La felicità…quella dispettosa, così semplice da raggiungere ma anche così difficile da cogliere e trattenere. Eppure l’abbiamo provata tutti, e quasi sempre è in quegli attimi impercettibili e senza fronzoli.
Per divertirsi a noi non servono grandi cose, basta una mini lente d’ingrandimento (il parco di Monza ha parecchi scoiattoli che non di rado siamo riusciti ad avvistare!), una palla, dei piedini al fresco e schizzarsi mentre si cercano i sassi e le conchiglie con dei rametti.
Sono quei giorni in cui anche le mamme tornano un po’ bambine e ripercorrono le giornate trascorse nei prati, in libertà , a correre nel vento senza pensieri. Un soffione, i denti di leone e le margherite selvatiche facevano entusiasmare, oppure avvistare una coccinella o un piccolo grillo.
La felicità, per noi è questa.
E’ incontrare lungo il ruscello un cane accaldato che fa un tuffo -e tormentare mamma e papà per averne uno “così carino anche noi”.
E’ saper trasformare un vecchio tronco in una caverna misteriosa, tutta da esplorare.
E’ un “brrr mamma è fredda” per poi buttarsi.
E’ una manina grinzosetta che porge con trasporto una tellina scovata nella terra, come fosse la più preziosa delle perle.
E’ fare a gara con la sorellina a chi ne pesca di più, ridendo e schiamazzando.
Fare la gara a chi si arrampica più in alto, la lotta, i bronci. Ma poi prestarle la propria t-shirt preferita, perché la sua si è inzuppata nei giochi (e la mamma ha dimenticato il cambio!).
I miei bambini hanno le ginocchia sbucciate, il sorriso sdentato, il sonno pesante. E una mano da stringere forte quando il giorno tramonta e anche le cicale cessano il loro frinire. Forse dopo tutto, è davvero questa la felicità.
photo credit: Visibil-E Production
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