprire a noi visitatori, un luogo incantato che sembra sospeso nel tempo.
La magia e le leggende del lago hanno fatto da sfondo alla storia di vite vere, di giocattoli antichi ma usati sul serio, di fotografie sbiadite dal tempo ma non consumate e tramandate alle generazioni successive. Un amore che anziché venire meno con il tempo, è cresciuto: se i primi possessori dell’isola vi si recavano solo durante i mesi caldi, adesso vi risiedono in pianta stabile tutto l’anno, con pochissimi aiuti esterni.
E no, non venitemi a dire come qualche “solito” commento che è tutto facile quando si è nobili e ricchi: tante famiglie hanno dilapidato fortune e gestito malissimo patrimoni immensi. Io, sarà un po’ la mia vena imprenditoriale, ho grande ammirazione per chi riesce a far prosperare una grande famiglia, un territorio, una casa. Non è affatto banale, anzi è una vocazione in un certo senso, quella di saper gestire la complessità e io mi sento sempre piccina di fronte a storie familiari così belle.
Torniamo alla visita: dopo il drink e mini spuntino sulla terrazza dove abbiamo gustato anche l’olio prodotto dai Cavazza stessi, abbiamo passato un’altra mezzoretta di passeggiata libera in esplorazione del resto del parco e infine siamo tornati, con gli occhi ancora pieni di bellezza, all’imbarco per tornare sulla terraferma.
Siamo arrivati a sera alla nostra base sul Garda, il Poiano resort.

Eravamo tutti e 6 decisamente stanchi ma arrivare lì al tramonto è stato fantastico: una vera e propria oasi circondata da 60 ettari di verde mediterraneo curatissimo (palme, olivi, vigneti, oleandri, cipressi), in un giardino di rose, viole, ortensie, geranei ci ha accolti e ci ha lasciato intuire l’ospitalità che ci attendeva.
Al check in siamo stati, infatti, salutati subito con un sorriso e un po’ di chiacchiere direttamente con i bambini, segno della grande attenzione ai più piccoli. Nel nostro appartamento abbiamo trovato la culla pronta senza averla richiesta, spazi generosi e tantissima quiete. Ci è voluto poco per rilassarci dalla lunga giornata dopo una bella doccia ristoratrice.
La mattina dopo siamo andati a colazione presto: se siete lì con i bambini vi consiglio di fare un piccolo sforzo e scendere al primo turno (ce ne sono tre e potete scegliere l’orario). Essendo meno affollato, sarete particolarmente tranquilli e soprattutto ora che con le norme anticovid non c’è il buffet ma siete serviti al tavolo (tranne per caffè e bevande, servite al bar dentro la sala), farete in fretta e potrete godervi tutte le attività della struttura (che sono tantissime!).
appena seduti in attesa della colazione


Un aspetto che vorrei sottolineare è che potete letteralmente parcheggiare la macchina e lasciarla a riposo: infatti oltre alle attività in loco, al resort c’è una comoda navetta da e per Garda riservata agli ospiti.
Un weekend o una settimana di relax passano in fretta con a disposizione una piscina olimpionica (perfetta per gestire le norme di distanziamento) con annessa piscina per piccoli (e questo è stato un plus dovendo sorvegliare Lorenzo che voleva stare nella piscina “dei grandi” e i piccoli che sguazzavano nell’altra), un parco giochi, il ping pong, il tiro con l’arco, il golf, grandi campi da tennis e calcetto, beach volley e in più babyclub e miniclub. Ah, c’è anche la spa per mamma e papà!

I due biondi pronti a tuffarsi (e azzuffarsi!)
Noi abbiamo potuto solo dare un assaggio ma vi dico solo che dopo la prima notte ci siamo trovati così bene che abbiamo deciso subito di prolungare il soggiorno per goderci il più possibile l’accoglienza del Poiano.
Con spazi, servizi e bellezza del luogo (e anche l’ottimo rapporto qualità prezzo) mi sento di consigliarlo vivamente, specie se siete sul Garda con (parecchi!) bambini al seguito. La formula appartamento è perfetta perché ha comunque inclusi i servizi hotel ma avrete spazi comodissimi.
Ah, vi ricordate l’ultimo piccolo “aggiustamento” di percorso che vi avevo preannunciato? Avevo in previsione una gita al parco Baia delle Sirene a Punta San Vigilio: vi lascio il link di riferimento giusto per darvi un’idea della bellezza del luogo ma ahimè, il Poiano ha avuto la meglio, tutti hanno votato contro di me per restare lì a giocare e alla fine va bene così, siamo tornati a casa rilassati e divertiti e con la voglia di esplorare ancora tantissimo in Veneto.


Abbiamo ammirato e vissuto a mille colori: dal verde dei monti, al blu dei suoi laghi, ai mille toni vivaci di Verona e del suo Children’s Museum. E pensare che è solo un antipasto di tutto quello che di meraviglioso ha una regione così vicina e in generale tutto il nostro Paese.
Infatti dopo pochi giorni eravamo di nuovo a Gardaland, ormai tradizione familiare annuale irrinunciabile ma io non mollo: la prossima volta sono sicura che ce la farò a soddisfare anche il mio spirito di avventura e di scoperta che non vuole proprio placarsi!
Se ti è piaciuto questo post, leggi la parte 1 e la parte 2 del nostro mini tour del Veneto a cui si fa riferimento durante la lettura.
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