E’ passato qualche giorno dalla nostra full immersion in uno dei territori più belli che abbiamo avuto modo di esplorare in questo autunno: le colline del Prosecco DOCG: il Conegliano Valdobbiadene, proclamate patrimonio UNESCO nel 2019.
Quando Chiara di Prosecco di Marca mi ha invitata per un tour alla scoperta della zona, ammetto che la conoscevo solo per sentito dire: certo, avevo visto delle bellissime foto di vigneti e della famosa cascata del Molinetto della Croda, il Veneto però è vasto e ha delle ricchezze incredibili. Infatti, nel giro di pochi chilometri si passa dalle colline dolci, quasi pianeggianti della zona di Conegliano, fino a sfiorare le Prealpi, con le colline alte e impervie, coltivate a vigna a perdita d’occhio, nel Valdobbiadene.
Come tutte le terre di confine, anche il Conegliano Valdobbiadene ha un fascino speciale: i vigneti si susseguono rigogliosi incastonati tra castelli, raffinate ville storiche, piccoli borghi silenziosi e operosi, pievi e corsi d’acqua gorgoglianti.
Già al primo colpo d’occhio ci ha letteralmente conquistati con la sua bellezza intima, profumata di autunno e invitante alla convivialità.
Bonus 2021: Chiara e Stefano hanno aggiunto al tour un’esperienza su misura per le famiglie, il picnic su una delle colline più ripide di Valdobbiadene, c’è tantissimo spazio per i bambini! Il plus è poterlo fare anche con il brutto tempo perché si usufruisce della tettoia di una casera all’interno della proprietà.
Bonus 2: per voi che mi seguite e avete amato il nostro tour, Chiara e Stefano hanno riservato un’offerta speciale sull’experience che comprende Laboratorio del Formaggio +Pic Nic tra i Vigneti + laboratorio profumi in cantina. Usate BigFamilyProseccoTour come oggetto della email per avere il 25% di sconto e scrivete a info@prosecco-tour.com per prenotare.
Siamo arrivati sabato 3 ottobre alla nostra base, la Tenuta Mani Sagge, uno splendido “casolare di charme”, appena ristrutturato a due passi da Conegliano. Questa struttura, elegante e accogliente allo stesso tempo, è letteralmente immersa nella natura con cui è tutt’uno, grazie alle immense vetrate che anche durante la stagione fredda vi faranno godere il tepore di un salotto senza perdere la vista mozzafiato sul vigneto, il bosco e la vallata.
Ci hanno accolti, insieme a Marco, giovanissimo proprietario che ha da poco preso il testimone dell’impresa familiare, Chiara e Stefano di Prosecco Tour che con tanta passione ci avevano raccontato già nei giorni precedenti di questo meraviglioso territorio e della sua gente e avevano creato un itinerario su misura per la nostra big family.
Vi dico subito che avere loro come guide è stato il grandissimo valore aggiunto del nostro giro. Senza la loro presenza sarebbe stato sicuramente bello lo stesso come non potrebbe essere altrimenti in posti fiabeschi come questi, ma la conoscenza minuziosa delle tappe e dei tempi a disposizione, i racconti e l’amicizia che si è creata hanno reso tutto straordinario.
Il meteo non prometteva bene per il primo giorno: in effetti dopo essere stati a rinfrescarci in camera e aver inforcato il minivan, il cielo si è fatto scuro e minaccioso mentre ci avvicinavamo alla prima meta del tour, la cantina biologica L’Antica Quercia, tra le colline di Scomigo, una piccola frazione del comune di Conegliano.
Il luogo è davvero ideale per iniziare il nostro cammino:
I sogni più belli nascono all’ombra di un grande albero
La quercia è l’albero della vita, da sempre sinonimo di longevità, di generazioni familiari che si susseguono, l’essenza di ciò che eterno e insradicabile: ed è questa sensazione che, come un fil rouge, ha attraversato il nostro tour. Ne parleremo in chiusura, ma credo che capirete presto anche voi perché.
Un rarissimo esempio di tenuta immensa, l’Antica Quercia: 30 ettari a corpo unico di cui 21 a glera (il nome del vitigno autoctono), i restanti producono anche un ottimo olio, il melograno e perfino il miele con l’apicoltura. Le dimensioni generose permettono di scegliere davvero il biologico garantito che qui è iniziato nel 2007: in zona la norma è avere tanti diversi appezzamenti sparpagliati in vari punti, una situazione che non rende facile la conversione totale al biologico come ha potuto invece scegliere l’Antica Quercia.
La passeggiata per arrivare alle due querce che dominano la vista è panoramica e suggestiva: proprio arrivati al punto da cui si ammira meglio e ci si può anche dondolare sull’altalena, ci ha colti un acquazzone e ci siamo rifugiati intirizziti all’interno dove abbiamo rimpianto ben poco il nostro picnic sotto l’albero: abbiamo infatti trovato una splendida sala, con un immenso focolare crepitante e angolino lettura e una tavola già imbandita di bottiglie e taglieri per gustare gli abbinamenti, il paradiso autunnale per eccellenza!

