Al primo figlio è tutto nuovo: un’esperienza totalizzante ma a volte spiazzante. Avevi seguito il tuo corso preparto (online, in tempi di covid) e ti eri convinta di saperne quanto basta per cavartela. Ed ecco che il piccolo è nato e quando, passati i primi giorni di scombussolamento, ti sembra di aver instaurato una certa routine, improvvisamente cambia tutto di nuovo: si sveglia mille volte cercando il seno quando prima dormiva come un angioletto, piange e vuole stare attaccato alla mamma in modalità koala h24, se svezzato magari rifiuta improvvisamente cibo che fino a ieri sembrava gradire. Insomma, come nel gioco dell’oca, ti senti tornata alla casella “start” dopo un bel tratto conquistato tra mille peripezie.
Alzi la mano chi si riconosce in questo idilliaco quadretto. Ecco, vi vedo e io sono qui con il bracco desolatamente su.
A questo punto, prende piede un senso di smarrimento e affiorano mille domande a cui ognuno risponde diversamente: il pediatra dice una cosa, i parenti sentenziano altro, google ti terrorizza solo ad aprirlo e non parliamo dei simpatici gruppi Facebook o Whatsapp di mamme ancora con gli ormoni in subbuglio postparto in cui ognuna racconta la propria esperienza specifica.
“Il tuo latte non basta”, “il latte non è abbastanza nutriente” e altre sentenze simili sono una delle risposte più classiche, specie nei primi mesi e sono tante le mamme che si lasciano convincere: effettivamente un bel biberon di artificiale sembra quietare un po’ l’aquila.
Se è vero che non c’è niente di male nel non sentirsela di allattare (che può essere tosto), è vero anche che va deciso con le giuste informazioni e questa non è quella corretta in molti casi perché tanti, perfino professionisti, non mettono sul piatto una risposta che invece le mamme sperimentano essere spesso quella vera: il bambino ha uno dei mitologici “scatti di crescita”.
Cosa sono gli scatti di crescita?
Gli scatti di crescita sono dei periodi in cui il bambino necessita di maggior energia per compiere appunto un “balzo” in avanti: iniziare ad interagire col mondo esterno, acquisire nuove forme di movimento (girarsi, gattonare o camminare ecc.) o maturazione neurologica. La crescita, infatti non è un processo lineare ma alterna periodi di relativa continuità a questi picchi in cui tutto in un certo senso viene messo in discussione per ricreare un nuovo equilibrio.
Quanto durano gli scatti di crescita?
La durata degli scatti di crescita è variabile: possono durare pochi giorni ma anche un paio di settimane.
Gli scatti di crescita più comuni
Gli scatti di crescita più diffusi sono quelli:
-a 2-3 settimane di vita
-tra il mese e mezzo e i 2 di vita
-a 3 mesi
-a 6 mesi
-tra gli 8 e i 9 mesi
Alcuni possono essere più leggeri, in molti bambini non si notano neppure, mentre altri sono più evidenti.
Per esempio: Gregorio ha avuto uno scatto a 5 mesi in concomitanza con la fine del lockdown e quindi la scoperta del mondo esterno che ha coinciso con lo stare seduto. Improvvisamente vedeva il mondo e non più da spettatore passivo e orizzontale in una culla, ma dritto sulla schiena e a portata di mano. Pensate che rivoluzione per un piccolino abituato a mangiare e dormire sotanzialmente, confinato nelle 4 mura di casa e abituato a soli altri 5 visi familiari.
Per diverse notti ha avuto un sonno molto agitato, ed era anche particolarmente lamentoso durante quella prima vacanza in montagna. Per fortuna è durata solo 3-4 giorni la fase acuta e pian piano è rientrato.
Come mamma al quarto figlio conoscevo l’eventualità e non sono andata nel panico ma tantissime mamme ancora non ne hanno mai sentito parlare e spesso si lasciano destabilizzare.

Ho pensato di raccogliere su questo tema che ritengo molto importante, le voci delle mamme del Centro Informazione Maternità e Nascita Il Melograno di Gallarate oltre che il parere di Sara,
Il Melograno di Gallarate è un’associazione di promozione sociale senza scopo di lucro che opera dal 1984 nel campo dell’informazione e del sostegno durante la gravidanza, il parto, il puerperio e la prima infanzia.
Con 17 sedi in tutta Italia, ha ora anche un’ampia offerta di percorsi fruibili anche online per offrire continuità alle necessità delle famiglie (spesso acuite con il distanziamento sociale). A questo link si trovano tutte le modalità per partecipare al sostegno dell’associazione (5×1000, corsi da regalare ad amiche, volontariato, mercatino online ecc.).
Veniamo alle voci delle 5 mamme che ho intervistato sul tema degli scatti di crescita
Avevi mai sentito parlare degli scatti di crescita? (ad es al corso preparto)?
Elena: La prima volta che ne ho sentito parlare è stato durante uno degli incontri (online causa covid) proposti da Il Melograno sull’allattamento. Altre informazioni le ho avute durante il corso preparto con la loro ostetrica di riferimento. Ho seguito anche incontri di altre organizzazioni (ospedale, consultori…) ma devo dire che in quei contesti ne ho sentito parlare molto poco.
