È forte la tentazione di ignorare i tormentoni del momento, ma non c’è niente da fare, ti ci imbatti dappertutto e viene proprio spontanea qualche riflessione al volo. Forse non sono la più adatta a parlarne: io non sono mai stata in nessuna delle due categorie “romantiche” tipiche del sesso femminile: quelle che fin da bambine sognano una vita da principessa Disney previo sposalizio in abito meringa con la carrozza, ma nemmeno tra quelle che muoiono dietro al “bello e dannato” o “problem child” (che di solito nella realtà è un bulletto burino di periferia, non certo Jesse di Gilmore Girls, diciamocela tutta). Se ne parlo è per due motivi:
1) adoro le ballads e le canzoni d’amore scritte da gente che non è romantica per niente, anzi è di norma piuttosto roccheggiante, quindi spero di non fare poi così pena a parlare di faccende di cuore.s
2) mi sono imbattuta in questo bel post che mi ha ispirato l’inizio di questo sproloquio ehm parole in libertà. Che poi la mia mente vaghi al di fuori dei confini, niente di strano, d’altronde sono “the swinging mom” mica per niente eh.
Insomma, arriviamo al punto: forse per demolire un cliché (quello appunto del happily ever after) molto disneyano, stiamo arrivando all’eccesso opposto. Poi non mi venite a parlare di femminicidi e orchi, quando il teenager medio si imbatte in modelli propinati da Twilight o 50 sfumature di grigio. Il problema non è il film in sè (adesso non è che, da solo, si becca le responsabilità delle mattanze di fidanzatine, ci mancherebbe): il problema diventa il trend, la voce corale. Anche nel ‘1600 esisteva La bella e la bestia, Pamela di Richardson il secolo dopo, per non dire di Dracula e dell’immaginario morboso vittoriano.
Ma qui il punto è che queste opere presunte “trasgressive” (spero che nessuna adesso mi venga a dire di essere rimasta sconvolta dal sadomaso…ci propinano di peggio in prima serata tutti i santi giorni e i ragazzini sul web accedono alle fanzine porno dei manga da anni) vanno a riempire un vuoto di sub cultura: è quel vuoto che genera mostri ed efferatezze. Quindi adesso non è che le cordate di donnette in libera uscita sciamanti nelle sale a sorbirsi sto harmony 2.0 si trasformano di default in vittime predestinate di qualche boss pervertito. Ma è chiaro che l’esprit che propagano saghe del genere può fare presa su elementi, già di loro fragili e particolarmente recettivi. Gli altri si faranno due risate e finirà lì, ma che sia tutto così innocuo, io ho i miei dubbi. Almeno gli antesignani potevano vantare davvero, di infrangere tabù e scandalizzare qualche benpensante, qui nemmeno un “sono originale/alternativo”. Allora ben venga Pollyanna, i “buoni sentimenti” (da non confondersi con il buonismo patinato), almeno a piccole dosi. Che poi, vuoi mettere la tensione emotiva e comica insieme, della scena del sermone?! Altro che le facce da patate lesse di una Bella o di un Mr.Grey. Questa è robba tosta: Disney -sarà che pare fosse massone?!- ne capiva di demoni e inferno, molto più di frustini e licantropi. Vedere per credere:
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