Mentre i bambini giocavano al laboratorio appositamente preparato per loro, noi grandi ci siamo gustati gli assaggi dei vari spumanti con la spiegazione di come nasce il Prosecco docg, un prodotto molto diverso dall’immaginario comune che lo annovera tra i vini meno pregiati, quasi da supermercato. Abbiamo iniziato a conoscere le differenze tra brut ed extra dry, tra i più frizzanti e i più tranquilli e abbiamo assaggiato tutte le tipologie.
Il Colfondo, ad esempio, rifermentato in bottiglia è un vino di metodo antico e che si può “fare in casa” perché non necessita di particolari tecnologie, bastano una cantina e una bottiglia. Si “ammosta” un po’ di uva prima della vendemmia ufficiale con concentrato altissimo di lieviti che poi si inocula sui mosti della vendemmia accelerando il processo di fermentazione. Si ottiene un vino base che riposa tutto l’inverno e a primavera, con la prima luna crescente si imbottiglia e si fa ripartire il processo che dura 7-10 giorni. Non viene filtrato e i lieviti residui restano sul fondo (da qui il nome). Per questa ricchezza di sapore, in zona si usa tantissimo in cucina, ad esempio per fare i risotti. Rispetto ai vini spumanti classici si consuma dopo almeno 1-2 anni, il tempo aggiunge valore anziché toglierne.
Un gusto più versatile per il Prosecco fermo, il Morene, perché senza residuo zuccherino o bollicine ma ricco di minerali (da terreno morenico, appunto), si abbina facilmente con tutto e si assapora bene la componente aromatica, a me è piaciuto particolarmente ed è perfetto per un regalo a chi non conosce il Prosecco superiore, proprio perché andate sul sicuro e rappresenta molto bene l’autenticità della materia prima.
Anche il brut, chiamato Matiù, è una delle tipologie più rappresentative e apprezzate della cantina e del wine shop. Le bottiglie sono una vera opera d’arte: ognuna infatti ha un’etichetta che è un tassello del quadro, in stile “hokusai”, che raffigura la tenuta, con un particolare dorato che racconta la storia e la posizione di coltivazione.
Non solo etichette: anche i tappi sono da collezionare, una vera chicca!

Se volete assaggiare una di queste piccole meraviglie o regalarle, l’Antica Quercia mi ha lasciato un codice sconto: swingingQUERCIA che vi dà diritto al 15% basta inserirlo nella vostra richiesta via email info@anticaquercia.it
Lasciamo ora la cantina per proseguire il nostro giro: è la volta del castello di Conegliano, un punto da cui ammirare tutto il territorio circostante: da qui si vede perfettamente il cambio di aspetto delle colline e con il bel tempo potrete vedere le Prealpi e persino Venezia e il mare, un mix incredibile.
Continua l’alternanza pioggia schiarite, così ripartiamo alla volta della seconda cantina, a Refrontolo, quella della famiglia Toffoli.
Attraversiamo ancora una campagna meravigliosa, passiamo per la pieve di San Pietro di Feletto che è proprio a metà della strada del Prosecco: vi consiglio di fare una sosta qui sia per delle foto sempre dall’alto, sia perché è un bell’esempio di edificio sacro antichissimo (tra l’VIII e il IX secolo). Tutta la zona, come vi dicevo, è impreziosita da antiche pievi, castelli e palazzi storici di grande bellezza e suggestione. Come sapete, la storia è una mia grande passione, innata e coltivata durante gli studi universitari: questo lembo di terra incarna molto bene la fusione tra natura e cultura che è il “mio” connubio perfetto: ecco infatti la definizione UNESCO:
esempio eccezionale di un
insediamento umano tradizionale che sia rappresentativo di
una cultura e dell’interazione umana con l’ambiente
Ma torniamo alla nostra meta, la cantina Toffoli si preannuncia subito molto diversa: ci accolgono delle immense autoclavi e il fortissimo profumo di vino, insieme al sorriso e alla simpatia di Luciano, uno dei tre fratelli dell’attuale generazione che con la piacevolissima cadenza veneta (per cui, lo confesso, ho un debole!) ci racconta con grande passione la storia della sua famiglia e di come è nato il progetto Toffoli.