Silvia: Non ne avevo mai sentito parlare.
Silvia M. : Sì, al corso preparto.
Chiara: No, non avevo sentito parlare degli scatti di crescita.
Sara: Ne ho sentito parlare tra le mie amiche e al corso preparto.
I tuoi bambini ne hanno avuti? Se sì quali?
Elena: La mia bimba li ha fatti praticamente tutti, l’unico che ha saltato è stato quello dei 6 mesi.
Silvia: Sì: al primo, secondo e terzo mese.
Silvia M. : Ho notato dei cambiamenti nei comportamenti della mia bambina nei primi mesi ma non sempre riconducibili alle descrizioni degli scatti di crescita. Devo precisare però che purtroppo non sono riuscita ad allattare la mia bambina in modo esclusivo al seno ma ho dovuto somministrare sin dal primo mese un’aggiunta di latte artificiale.
Chiara: Sì, mia figlia ne ha avuti almeno due tra i due e i tre mesi.
Sono durati circa 2/3 giorni e ho semplicemente accontentato le sue richieste di stare più vicina a me e di poppare al seno molto più spesso.
Sara: Sì, il mio bimbo li ha avuti.
Come li hai affrontati?
Elena: Con grande pazienza è la tranquillità di sapere che si trattava degli scatti di crescita fisiologici. Ho risposto a tutte le richieste della mia bimba senza fare conti o altro, fidandomi di lei e della natura.
Silvia: Ero impreparata e mi ha aiutato ad identificarli e gestirli una consulente (senza aiuti avrei integrato erroneamente con artificiale), assecondando il bambino e attaccandolo al seno frequentemente.
Silvia M. : Cercando di adattarmi alle sue nuove esigenze e ai nuovi comportamenti. Ricordo che non era facile distinguere tra un semplice mal di pancia e la fame dovuta allo scatto di crescita quindi raramente penso di aver agito nel modo giusto.
Chiara: Ho semplicemente accontentato le sue richieste di stare più vicina a me e di poppare al seno molto più spesso.
Sara: Li ho affrontati stando al bisogno del bambino, più aveva fame e più lo allattavo ad esempio.
Quanto tempo sono durati?
Elena: Un paio di giorni ciascuno.
Silvia: Una/due settimane.
Silvia M. : Non saprei indicare una durata precisa. Sono stati più dei periodi di transizione (un paio nei primi sei mesi) in cui si sono modificate delle abitudini (es. ora delle poppate e della nanna, risvegli notturni…).
Chiara: Sono durati circa 2/3 giorni.
Sara: La durata la definirei variabile, i primi sei mesi più spesso.
Che consigli daresti alle altre mamme per gestire questi momenti particolarmente sfidanti?
Elena: Sicuramente di informarsi molto bene. Se non me ne avessero parlato spiegandomi che sono normali nella crescita e necessari perché l’allattamento prosegua al meglio sicuramente mi sarei preoccupata, mi sarei fatta mille domande: la mia bimba ha fame, forse il mio latte non è sufficiente, forse ha male da qualche parte… Ho varie amiche che coi loro bimbi avevano iniziato l’allattamento per poi smettere perché secondo loro – e purtroppo con il sostegno dei pediatri – il loro latte non era più sufficiente, in particolare verso le 6 settimane di vita, giusto quando c’è uno degli scatti, guarda un po’!
L’altra cosa che per me è stata fondamentale è stato l’aiuto costante di persone esperte nell’allattamento, che mi hanno fatta sentire supportata e mi hanno dato la tranquillità di sapere che per qualsiasi dubbio (e all’inizio i dubbi sono all’ordine, non del giorno, ma dell’ora!) potevo confrontarmi con loro. Credo che molte neo-mamme facciano, giustamente, molto affidamento sulle proprie mamme/zie/.. ma la verità è che le informazioni sui neonati e gli stili sono totalmente cambiati. Quindi avere un parere un po’ più “attuale” può dare una visione completa delle possibilità. Poi ogni mamma sceglie col proprio cuore.
Silvia: Farsi aiutare dalle consulenti dell’allattamento/ no fai da te o solo con supporto pediatra che non è la figura corretta per questi temi + informarsi sull’allattamento pre parto per arrivare preparate per quanto possibile.
Silvia M. : Non credo di avere consigli da dare. Credo che la paura di sbagliare accomuni tutte le mamme alla prima esperienza e che sia naturale cercare conforto nei manuali e nei consigli di altre persone. Come in ogni campo però, le informazioni disponibili sono tante e spesso discordanti e rischiano di creare più incertezza e confusione. Ho imparato che è più importante concentrarsi sul/sulla proprio/a bambino/a e cercare di capire i suoi cambiamenti e i nuovi bisogni. È anche un modo per rinforzare il legame tra mamma e bambino/a.
Chiara: Armarsi di pazienza e sapere che tanto dureranno poco tempo e soprattutto di non spaventarti e cominciare a pensare che il loro latte non basti o che stiano facendo qualcosa di sbagliato.
