Ho scoperto la formula pop della consulenza finanziaria Widiba che ispira le persone (e tutto il Paese)
Sono anni che sento parlare di “storytelling”, specie in ambito aziendale, spesso a sproposito: uno dei tanti trend di cui si riempiono podcast, video motivazionali e articoli copia/incolla.
Come tutti i tormentoni, più se ne parla e meno si fa: è una lezione che ho imparato in questi ormai cinque anni di blog e di consulenza, in cui mi è capitato di lavorare con tutti i tipi di realtà, dalla multinazionale al negozietto di nicchia.
Bene, nel vero storytelling, quello autentico, potente e soprattutto corale, mi sono imbattuta finora pochissime volte, il caso migliore in assoluto è senz’altro quello di una banca online, Widiba.
Sembra incredibile: una banca campione di storytelling? Ma soprattutto, che con coraggio pubblica un libro, con la copertina rosa fucsia, anziché l’ennesima scartoffia burocratica o convention ingessata?


Che sa coinvolgere nella sua Cronaca Pop proprio tutti, dal pesce rosso all’Amministratore Delegato. Da chi l’ha vista nascere e ne conosce ogni “scatto di crescita”, proprio come una mamma premurosa, fino al più lontano “stakeholder”, chi insomma si è appassionato alla sua storia, ma la segue dall’esterno, come uno spirito affine con cui si fa “click” quando ci si incrocia ma poi tutti a casa.
Già, casa. Il libro che ho tra le mani inizia così, con una suggestione di Andrea Cardamone: una vecchia casa, che nasce alla sua seconda esistenza nel 2014, proprio come questo blog. È una casa molto speciale che sembra si dispieghi nel racconto proprio per me, che sto affrontando la mia avventura personale ma speculare: La Baita.

Poco importa che la mia sia una villetta liberty, la Baita è un archetipo: rimanda a tempi lontani e a valori come scolpiti dentro quel legno (non a caso è un materiale “vivo” e straordinario). Valori fondanti dell’essere famiglia, di essere rifugio e conforto in un mondo vorticoso, tanto più per chi fa un lavoro -pur amato – come quello del consulente finanziario, che assorbe energie e ha bisogno di momenti in cui poter chiudere la porta, gli occhi e cullarsi nel tepore di un bozzolo sicuro.
Quei valori non sono relegati nel passato: sono le fondamenta stesse della felicità di essere umani, perderli significherebbe recidere l’arteria pulsante e vitale che ci scorre dentro. Allo stesso tempo, quelle antiche travi devono accettare di essere attraversate dalla tecnologia, dalla propensione al futuro, perché vi fluiscano nuove storie. Perché in fondo le case sono solo gusci vuoti, se non palpitano del cuore di chi le abita, le persone.
Ecco qual è la visione e l’ambizione (nemmeno troppo segreta) di Widiba e che dovrebbe far sua qualunque realtà davvero di successo: essere un po’ baita pop, non un luogo in cui ci si trascina la mattina sperando di scapparsene prima possibile, ma un posto che faccia sentire la bellezza di essere antichi e nuovi ogni giorno.

Penso sia questo connubio, quest’alternanza, l’essenza stessa dell’essere “pop”: proprio come i colori vivaci a contrasto creano l’armonia cromatica, allo stesso modo le parole banca online (già un po’ opposte!) tradizione e innovazione, top manager e pesci rossi, eventi interni ed esterni, si intrecciano in un dipinto “no ordinary”.

Non è uno slogan: tutte le persone reali, in carne ed ossa con cui ho avuto il privilegio di scambiare un sorriso, qualche chiacchiera e con cui ho co-creato un pezzetto dell’ultimo capitolo di “Cronaca Pop di Widiba“, sono proprio così. Mi fanno venire in mente una frase di Inés de la Fressange che, fatalità, mi sono ritrovata a leggere come citazione qualche giorno fa: “amo la tradizione, ma combatto la convenzione”.

Perché la verità è che i migliori professionisti che conosco, i più competenti e brillanti, non hanno bisogno di nascondersi dietro un paravento noioso, non amano prendersi sul serio. Sanno che andare in ufficio con la t-shirt stampata sotto la giacca non li rende meno capaci di stilare una simulazione mutuo o aprire un conto corrente online. Sanno parlare con eleganza e disinvoltura di geopolitica e di David Bowie senza uccidere “la cultura aziendale”, semplicemente perché sono multipotenziali, curiosi e sempre in fermento: questa e solo questa è la “skill” che servirà nel mondo (non solo lavorativo) del futuro.

Se l’Italia tutta saprà cogliere l’ultimo treno per essere questa baita pop, per amare il suo passato, dotandolo di domotica per abitarlo ancora negli anni a venire, allora il “restauro”, il bilancio in attivo sarà possibile, come lo è stato come per Widiba.
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