Così gorgheggiava la coppia Vanette-Olmo qualche annetto fa. Ecco, io in questo periodo ho avuto diversi di questi che chiamo proprio: “uno di quei giorni”. A voi capitano? Ora vi racconto in cosa consiste questa mirabolante specie temporale. No, non coincidono con la famigerata SPM, ahimè (anche se, ovviamente, quando si assommano potrebbe anche scatenarsi l’apocalisse).
In uno di quei giorni succedono una catena di cose orribili, da quando apri l’occhio mezzo aperto e comatoso della notte, fino a che non ti tuffi affranta sotto il piumone, sollevata che sia finita. Il problema è che, non si capisce bene se sia la serie di sfighe a catena effetto domino a ridurre il tuo umore al lumicino e farti vedere tutto nero, o se è il contrario: che quella sorta di giornata malmostosa attiri nuvoloni neri che manco Fantozzi.
In “uno di quei giorni”:
- tuo figlio (1) si sveglia urlando “mammaaa ho fatto la pipì a letto!”, figlio (2) “voglio fare colazione!! Col pandoro (è il 15 agosto) figlio (3) dopo che ti ha tenuta sveglia o fatto dormire una chiavica, non si sa come, è bello arzillo, fresco come una rosa e pronto a passare sul tuo cadavere pur di raggiungere la presa con il caricabatterie.
- Ti alzi frastornata e ti accorgi che c’è poca pressione dell’acqua. Ah-ahhh caldaia con problemi.
- La cucina che avevi non dico lustrato, ma almeno reso abitabile la sera prima (in due ore e mezza di olio di gomito) è ridotta peggio dell’accampamento degli Unni nel giro di 10 minuti.
- Tuo marito, nella fretta, si è portato via il tuo mazzo di chiavi. Per mandare i bambini a scuola dovrai calarli dalla finestra consegnandoli semi-vivi al nonno.
- Nel mentre ti sono arrivate 800 email urgentissime e magari pure un paio di virus. Il tablet che fino alla sera prima andava una meraviglia non si accende misteriosamente.
- Ti accorgi che, nel calare i figli hai scordato un elemento fondamentale: quest’anno non si fa più la banale ginnastica ma psicomotricità. La specialista, al martedì (non più al venerdì, tanto per confondere ancora meglio le acque) chiede le antiscivolo anziché le scontate e banalissime scarpe da ginnastica.
- Corri col pupo 3 al seguito, diretta alla scuola per portare le calzine, sotto la pioggia scrosciante. Scopri che figlio 1 farà psicomotricità alle 14 come tu avevi sempre saputo, mentre figlia 1 l’ha fatta la mattina smerdandoti alla grande come Madre Degnere dell’anno (figuriamoci se poi ha pure raccontato l’avventura della finestra riassumendola tipo “mamma mi ha buttata di sotto”).
- Mentre eri via per le calzine è passato il postino con un pacco, così dovrai andare a ritirarlo in poste
- Il pupo 3 ha chiaramente dormito in passeggino, per cui una volta a casa sarà di nuovo bello pimpante, pronto per nuovi giochi e avventure con la sua mamma-zombie
- Butti in forno due bastoncini facendo il mentale countdown di quando arrivano le 24, sospettando una macumba al tuo indirizzo
- Tornano a casa i due grandi che hanno deciso: oggi vogliono preparare con la loro dolce mammina i muffin, con sopra glassa in pasta di zucchero e praline.
- tuo marito torna a casa ed è sorpreso che non ci sia ancora la cena in cantiere. Se è in buona la prenderà con filosofia, se è stata pure per lui una giornataccia inizierà a borbottare
- Vabbè, consoliamoci con una puntatina su Asos…magari mi compro quella bella sciarpina che avevo puntato….ok è sold out. Come voi, del resto.
Questo è solo un esempio, ovviamente, di quando sono a casa, ma ci sono tante variabili quanti i giorni dell’anno e sono sicura, a mente lucida, che capitano a chiunque, non solo ai genitori.
Ma in tutto questo il peggio sta nel “come prendete” il tutto: qualsiasi cosa vi causerà una mezza crisi isterica. Sì, perché mentre normalmente siete tipi sportivi, ormai allenati alle gioie quotidiane della vita da mamma, in “uno di quei giorni” avete i nervi particolarmente fragili. Non so se dipenda dalla mancanza di sonno o da un accumulo eccessivo di giornate no. Da un lato proverete un odio funesto verso qualsiasi esponente del genere umano senza prole che non conosce il significato della parola “fatica” o “stress”, ovviamente senza considerare minimamente tutto il bello della maternità perché in quel momento ne vedete solo l’aspetto inquietante. Dall’altro lato vi sentite delle madri orribili: tutte vi sembrano migliori, specie poi se per somma sfiga vi scorrete la feed di facebook: vi imbatterete nelle casalinghe che sfornano i suddetti muffin senza battere ciglio, che in due secondi preparano feste faraoniche ai bambini con tutti i festoni ricamati a mano e personalizzati, che ricamano corredini ottocenteschi, che costruiscono le case di bambole inglesi. Dall’altro lato ci sono le vostre amiche single o in coppia ma comunque con la situazione rampante che postano foto di aperitivi al tramonto, che si lamentano che l’estetista non riceve alle 21 o che organizzare un weekendino romantico è davvero un’operazione complessa. E voi siete lì, tra color che son sospese (anzi, appese al cappio). Annaspate per la sopravvivenza della specie ma vi sembra di non concludere nulla veramente bene: se quel giorno avete curato la casa, non avete toccato il computer e avete giocato mezz’ora coi bimbi, se avete fatto i muffin, avete lasciato tutto per aria mollando il cambio di stagione in corso con scatoloni per ogni dove. La vostra vita vi sembra un affanno continuo e un tappare buchi qui e là, svuotando una barca col buco sotto. Arrivate al punto in cui la malefica vocina del diavoletto nella testa vi pungola con un “ma chi me l’ha fatto fare?” o “che ho fatto di male?”.