Sara: Consiglierei alle altre mamme di non essere troppo rigide, ma di stare alle richieste del bambino.
Infine, ho raccolto la voce anche di Sara. Sara Trivero, 44 anni, è mamma di Lorenzo di 11 anni e Greta di 7. Laureata in Scienze dell’Educazione dal 2003, dopo aver fatto diverse esperienze educative nell’ambito scolastico e dell’assistenza domiciliare minorile, è entrata a far parte del Melograno nel 2005. Qui, nella sede di Gallarate, ha iniziato come educatrice all’interno dei servizi educativi, per ampliare poi la sua esperienza come formatrice, sia nei percorsi di sostegno alla genitorialità che nei percorsi dedicati alla formazione del personale educativo, in sede e sul territorio. E’ coordinatrice del Centro prima infanzia “Melogioca” e del percorso per operatori di cura a domicilio “La scuola delle tate”. Dal 2017 è operatore della nascita per il Melograno di Gallarate. La sua passione è la lavorazione del legno.
Avevi mai sentito parlare degli scatti di crescita?
Come mamma ho sentito parlare degli scatti di crescita nei vari corsi al Melograno,sia durante l’accompagnamento alla nascita che nei percorsi di sostegno alla genitorialita’ dopoparto.
Come operatrice della nascita da sempre al Melograno sento parlare degli scatti di crescita, durante i percorsi di formazione.
Si tratta di fasi nello sviluppo del bambino e della bambina di maggior accrescimento, appunto come l’accelerazione durante uno scatto di corsa.
Ecco perche’ in queste particolari fasi essi hanno bisogno di maggior energia ed e’ anche la ragione per cui due sono le costanti di questi periodi: la maggior propensione dei piccoli/e ad essere nervosi/e ed a manifestare segnali di disagio, disturbo ;
in secondo luogo la propensione all’irregolarita’(temporale ).
Gli scatti di crescita caratterizzano l’evoluzione dalla prima infanzia all’adolescenza.
Rispetto all’eta’ neonatale avvengono intorno alla terza settimana di vita, alla sesta, ai 3 mesi di vita del bambino/a, ai 6 mesi ed ai 9 mesi.
Essi possono anticipare o posticipare, essere molto accentuati solo in un periodo o essere molto limitati, secondo le caratteristiche strutturali dei neonati.
Come mamma devo ammettere che ho vissuto due esperienze differenti coi miei figli.
Con Lorenzo, che ora ha 11 anni ho vissuto un forte scatto di crescita durante il terzo mese di vita: lui era un neonato dalla struttura notevole, poiche’ nato con un peso importante( 4KG 650g); inoltre non ha sofferto il calo di peso fisiologico tipico dei primi gg e settimane di vita.
Percio’ a tre mesi avrebbe avuto necessita’ quasi di iniziare un percorso di
alimentazione complementare, come apporto energetico, perche’ gia’ sosteneva il capo e si rotolava da prono a supino, se non fosse stato che come tutti i neonati aveva ancora bisogno di crearsi un sistema immunitario, percio’ dell’allattamento esclusivo. Ricordo in quel periodo continue, incessanti poppate vigorose.
Con Greta, che ora ha 7anni l’approccio con gli scatti di crescita e’ stato molto meno imponente: nonostante anche lei avesse un notevole peso alla nascita (4kg 400g), la sua crescita e’ stata graduale e piuttosto costante.
Alle neomamme che si trovano ad affrontare questi momenti particolarmente critici dico sempre nei percorsi di sostegno alla genitorialita’ al Melograno di dimenticare gli orari, anche qualora il bambino o la bambina fossero particolarmente regolari e costanti nel ritmo delle poppate o del sonno.
In questi momenti i neonati hanno bisogno di essere assecondati nel loro
bisogno di fame ma anche di contatto, percio’ hanno il diritto di ciucciare
quando sentono l’esigenza e di essere tenuti in braccio a loro richiesta, perche’ i piccoli/e non hanno vizi, bensi’ bisogni da soddisfare attraverso la loro figura di riferimento cardine nella cura, la mamma.
Non dura per sempre e si affronta meglio assecondandoli.
Non essere troppo rigide e ricordare che ogni bambino è diverso e ha esigenze diverse: non potrei essere più d’accordo con Sara. E’ fondamentale arrivare preparate psicologicamente e mentalmente a questi aspetti meno idilliaci del post parto di cui ancora spesso non si mettono sull’avviso abbastanza le future mamme.
Per fortuna sul nostro territorio abbiamo anche strutture come Il Melograno che riescono a supportare le famiglie su molti aspetti che forse vengono dati per scontati dal nostro Sistema Sanitario Nazionale, mentre invece tante mamme -spesso ormai lontane dalle famiglie di origine e meno abituate ad un tessuto sociale dove c’era una presenza impotante di bambini- si trovano in difficoltà di fronte alle sfide dei primi mesi (e non solo).
Se anche voi sentite di avere la necessità di avere un gruppo di altre mamme e di esperte a completa disposizione, vi consiglio vivamente un’associazione come Il Melograno che trovo davvero valida e capace di rendere il percorso verso la nuova vita con i propri bambini meno in salita e più serena.
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