In principio era il mitico sacco nanna: spopolava su tutti i gruppi e forum mammeschi della rete. Avendo avuto tutti e tre i miei bimbi in periodi dell’anno ancora freddini (due novembrini e un marzolino) appena l’ho visto ho pensato che fosse ideale per non farli infreddolire, soprattutto con Lorenzo.
Dopo la fascia per portare, la fascia per calmare
Abitavamo, all’epoca, in Toscana, in una residenza storica con dei soffitti alti non so quanti metri: so solo che era impossibile scaldare come si deve i due ambienti principali. I modelli più blasonati, il Grobag e il Thun mi parevano esosi per il rischio che il nano non li gradisse, per cui mi sono buttata su h&m e Kiabi, nella versione di cotone non eccessivamente calda -e senza maniche. Andavamo pur sempre incontro al bel tempo, pur essendo il mese “pazzarello”. Lorenzo gradiva eccome e devo dire che nel complesso mi sono trovata bene. L’unico inconveniente, a mio parere, è che di notte, essendo uno strato bello spesso, impedisce di intercettare al volo tutine o body bagnati (oh, al terzo figlio mi è capitato comunque qualche volta, alla faccia del livello “esperta”…).
Insomma, se c’è qualche incidente il tutto risulta più lungo e macchinoso. Ve lo consiglio soprattutto se avete case piuttosto fredde, non capisco a cosa servano nei Paesi nordici, dove gli interni sono tutti a +40°. Ricordo ancora a Vienna che a momenti mi cadevano le orecchie ibernate mentre ero in giro e appena infilavo la porta di un negozio o dell’hotel mi pareva di essere di colpo ai Caraibi. D’altronde, come dice giustamente un amico: “solo nei Paesi caldi si soffre il freddo in inverno”, proprio a sottolineare questo aspetto. Infatti nell’area anglosassone ora va fortissimo il wrapping o swaddling che sta per “fasciare”, “infagottare”.
Sì insomma, siamo tornati, anche qui alle usanze di un tempo in chiave fricchetton chic (tanto per cambiare, ci dovrò fare una rubrica con tutto il materiale che offre! Grazie anche a Kate Middleton che ha applicato la tecnica con il royal baby George, divulgando il verbo alle masse). Se sente mio suocero sta roba, fa una smorfia da qui all’America: lui suole ripetere sconvolto che una volta “i neonati li lasciavano imbalsamati” (e che tenevano gli occhi chiusi 40 giorni….), ovviamente perché le donne dovevano zappare la terra.
C’è da dire che è comprensibile il suo sbigottimento, avendo il confronto impietoso con i suoi nipoti, uno più scatenato dell’altro (specie i due maschi che sono in moto perpetuo). Il punto è che effettivamente molti neonati vengono al mondo con una certa “ansia da contenimento”, ossia una specie di stranimento nel trovarsi catapultati nel “vuoto” dopo essere stati belli stretti nell’utero materno per tanti mesi.
Provate ad immedesimarvi un attimo: abitate in un monolocale con cucinotto e di colpo risiedete nel maniero “40-camere-da-llletto” progettata da re Stefano per la prole di Aurora nella Bella Addormentata. Provateci un attimo e, a parte l’impressione euforica momentanea del “ho vinto all’enalotto”, vi accorgerete subito che vi sentite un filo spaesati: per trovare la via alla stanza padronale ci vuole il percorso segnaletico. Ecco: ad alcuni neonati paciosi non fa un baffo, mentre altri, più sensibili ai cambiamenti (e insomma, nascere non è uno scherzetto né per noi mamme né per loro…) sono leggermente sotto shock.
Loro nuotavano in una specie di piscina extralusso a temperatura massimo comfort, e adesso li schiaffano sulle bilance, nella culletta o peggio ancora in una stanza con altri neonati urlanti. Pure a me prenderebbe un pochino male. Per farla breve, la soluzione oltreoceano è appunto il ficcare il pupo, agitato dal cambiamento di status, in una copertina morbida con delle ali che si incrociano davanti a creare una specie di abbraccio sul suo petto. Sarà stato un oscuro presagio o forse che le cose tanto carine con stelline/animaletti mi fregano sempre (specie se con le orecchie da orsacchiotto incorporate), sarà come non sarà ma Alessio è nato proprio con un’ansia da contenimento di quelle TOSTE. Le ostetriche se ne sono accorte subito. Mi è rimasta impressa una dall’accento francese che, dopo aver lasciato 5 minuti il piccolo al nido per andare a sistemarmi al mattino nella toilette per signore mi fa: “senta, il suo è l’unico che ha urlato e si è dimenato tutto il tempo” (confortante eh) per poi proseguire “se non fosse che è il terzo non glielo proporrei, ma ormai lei è easy quindi facciamo la prova di dargli 20 gr di LA? Anche se io credo sia una fortissima ansia da contenimento visto che ha un calo fisiologico bassino”.
