Ieri sera parlavo al telefono con mia nonna. Ogni volta che riesco a sentirla è una festa, dato che le telefonate con lei sono sempre del tipo “a fiume” e fatico a staccare (lo faccio sempre a malincuore). Io e lei abbiamo sempre avuto una sintonia speciale e mi è capitato più di una volta di ritrovarmi nelle sue parole. Abbiamo esattamente mezzo secolo di distanza (lei è di febbraio ’32 e io febbraio ’82!) eppure quando me la immagino ragazzina o giovane ( 😛 ) madre come me, non mi riesce difficile: è una di quelle persone con uno spirito molto vivo e che sembra sempre più giovane di quanto non sia.
Insomma, tornando a noi (divagare mi riesce troppo facile ultimamente): mi diceva di come le sue tre figlie fossero venute fuori come se avessero “respirato” l’atmosfera di casa fin dal suo grembo: la prima (mia madre) sempre sul chi vive, ansiosa e iper sensibile: lei era appena sposata ma le cose non andavano bene, causa suocera e un po’ di disincanto verso mio nonno. La seconda, buona e tranquilla ma un po’ passiva, proprio come lei, quasi rassegnata allo stato di cose in casa. E infine, la terza: dopo un bimbo nato e morto a poche ore dal parto e le pochissime speranze per quella quinta gravidanza (tanto che lei e mio nonno andarono a chiedere la grazia a S. Rita, detta “dell’impossibile” perché la davano per spacciata, e mia nonna si affidò ad un luminare dell’epoca), era desideratissima, in modo struggente. La piccola nacque, sopravvisse e ricambiò quel desiderio così intenso con altrettanta devozione.
Questa teoria mi affascina molto e devo dire, la sento anche io come estremamente vera, in base anche alle mie tre esperienze.
Il mio primo pancione ha subito molto l’altalenarsi di gioie e dolori (problemi di salute di mio marito improvvisi, trasferimento in toscana da un giorno all’altro e mille altri problemi contingenti dal mio quarto mese). Io ero ancora una ragazzina, un po’ incosciente e molto infantile. Lui è venuto così, spericolato, creativo e molto elastico nell’adattarsi. Ah, era anche anarchico e testardo, dato che fino all’ultimo ha fatto di testa sua e non ne ha voluto sapere di uscire nella modalità classica.
La mia seconda gravidanza somiglia a quella che per molte è la prima: una nuvola rosa. Ero tornata a vivere in una fissa dimora, con mio marito era un periodo idilliaco, col mio grande avevo trovato una routine felice, eravamo molto sereni. Ricordo l’immagine del test positivo associato ad un’esplosione di magnolie e mandorli fioriti (era marzo). La mia piccola, era come se avvertisse ogni mia più piccola emozione e facesse di tutto per assecondarmi: temevo che si mettesse podalica come il fratello e invece si mise in posizione precocissimamente e non si smosse più (cosa non così comune, nei secondi che hanno più spazio per sguazzare, peraltro). Passai nove mesi meravigliosi e lei nacque col tanto sospirato parto naturale dopo il primo cesareo. Ho un ricordo bellissimo di quel giorno, e lei era un angelo, dico sempre che è una piccolina a bassa manutenzione: pacifica, affettuosa, una rosa senza spine.
La terza gravidanza è stata un turbinio di attività: non sono stata ferma un secondo, ho preso pochissimo peso -infatti sono stata scattante fino agli sgoccioli- e il fermento era anche mentale (ho concepito e lanciato il blog proprio durante quei mesi). Dormivo pochissimo ma non sembrava pesarmi nemmeno più di tanto, mi sentivo un vulcano di energia. A tre settimane dalla data presunta del parto sono andata alla castagnata della scuola e ho badato, insieme a maestre e una manciata di altre mamme, ad un manipolo di bimbetti scatenati nel bosco e mi sono divertita -ah, alla faccia che fare esercizio fisico anticipa il lieto evento, ho partorito 10 giorni dopo il termine nonostante tutto sto ambardan. Beh, il Terribile è come me in quei mesi: non sa cosa sia la stasi, braccia e gambe sono un dimenarsi ininterrotto e ha stampata sul musetto, a detta di tutti, l’espressione e il sorrisino furbetti di chi la sa lunga.
Più volte mi sono chiesta chi influenzi chi: sono loro a preannunciarsi? Ci comunicano le loro caratteristiche per osmosi o siamo noi che li plasmiamo attraverso quello che sentiamo e viviamo?
Qualunque sia la risposta, ognuno di loro tre mi ha portato in dono qualcosa: Lory l’essere diventata mamma, maturare, uscendo dalla mia comfort zone; Cocò la dolcezza dello status materno senza scossoni e Ale l’andare oltre l’immaginabile e, dandomi la forza e la voglia di mettermi in gioco, una ritrovata “spericolatezza”. Che poi, erano proprio le cose di cui avevo bisogno in quei determinati momenti della mia vita. Senza di loro sarei ancora una ragazzina viziata, nella mia realtà inconsapevolmente ovattata. Devo ricordarmene, quando passa qualche giorno un po’ così, in cui affaticata e soffocata dalle incombenze quotidiane rimpiango il passato e i momenti spensierati. La fatica di crescerli è un prezzo misero, in fondo.
7 Comments
Che bel post! Hai espresso quello che anche io penso vedendo i miei figli, ognuno complementare, ognuno espressione di momenti diversi della mia vita! Noi li plasmiamo e loro ci cambiano, spero in meglio 😉
ciao monica
[…] “I tre doni” di Sabina – The Swinging Mom. Perché, anche io come Sabina, penso e sono fermamente convinta che gli eventi che succedono intorno a noi durante la gravidanza possano in qualche modo influenzare il feto. Ma, credo anche, che stia a noi lasciarci scivolare addosso gli eventi per evitare di trasmettere sensazioni brutte come ansia o stress ai nostri piccolini. […]
Bellissimo post! L’ho inserito nella mia Top of the Post di oggi! 🙂
Ciao… A presto.
grazie mille, quando post così personali vengono apprezzati, per me è una grande gioia, vuol dire che è passato il messaggio positivo che volevo trasmettere 🙂
[…] che di forze fisiche. Non mi sono mai sentita attiva come da quando è arrivato nelle nostre vite. Non ho ancora capito se è lui ad avermi infuso questa vivacità oppure se è stato qualcosa di vice… Certo, non ha aiutato l’aver vissuto i nove mesi “di corsa” e a volte mi chiedo […]
che bellissimo pensiero…in effetti anche per me i caratteri dei miei due bimbi (una femmina la prima e un maschietto il secondo) rispecchiano le mie due gravidanze…non ci avevo mai riflettuto…e la tua nonna mi sta già simpatica da come la racconti!!
sono felice di averti trasmesso quanto sia fantastica 😀