Per me che adoro ascoltare e raccontare, è come accoccolarsi accanto al fuoco e gustarsi una fiaba, e in effetti un po’ vi somiglia. Tra un dettaglio tecnico sulla spumantizzazione e la presentazione del loro fiore all’occhiello, il Passito di Refrontolo, infatti, danzano davanti ai nostri occhi tutti gli aneddoti di una famiglia davvero straordinaria: il suo fondatore, papà Vincenzo, è anche giardiniere in Inghilterra negli anni ’50 presso i Perkins, la società che ha concepito il motore diesel veloce. Nella memoria di Luciano riaffiorano le immagini delle sfilate delle auto d’epoca con le ruote in legno, le parate con i cavalli, insomma siamo già immersi nella magia fin dai prodromi della storia.
Nel 1964 la famiglia torna in Italia e acquista un piccolo podere di 5 ettari a Refrontolo, paese natio della moglie Maria. Ad oggi la cantina è gestita dai 3 fratelli Sante, Luciano e Gabriele affiancati dalla nuova generazione, i nipoti Umberto e Francesca che hanno studiato alla Scuola di Enologia G.B. Cerletti di Conegliano.

In questa scuola, la più prestigiosa e antica d’Italia, fondata nel 1876 vengono a studiare da tutto il mondo e ha anche contribuito ad un aspetto bellissimo delle nuove generazioni: avendo molti ragazzi del posto studiato assieme, c’è un clima di grande amicizia e un filo meno di rivalità tra famiglie. Dopo la visita alle cantine, passiamo alla degustazione: in carta ci sono tantissimi vini premiati e Luciano ci fa assaggiare tutti quelli che ci incuriosiscono: una vera esplosione di sapori.

Il Passito poi non somiglia affatto al famoso cugino di Pantelleria, è sempre corposo ma ha il profumo e il gusto di queste terre, è unico!

I bambini intanto sgranocchiano e bevono il loro succo di frutta e poi…sorpresa, finalmente il sole fa capolino regalandoci una splendida golden hour che avvolge il vigneto. Finalmente si può giocare fuori, assaggiare l’uva, rincorrere gli animali e scorrazzare felici.
Noi facciamo un’ultima conoscenza: Maria Vittoria ci presenta Glerage, una linea cosmetica che ha per principi attivi i polifenoli estratti dalla buccia e dai semi dell’uva Glera, una bella coccola per finire la prima giornata del nostro tour.





Anche la cantina Toffoli ha pensato di offrire a tutti un codice sconto del 10% valido fino al 31 marzo 2021 : utilizzate 10swing nello shop dove trovate oltre alle singole bottiglie (il Passito di Verdiso è perfetto da portare in tavola per le festività!), anche dei kit a tema per avere una panoramica più completa dei tanti sapori diversi della cantina.
Di ritorno al Mani Sagge, siamo un po’ stanchi e dopo una bella cena con un calice spettacolare, ci tuffiamo verso il meritato riposo. L’atmosfera della zona ristorante concilia il relax in modo incredibile: i divanetti, i libri e le soffuse sonate di pianoforte ci accompagnano piacevolmente fino in camera dove crolliamo tutti in pochi secondi.

La mattina ci aspetta una bella colazione e soprattutto, con la luce, la vista sull’esterno: una colazione simile non si dimentica facilmente e rimette davvero in pace con il mondo.