E qui, avendo preso stavolta solo 8,5 Kg contro i 12-13 delle altre due gravidanze (ne ho persino perso uno al nono mese dato il fortissimo bruciore che avevo, riuscivo a ingurgitare praticamente solo gallette di riso o pane, insomma roba secca tipo il primo trimestre) al sentire questa sentenza di morte mi sono detta che forse nella mini pancia ci stavo proprio TANTO stretto. Ovviamente i 20 grammi non sono serviti a un bel niente e il mio angioletto ha proseguito la sua modalità tarantolata.
Immaginatevi che ero circondata di neonati comatosi o comunque “normali” e io con sta biscia da placare. Altro che sacco nanna, non sarebbero bastati 2 lt di acqua santa + camicia di forza.
Una puericultrice dolcissima (me la ricordo come una specie di angelo notturno) si è accorta che passeggiavo avanti e indietro per il corridoio con il fagottino in braccio. Deve aver visto la mia faccia rassegnata e le avrò fatto una gran pena perché mi ha accompagnata in stanza dicendomi di riposare, che mi calmava il piccolo. Beh, a un certo punto persino lei (che ripeto, era la pazienza fatta donna, una vocina che avrebbe calmato un serial killer) ha mollato un’amichevole pacchetta al mio piccolo ansiogeno intimandogli “ehi, tu, sei tremendo…basta, fai riposare un po’ la tua mamma….” Insomma fatto sta che avevo acquistato questa:
prontamente ribattezzata dal marito “tappetino da doccia”. Andando incontro al freddo, è in ciniglia, ma la versione più famosa, di Aden & Anais (quella usata praticamente da tutti i baby vip e che iniziano a intravedersi anche in alcuni shop online -e non- qui: ad esempio The Milk Bar o Apple Pie) è in mussola e in generale ne esistono di traspiranti e leggere, adatte anche alla stagione calda. Mah, io sarò particolarmente sfigata e il mio somiglia all’incredibile Hulk che si straccia le vesti (ma sul serio eh, lo trovo spesso senza pantaloni o con le clip sbottonate a furia di scalciare…) però qui non è servita a niente proprio. Forse a posteriori, dovevo prenderla più imbottita stile mummia egiziana, non so.
Se ve le regalano, vale la pena fare l’esperimento, altrimenti per quanto mi riguarda, il sacco nanna è meglio.
Soprattutto perché si sfrutta più tempo: lo swaddle vale solo per i primissimi tempi e personalmente la userei solo di notte. Ci sono studi che infatti la promuovono nel contesto della nanna ma (giustamente, aggiungerei) la bocciano se usata anche di giorno e per troppe ore. Questo perché pare abbia effetti negativi sulle anche: le gambe devono potersi muovere anche in “orizzontale” per uno sviluppo armonioso. Quindi per me è un nì contro un deciso sì del sacco nanna: vince la sfida a mani basse.
E per le orecchie da animaletto, mi ributto sui teli da bagno a koala.
Qualcuna di voi ha provato con più successo queste tecniche effetto tranquillante naturale? Dite che vale la pena di buttarmi di nuovo sul sacco nanna anche con il mini Hulk?
P.s. Update: vi segnalo un altro articolo in tema Swaddle su Only4Kidz!
3 Comments
Conta su di me per aver provato… Ma non sui successi! Noi abbiamo provato a fasciare l’Inquilina quando aveva le coliche (a parte quando ha dei fastidi e’ una piccina vivace ma che non piange mai, in ospedale era l’unica che se la dormiva…) con la copertina con le ali, risultato? Un minuto di calma, mezz’ora di pianto. (Ne parlavo giusto qui http://go.shr.lc/1E06rW8 ) per fortuna al sacco nanna ho rinunciato in partenza, che con la crescita che ha sarei stata già al decimo acquisto 😀
corro a leggere! allora vedo che non sono l’unica ad avere miseramente fallito .__.
[…] siete ancora convinte? Su The Swinging Mom potete leggere una recensione Sacco Nanna VS Swaddle per valutare qual è la soluzione giusta per […]