Non so voi, ma io lo ammetto senza tema di smentita: sono una meteropatica doc. E’ come se il mio umore, la mia immaginazione e tutto il resto seguissero spontaneamente l’ambiente circostante e l’andamento delle stagioni.
Chi lo è come me, sa bene di cosa parlo: in inverno si va in letargo, in primavera si sboccia con le prime giornate di sole e le prime timide fioriture, in estate si ha solo voglia di tirare i remi in barca e godersi il dolce far niente e infine in autunno si è colte dall’eccitazione, un po’ come alberi che fremono per spogliarsi di un vestito multicolore ma un po’ troppo stretto. Allo stesso modo anche io ho mille idee nuove per la testa, torno iperattiva.
L’essere diventata mamma mi ha fatto capire come per crescere sia fondamentale sforzarsi e saper uscire dai propri piccoli confini: solo chi osa, può costruire qualcosa di grande.
Ho iniziato a fare caso a quando avevo l’occasione, nella vita quotidiana, di uscire dalla mia zona di comfort: mi sono resa conto che succedeva spessissimo.
E mi sono resa anche conto di quanto, ogni volta che vincevo il mio impulso nel farmi da parte, assecondando la mia natura che è abbastanza schiva, me ne tornavo in quella zona di comfort più forte e più felice.
Negli ultimi giorni mi è successo in modo molto evidente in due circostanze di vita e posso dire con una punta di orgoglio che ne sono uscita arricchita e dandomi una pacca mentale di approvazione, che ogni tanto ci vuole proprio.
In particolare, io mi sento in imbarazzo quando si tratta di esternare i miei sentimenti più profondi, sono sempre stata (troppo) pudica e poi, all’opposto, ho quasi la fobia di quello che richiede una buona dose di manualità.
Bene: nel giro di pochissimo ho avuto occasione di:
- consegnare una lettera a cui avevo affidato un “grazie” di cuore ad una persona importante e che ho faticato fino all’ultimo a dare in mano e poi…
- sono stata invitata ad un evento bellissimo, con amiche che ci tenevo a rivedere, ma in cui avrei partecipato ad un piccolo workshop per creare una composizione di fiori.
Voi riderete, ma per me sono state due piccole grandi sfide, in entrambe ho cercato mentalmente, fino all’ultimo, di aggirarle, non scherzo!
Aggiungiamoci pure che nel caso dell’evento Airwick era pure “uno di quei giorni” storti in cui l’ultima cosa di cui si ha voglia è prendere un treno e andare ad una bellissima festa, e il quadro è completo.
Per fortuna che mi sono data una scossa, perché mi sono trovata al tramonto in un luogo che definire magico è riduttivo: i bagni Misteriosi di Milano come location di una vera e propria festa bucolica, un po’ in stile scandinavo.
Tante amiche con cui chiacchierare e una bravissima maestra, SilviadeiFiori, che ci ha mostrato passo passo come creare una piccola meraviglia.
Ora, vuoi lei che spiegava benissimo, vuoi che avevo vicina la mia amica dalle mani di fata Fabrizia (alias Fabulousity) espertissima di DIY, ma alla fine pure io che sono una mezza frana, ho avuto la soddisfazione di aver fregato quella vocina interiore che mi suggeriva: “ma va, tu non sei capace”.
E’ stato allora che mi sono resa conto di quanto noi che ci auto sabotiamo, che ci sottovalutiamo, somigliamo un po’ a dei fiori che, incuranti del sole, ci chiudiamo a riccio, sotto la coltre rassicurante dei nostri stessi petali.
Io ho deciso di schiudere la corolla e rischiare di scottarmi ma anche di essere certa di sprigionare tutta l’essenza, il mio profumo che voglio donare alle persone a cui voglio bene.
Ognuna di noi è un fiore diverso, ma ha una fragranza unica, c’è chi è esplosiva come una cascata rosa di fiori di ciliegio: chi è così ha una dolcezza e una carica di vitalità travolgenti.
Chi più delicata, come la prime brezze portate dalla primavera: queste persone spesso si fanno notare poco ma ci sono sempre nel momento giusto perché osservano molto.
E infine, il tipo di essenza agrumata: chi magari appare aspra in superficie, e invece sotto la scorza nasconde una natura meravigliosa (ammetto che ho un debole per le persone in cui devi andare oltre la prima impressione, da sempre penso siano più leali e positive rispetto a chi si prende troppa confidenza al primo saluto).
Ho avuto modo di provare queste fragranze per la casa e userò con grande piacere quella azzurra, che sento la più affine.
E’ una bellissima coccola, soprattutto quando i fiori di stagione saranno meno a disposizione. Dopo averci messo un po’ di anni per capirlo, mio marito ultimamente mi ha abituata troppo bene e sulla tavola è difficile che manchi un mazzo fresco. La grande comodità di questi spray innovativi è il non lasciare traccia perché sono senza acqua aggiunta e il poterli tenere sempre a portata di mano, sono sicura che mi durerà una vita la confezione, che è decisamente generosa rispetto alle dimensioni della mia attuale casetta.
In attesa di un’altra occasione per mettermi alla prova e misurare di quanto riesco ad aprirmi ancora un po’, mi godo il ricordo e la scia di profumo di una serata perfetta.
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