I bambini fanno decisamente onore alla torta al cioccolato e anche noi grandi, dopo brioche, frutta e caffè siamo pronti per la seconda parte della nostra esplorazione. Dopo aver recuperato il giubbino di Ale che era rimasto da Toffoli, ci dirigiamo al Molinetto della Croda, un angolo idilliaco nel bosco che sembra uscito direttamente da un dipinto del ‘600. E’ proprio al XVII secolo che risale il mulino, ancora funzionante e oggi sede di mostre, in particolare l’annuale mostra internazionale dei Presepi (quale sede migliore, sembra di essere davvero dentro una natività barocca!).

E’ giunto il momento di incamminarci alla volta del Valdobbiadene, più precisamente la zona di Cartizze, dove la vendemmia è detta “eroica” perché fatta interamente a mano, in condizioni difficoltose e nel rispetto assoluto delle viti, che con un trattamento simile, arrrivano a vivere oltre 100 anni anzichè 20-30 massimo come quando sono vendemmiate a macchina.
Valdobbiadene: Terra, Uomini e Storia Cartizze Vite centenaria
Infatti, per produrre in modalità industriali, è necessaria una quantità di produzione che una vite più anziana non riesce più a garantire e pertanto viene soppiantata. Invece in questa zona, la si lascia produrre il suo estratto che è minore per quantità ma che è estremamente concentrato, con un sapore unico: nasce così il Prosecco docg in cima alla piramide della qualità, anche per un’esposizione al sole e ricchezza del terreno particolari.

E’ stato davvero emozionante affacciarsi su un vero e proprio anfiteatro collinare e ammirare vigne in cui si alternano viti nodose e spesse come alberi ad altre giovani e sottili, un’alternanza armoniosa che insegna tanto su come il rispetto del corso naturale della vita sia il vero motore dell’eccellenza. Un modello non solo di business ma di approccio a tutta l’esistenza che è un monito per tutti noi, ormai avvezzi a ritmi ed esigenze standardizzate.

Dopo qualche altra foto panoramica sui vigneti, giungiamo in vista dei pali a forma di matite che annunciano l’arrivo a Col del Lupo, nella punta estrema del nostro viaggio in Valdobbiadene.


Questo arcobaleno di colori è un primo assaggio della creatività di una famiglia che coltiva il vigneto dal 1942 e ha oggi alla guida due generazioni di donne fantastiche: Giulia e Diana. Giulia è la “mamma” del Col del Lupo, oltre che di due bimbi e di Spritz, il cagnolino. Inutile dire che il quartetto di pesti ha fatto subito amicizia e ha capito che era giunto il momento di giocare.

Il meteo, tra l’altro, ha deciso di graziarci e quindi oltre alle attività anche qui davanti alla tavola e al focolare, i piccoli di casa hanno potuto divertirsi fuori. Ma prima ci attendeva una divertente sfida preparata per mettere alla prova il nostro olfatto: dovevamo indovinare alcuni ingredienti solo grazie al naso. Alla fine tutti si sono divertiti molto ma the winner is…la sottoscritta 😉

Però dai, alla fine hanno vinto tutti!

Dopo il laboratorio, è iniziata la degustazione, che è stata accompagnata anche dal buonissimo buffet fatto in casa dalle sapienti mani di Diana: un pranzo genuino, d’altri tempi che ha fatto leccare i baffi anche ai più schizzinosetti della famiglia, Lorenzo continuava a fare capolino per sgraffignare pezzi di focaccia, di frico e di schiacciata con l’uva fragola.
Abbiamo avuto modo di assaporare, oltre ai classici Brut, Dry ed Extra Dry, un secondo Colfondo e ho constatato con stupore come il gusto fosse completamente diverso da quello de l’Antica Quercia: incredibile come con così poca distanza si ottengano risultati così diversi, ognuno con il suo carattere peculiare.
La storia di Col del Lupo è fortemente improntata alla sostenibilità: Dal 2010 utilizza energia rinnovabile ed è in conversione a conduzione biologica dal 2018. E’ emerso nelle loro parole, con molta forza anche l’orgoglio di essere vignaioli FIVI (che sta per Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), i custodi e i valorizzatori del proprio prodotto e dell’immagine italiana nel mondo.


