Sono passati pochi giorni e ancora è fresca la sensazione di fragilità e invulnarebilità insieme che si prova al parto.
Già, mercoledì scorso ero a 38+5 e, a differenza delle altre volte, se escludiamo l’alternanza di estrema sonnolenza e iperattività, niente faceva presagire l’imminenza del parto. Pochissime contrazioni, niente perdita di tappo, insomma tutto taceva.
Mancavano ancora quasi 10 giorni alla scadenza ufficiale però, quindi tutto normale.
La mattina, sarà stato il sesto senso, controllo per l’ultima volta le borse mia e di Gregorio aggiungendo le cose “last minute”. Il caso incredibile ha voluto anche che mio marito fosse in smartworking, appena reintrodotto in ufficio: in qualunque altro giorno sarei stata a casa sola e coi bambini.
Nel pomeriggio sbrigo un po’ di pulizie molto light e poi mi appisolo. Verso le 17.30 mi sveglio e mi giro nel letto per scendere, sento un vero e proprio scoppio involontario di liquido caldo, una cascata incontrollabile. Realizzo dopo qualche secondo e urlo: “Emiiii ho rotto le acque!!!”.
Dopo il panico iniziale mi pulisco, metto un assorbente da ospedale e monitoro la situazione. Tutti i miei travagli sono iniziati con la rottura del sacco ma le contrazioni sono iniziate dopo diverse ore (col primo avevano dovuto aiutarmi col gel).
Ero quindi tutto sommato tranquilla e preparata a quel copione ma dopo essermi lavata, aver cenato leggero e tentato di rilassarmi per quanto possibile, vado in bagno e trovo l’assorbente con delle perdite di sangue, anche se leggere. A quel punto decidiamo di andare in ospedale e lì mi confermano la rottura del sacco, mi mettono il monitoraggio e alla fine mi ricoverano, sono ai soliti 2 cm di dilatazione passiva e il collo dell’utero ha iniziato a modificarsi rompendo un capillare (le perditine di sangue, appunto).
Un po’ demoralizzata sento i bimbi al telefono e mi preparo per la notte, con lo spauracchio dell’ossitocina.
Verso le 2 mi sveglio con qualche contrazione, erano passate giusto le solite 7/8 ore come con Alessio. Controllo col timer e sono circa ogni 10 minuti ma sono molto blande, certo non quelle da parto che ormai conosco bene.
In mattinata arriva mio marito e con lui passeggio per il reparto. Le contrazioni iniziano a riavvicinarsi, sono ogni 7 minuti e l’intensità cresce. Mi rimetto nel letto perché iniziano a darmi davvero fastidio e a darmi dei brividini per cui cerco il calore delle coperte.
L’ostetrica che passa a controllare mi riattacca il monitoraggio. Ogni 10 minuti le ho belle “strong” e ogni 5 una più leggera. Lei mi dice: “ma le altre volte erano sempre regolari? Perché per me sei già in pieno travaglio attivo, è il” tuo” andamento”. Io confermo che con Ale sono attivata a 7-8 cm senza che si fossero regolarizzate del tutto e lei mi visita. Con aria soddisfatta mi conferma: “bravissima, sei a 8 cm, corriamo in sala parto”.
Io fino a qui avevo gestito il tutto con totale nonchalance (tanto che appunto sentendomi zero nemmeno mi visitavano…).
L’ostetrica della sala, Margherita, mi prende in consegna e guardando il tracciato fa: “urca se sono potenti”, io intanto mando (mannaggia a me!) un messaggio a mia madre: “sono a 8 cm, ci siamo, sta per nascere”.
A quel punto ho fatto la cavolata di credere: “il peggio è andato”, abituata alle 2-3 spinte con gli altri.
Invece cambio posizioni varie volte, mentre ovviamente le contrazioni continuano sempre più forti, ma Greg non sembra volerne sapere di uscire. L’ostetrica mi dice di non “resistere” alla contrazione ma io ero improvvisamente scoraggiata e anche se spingevo non sembrava succedere niente.
Finalmente dopo un bel po’ di spinte e tentativi a vuoto di connettermi a Gregorio per convincerlo a lavorare insieme perché nascesse, mi sembra che sia sceso un po’ e inizia a intravedersi la testa. Rincuorata cerco di spingere ancora e moltiplico gli sforzi, anche se ci vogliono parecchie spinte ancora prima di avere Greg in braccio e alla fine sono rimasta con la voce abbassata dopo delle urla tali che credo mi abbiano sentita fino a Canicattì.
Per fortuna in tutto ciò ho avuto giusto tre punti molto superficiali (sono già caduti in pochi giorni) e dopo aver espulso anche la (mega) placenta, finalmente posso coccolarmi Greg che è uscito con una camicia bianca pazzesca e che, ahimè, già in sala parto fatica ad attaccarsi al seno, a differenza di Costanza (voracissima, un allattamento da manuale, super liscio) e Ale, che dopo qualche ingorgo dei primi giorni non aveva avuto nemmeno lui particolari problemi.

Cosa mi ha insegnato questo quarto parto?
Che le previsioni sono inutili e ogni parto (come figlio, del resto!) è a sé e non si è mai davvero pro, anche se ce la raccontiamo.
Che il parto può essere tosto ma spesso ci si concentra, come ansia, su quello, ignorando i giorni del postparto. Per la mia esperienza quelli sono invece il vero momento più delicato e si affrontano con il carico di acciacchi fisici ma soprattutto il brusco calo ormonale.
Se nel parto si è spesso spronate ad essere delle vere tigri, nei giorni seguenti (di solito dopo 2-3 giorni) ci si ritrova smarrite e assalite dalla quotidianità e dai nuovi equilibri tutti da ricostruire.
L’euforia e il senso di onnipotenza cedono il posto ai sensi di colpa verso i “grandi” (che se lo litigano e prendono cura come fosse un bambolotto e sfogano nel contempo in capricci e lamentele con mamma e papà), ai nervosismi per sciocchezze, alle aspettative irrealistiche verso i mariti o verso i jeans che non vedevi l’ora di rimettere.

Insomma, dopo una settimana sono in balia, un attimo prima dell’amore folle per quello che vedo come il mio piccolo miracolo, il mio cucciolo adorabile, e quello dopo mi tiro accidenti e penso che dopotutto sono davvero la pazza incosciente che forse in molti vedono.

Ma quello che di fondo cambia davvero, dopo che sei diventata mamma più volte, è la fortissima consapevolezza di quanto tutto questo groviglio di emozioni passi in un lampo. E questa nostalgia del momento che è già sfuggito tra le dita, mi fa scrivere per cercare di catturarne qualche granellino da portare con me. Da riafferrare quando anche Gregorio sarà un ragazzetto di 40 kg, impossibile da tenere in braccio e tanto meno a bada con un po’ di latte e coccole.
2 Comments
Oh mamma, auguri!!!! Ma com’è che mi ero persa questa quarta gravidanza?!?!? Forse perché ero concentrata sulla mia :DD
E’ bello non essere la sola “‘pazza”!!
L’ho pubblicizzata poco io 😉 viva le pazze!! 😀