Avere tre figli è una bella impresa, ma mai come a Natale: ognuno vuole fare (ed è in grado di) un lavoretto diverso, ci sono ben 3 recite e merende con la scuola da presidiare, a nulla vale la playlist di Bing Crosby e Chipmunks per placare le lotte intestine (e nemmeno la minaccia concreta che Babbo Natale si dimentichi di portare i regali).
Ma la cosa peggiore di tutte è la fenomenologia dei regali.
Onde evitare altri strali e ire funeste (che ho già dato con mine vaganti che mi boicottano sui social) specifichiamo subito: per fortuna non sono capitate -ancora- tutte a me, ma sono liberamente tratte dai racconti di amiche mamme, le classiche chiacchiere davanti al caffè antistress in cui un po’ si ride e un po’ si piange.
Ho pensato di condividerle con voi perché io, sarà anche che ho imparato con gli anni a essere estremamente easy, ci ho riso di brutto.
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Quelli che “cosa posso regalargli?”
Questa è un classicone e la dedico con affetto a tutti quelli che lo hanno fatto con me: lo so, anche solo scegliere i regali non è impresa da poco e quando ne hai tre, di pargoli, che hanno tutto, dalla chitarra (originale) di Jimi Hendrix alla cucina di cartone montessoriana, il panico è davvero dietro l’angolo.
Solo che, regolarmente arrivano queste domandone esistenziali il giorno dopo che hai già comprato tutta la sbilenca lista di Babbo Natale del grande (ormai in grado di fare ordinazioni in autonomia) e ti sei scervellata un mese e mezzo per trovare qualcosa di adatto alla fascia 2-4 anni che è estremamente sfigata.
Io ho fatto mia la politica del “se non so chechezz fare vado di buono in un negozio figo”, punto. Vi prego, diffondete il verbo anche voi.
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Quelli che non vedono un bambino dal 1896
Nei giorni scorsi sono andata nella 5° bolgia dantesca in Giocheria e mi hanno fatto tanta tenerezza due nonni che vagavano tra cavalcabili e bambolotti e intanto confabulavano tra di loro: “mi ha detto che vuole la Playstation qualcosa”. Mio marito e io ci siamo lanciati un’occhiata carica di compassione umana.
Ecco, genitori: non date task impossibili a sti poveretti. Se proprio devono comprare cose per nipoti undicenni indicategli il numero di scaffale e pure il nome del commesso, a cui chiedere. Altrimenti, io tornerei al mio proposito del punto sopra. In ogni caso quando lasciate, al contrario carta bianca a questa categoria di parenti/amici sappiate che il risultato sarà uno dei seguenti:
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Quelli che “luci canti suoni e balli”
Già, perché nel dubbio, visto che non si sa più come intrattenere sti diavoletti moderni, la strategia dello stordirli con effetti speciali trash è una delle soluzioni must, ormai consolidate. Peccato che oltre a rimbambire loro (cosa tutto sommato non del tutto deprecabile), anche i vostri timpani e nervi salteranno molto, molto prima dell’Epifania. Che tutte le feste si porta via, e speriamo pure i regali di questo tipo, ecco.
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Quelli che “alle femmine la spa per le unghie a 3 anni a lei e il mitra a lui a 2”
E’ una cosa che davvero non mi spiego, questa attenzione morbosa al maschio-femmina: e parlo di entrambe le “direzioni” ossia chi vorrebbe fare piazza pulita della genetica e al contrario chi la esaspera così. Avendo due maschi e una femmina, posso dire per esperienza che hanno le loro inclinazioni personali ma non c’è alcun bisogno di interferire in alcun modo in questo processo naturale. Ah, trovo orrendi sia le mini spa glitterose, sia i mitra. Per me esistono semplicemente giochi brutti e stupidi e, ahimè, girando per negozi, ne ho visti a iosa. Molto più che nei retrogradi anni ’80-’90 quando il solo concetto di gender/antigender era ostrogoto, perché la gente si affidava al buonsenso. A me piaceva giocare sia con le barbie (beh a dire il vero ne ho brutalizzate parecchie, più che mandarle al ballo col principe) che con il castello dei cavalieri lego. E sono ancora qui.
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Quelli che “gli regalo il lego +14 a 4 anni perché voglio giocarci io (con lui?)”
E gnente, questa categoria la adoro. Di solito è lo zio giovane o l’amica senza figli, ma ammetto che qualche volta l’ho fatto anch’io. A me piacciono un sacco di cose per bambini e soprattutto con determinate categorie non resisto. Faccio mea culpa di aver comprato (diverse volte) albi illustrati strafighi solo per poterli leggere con loro.
Se siete tentati di farlo…fatelo pure, io non mi opporrò di certo!
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Quelli che “pista per i trenini misurante 10 metri per 7”
Sì, lo so che era nel reparto giochi educativi in legno atossico e solo alle prime due lettere della parola Cina vi prende un mal di pancia delle dimensioni della Grande Muraglia, ma vi prego, fermatevi un attimo a considerare che la casa dei suddetti bambini è 85 metri quadrati, di cui un buon 80% invaso da orpelli di ogni genere e tipo che ormai per riporre le cose si fa uso anche delle scale di servizio. E lo so, il vello di montone tibetano è così fricchettone e idilliaco, appoggiato sulle sbarre della bucolica culla intagliata dall’ebanista di famiglia, ma non si può lavare in lavatrice. Fatevene una ragione e virate sul Cicciobello bua.
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Quelli che fanno i pacchetti regalo alle 2 di notte del 24 😛 (questa sono io!)
Infine, i mejo, roba che l’intero esercito di folletti del Polo Nord vi sbeffeggia stile “ah-ha” di Nelson osservandovi dalla finestra.
Perché voi, dopo aver accompagnato i bambini a cantare Jingle Bells porta a porta, fatto una scappata alla festa dei maglioni brutti anni ’90 del lavoro (non posso credere che da noi l’abbiano organizzata davvero e IO non sarò lì), preparato il cenone e addobbato la tavola, raccontato 30 storie soporifere nella speranza che si addormissero e invece no, sono lì con gli occhi sbarrati e l’adrenalina a mille nella speranza di beccare la slitta volante. Ecco, dicevo: voi vi ritrovate a impacchettare strenne di ogni formato con l’orecchio teso a cogliere drammatici scalpiccii dal corridoio con l’ansia che vi becchino sul fatto, causandogli un trauma infantile che vi costerà mesi e mesi di psicoanalisi e sensi di colpa.
2 Comments
Grazie. Stasera Ero indecisa se leggere qualche post o cedere alla rilettura di via col vento prima di crollare. Domani è un altro giorno ma in questo me ne vado a dormire ridendo.
Cavoli ho battuto uno dei miei miti cinematografici E comunque ridevo pure io da sola mentre scrivevo