Anche Col del Lupo ha voluto offrire un codice sconto del 20% sul suo shop, utilizzabile fino al 31 ottobre: troverete le bottiglie ma anche vino sfuso e le esperienze di degustazione in pacchetti tematici che potete regalare. Utilizzate TSM1020 in fase d’acquisto.
E’ arrivato il momento dell’ultima tappa del nostro tour che ci riporta a Conegliano ed è qualcosa di davvero speciale e diverso da tutto quello che abbiamo fatto finora: ci aspetta infatti una full immersion da Perenzin, caseificio storico che è anche cheese bar e bottega del gusto.
La Baby Cheese Academy con alla guida Emanuela ed Erika, ci aspettava con delle apposite t-shirt e tutto l’occorrente per imparare a preparare il formaggio.
Lorenzo e Costanza hanno preparato con le loro mani la propria forma (eh già, Ale ha pensato bene di addormentarsi durante il percorso da Cartizze e ha continuato a ronfare sorvegliato da Stefano) e abbiamo visitato il retrobottega che ci ha lasciati letteralmente a bocca aperta: premi, cimeli di famiglia, un vero tuffo nella storia -vi lascio immaginare la mia faccia da malata di vintage di fronte ai macchinari dell’epoca, all’intero bancone del negozio degli anni ’50 ecc.
Abbiamo visitato anche i luoghi di conservazione dei vari tipi di formaggio.
Come vi dicevo, Perenzin ha una storia e una tradizione di formaggi creati da loro che hanno vinto tantissimi premi blasonati (quando Lorenzo ha saputo di trovarsi nel tempio dei formaggi “palloni d’oro”, non poteva crederci!), e infatti nell’attesa del formaggio handmade dei bambini, abbiamo anche qui degustato vari esempi di diversi tipi di formaggio, imparando a riconoscere dal colore, consistenza e sapori tutto su questo cibo davvero straordinario.
Inutile dire che abbiamo anche qui fatto la spesa, in particolare ci ha conquistati il formaggio di capra bio al timo, Caseus Veneti 2020 Oro per la categoria Formaggi affinati in fieno ed erbe e il formaggio di bufala ubriacato al Glera super medaglia d’oro in tantissimi Cheese award. Sapevate che il “formaggio ubriaco” si ispira all’usanza antichissima di nascondere il formaggio nella vinaccia per sottrarlo ai saccheggiatori durante le guerre oppure al padrone della terra durante il conti di fine annata col fattore?
Insomma, le delizie del palato in questi due giorni sono stati (anche e ancora di più) l’occasione di curiosare tra le pieghe del tempo che è stato ma che non smette di esercitare il suo fascino sulle nuove generazioni. Giovani che spesso dopo l’abbandono della terra di tanti tra gli anni ’60 e ’70, decidono di tornare alle radici e con tantissimo coraggio e determinazione e spesso l’ausilio dello studio e delle nuove tecnologie riprendono in mano progetti secolari.
In giorni così bui per il nostro Paese e per il mondo intero, poter raccogliere le testimonianze di tante famiglie e tanti giovani che costruiscono il futuro, guardando avanti e raccogliendo l’eredità, il valore e la bellezza ricevuti, apre il cuore: le viti antiche accanto a questi nuovi germogli, uno spettacolo meraviglioso. Avanti tutta!

Vi lascio infine con gli ultimi due codici che potete usare, se vi è venuta voglia di seguire le nostre orme:
Usate 10swingingmom su Mani Sagge per avere il 10% di sconto su:
- Degustazioni
- Pernottamenti in Agriturismo
- Acquisti nello Shop Online (oltre a spedizione gratuita)
- E soprattutto, quello che vi consiglio davvero è di contattare direttamente Chiara e Stefano per un tour su misura con loro: in base alle vostre necessità di tempo, ai vostri interessi e preferenze prepareranno l’itinerario su misura per voi e vi accompagneranno alla scoperta di tutto fin nei minimi particolari, ne assolutamente vale la pena, specie se avete anche i bimbi al seguito (sono anche dei super intrattenitori!!). Ricordate di utilizzare BigFamilyProseccoTour come oggetto della email per avere il 25% di sconto. Il contatto è info@prosecco-tour.com .
Spero di cuore di avervi trasmesso un pizzico della magia di due giorni che resteranno sempre con noi. Se volete sbirciare qualcos’altro, andate sul profilo Instagram, abbiamo creato delle story in evidenza con tutti i contenuti live del tour.
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