Per fortuna poi, “uno di quei giorni” passa. In quello dopo, magicamente, il sole torna a splendere e vi sentite in colpa anche solo per aver pensato simili bassezze. Ritornerete a vedere la realtà fuori da quella malefica lente deformante: le casalinghe torneranno persone normali che bruciano i muffin o hanno la casa in disordine e le amiche single avranno le loro paturnie amorose. Però ragazze, quanto è brutto quando arrivano a tradimento? Altro che “per una selva oscura che la diritta via era smarrita”. Qui la diritta via non esiste, si naviga a vista. E qualsiasi sentiero si imbocchi, pare sempre quello sbagliato. Perché oggettivamente non esiste una strada spianata per noi mamme: chi lavora full time, chi sta a casa, chi ha un figlio solo e chi li conta sulla mano intera. La verità è che non è un Paese per mamme, qualsiasi opzione si spunti. Stringi i denti ma ci sono dei momenti bui, tanto. E io sono troppo abituata a tenermi le cose dentro, perché devo essere la spalla a cui appoggiarsi, sono “quella forte”. Io in famiglia sono quella che non ha -e non deve, aggiungerei….-avere cedimenti. Non ho diritto a concedermi la fragilità. Mia suocera 30 anni fa coi due bimbi nati molto vicino (18 mesi) andò “in esaurimento”, come si sussurra senza entrare in dettagli. Ecco, io a volte mi ritrovo a pensare che a quel tempo almeno ti potevi permettere di andarci, in tilt. Ora, voglio vedere. Non ho una mamma a disposizione, ho i nonni paterni che sono, sì un grande aiuto pratico (ringrazio il cielo ogni giorno), ma che sono pur sempre i genitori di tuo marito, non puoi aprirti davvero con loro e mostrare il fianco. Ho tante amicizie “superficiali” qui (e d’altronde, ci vivo anche in pianta stabile da poco), ma nessuna a cui aprire il cuore senza timori. E allora niente, stringo i denti e mi faccio forza come posso. E mi tocca fare quello di cui non era capace don Abbondio: “uno il coraggio non se lo può dare”. Ecco, anche sì. Almeno, diamocelo tra di noi.
9 Comments
Beh, tanta comprensione… crollo di nervi due settimane fa e ho deciso di staccare la spina e andare un po’ di giorni dai miei. I giorni no, quelli che tutto va storto tra pipì a letto, l’organizzazione dei bimbi a scuola, la casa in disordine dopo che avevi perso tanto tempo per pulirla, sembrano interminabili e ti senti sola. Per fortuna tutto passa e poi ti rassicura un po’ sapere che altre mamme vivono i tuoi stessi “drammi”, e mandi a quel paese la tipa che non ha figli, una casa più gestibile, un lavoro più flessibile e che passa i fine settimana in pieno relax quando ti chiede stupita “ma come fai a far tutto, io non ci riesco!!!”
Ahaha Sabina, sembra la mia giornata di ieri, togli un figlio ma aggiungi cane incontinente che allaga casa, moquette del palazzo e ascensore. La giornata è finita con Carolina al Pronto Soccorso per una brutta bronchite e stamattina ci siamo svegliate alle 8.40, Ginni era a scuola alle 8.55.
Sono viva e in buona compagnia mi pare 😉
Un abbraccio a tutta la tribù
Nuuuu povere 🙁 come sta stamattina la piccola? Comunque niente, quando la giornata comincia in quel modo io ormai inizio a fare gli scongiuri perché già so come continua -.-”’
mi sono ritrovata nelle tue parole.
Dopo una settimana in cui ho dormito davvero poco,la mia piccolina ha pensato bene sabato sera di stare sveglia dalle 7 di sera alle 10 del mattino dopo. Una cosa inumana, almeno per me che sono mamma da poco e sentivo di non avere forze e neppure pazienza, un giorno terribile .
la mancanza di sonno è devastante 🙁 io ero una abituata a dormire un sacco…e adesso a dormire poco e male mi sono abituata ma con grande fatica e mi sveglio che sono una iena! Resistiamo!!
Ciao Sabina, come si fa a non immedesimarsi nelle tue parole? Mi è piaciuto tantissimo il tuo post! E siccome anche io non ho grandi amicizie profonde, trovare un conforto nelle parole di altre mamme è sempre un piacere, mi fa sentire meno sola. Perciò grazie per questo post, l’ho scelto per la mia Top of the Post!
Un abbraccio
Chiara di Punto e Virgola Mamma
grazie Chiara :* sai, credo sia vero quello che avevo letto: i primi anni dei figli sono anni molto “solitari”, in cui ti ripieghi molto su te stessa e loro. Poi pian piano si torna ad aprirsi un po’ al mondo, ma certi momenti non sono facili. Poi io ho avuto i primi anni di matrimonio e fino alla nascita di Costanza molto movimentati e turbolenti tra spostamenti vari e questo ha peggiorato le cose…posso solo dire grazie al web, certe volte è terapeutico!
[…] Per finire, tra i post che mi hanno colpito di più ne ho trovato uno che descrive “Uno di quei giorni…” che, diciamolo, ci è capitato un po’ a tutte, soprattutto da quando siamo mamme. Scoprite il post di The Swinging Mom, che potete leggere QUI. […]
[…] che galoppano fin dentro casa nostra). Oltre questo, come avrete letto sabato…è “uno di quei giorni” come periodo. Nel senso che alterno giornate di caos, iperattività e frenesia prefestiva, […]