Mia figlia ha 5 anni e a Babbo Natale chiede ancora il seggiolone e la culla per la sua collezione di bambolotti. Il massimo delle trasgressioni per ora sono il pigiama di Frozen e andare a letto dopo le dieci
In compenso Lorenzo, 7 anni-quasi 8 inizia a voler decidere in autonomia le sue tamarrate. Che ovviamente, per un maschio non sono le Bratz ma le maglie con i super eroi, la tuta anziché i jeans oppure il Laser X e l’hoverboard, ma comunque inizio ad intravedere cosa mi aspetta all’orizzonte.
Qualche tempo fa in ufficio, si chiacchierava di cerette e altre simpatiche amenità simili e, en passant, una collega mi ha detto “oh, mi raccomando Sabina, non fare come quelle mamme che impediscono alle figlie di depilarsi fino a 18 anni eh”. A parte che mi sono fatta due domande: vado in giro tra i consulenti con la mia maglia di David Bowie e suscito un simile sospetto, ma poi subito dopo mi sono detta: “qual è il giusto confine tra il non volersi imporre e il lasciarli pascolare senza controllo?”.
Mi sono rivista mentalmente tutte le puntate di Gilmore Girls, che alla fine gioca tutto proprio sul binomio madre-figlia che però ribalta gli schemi: qui non c’è una mamma-per-benino e una figlia ribelle, ma una mamma fricchettona e una figlia bacchettona e conformista (anche se poi, diciamocelo, l’influenza di quella pazzarella di Lorelai alla fine attecchisce anche su Rory in una certa misura).
Ho ripensato alla me stessa teenager. Io ero una ragazzina tranquilla, pure un po’ sfigatella, che ogni tanto se ne usciva con dei maldestri tentativi di sperimentare i trend. Come quella volta che mi sono comprata le dr. Martens rosa fluo o che sono passata allegramente dal Barbour al bomber (doppio giro carpiato da pseudo fighetta a coattella), che si è fatta ridere dietro con la maglietta “don’t touch” portando la retromarcia o arrancato con ai piedi i sabot lilla di Fornarina.
A parte che ho appena dichiarato la mia veneranda età citandovi queste simpatiche mode. Comunque. Mia madre verso i 14 anni, notando la mia schizofrenia stilistica quando uscivo da sola con le amiche il pomeriggio, e seriamente preoccupata, si decise a portami a fare shopping con lei. Mi portò in centro in un negozietto bellissimo (a posteriori) in perfetto stile Biggie Best (era così old style che oggi con l’imperversare dello shabby sarebbe avantissimo) e mi comprò un intero guardaroba in stile inglese “brava ragazza collegiale”. Che per come va oggi, riesumerei per intero, ma che per farla contenta sul momento ho messo qualche volta e poi sono tornata a vestirmi di merda.
Ora, tralasciando le polemiche su casi estremi tipo bucare le orecchie alle neonate (ma davvero qualcuna lo fa ancora?) che leggo perplessa un mese sì e l’altro pure nei gruppi Facebook, la verità è che non è facile essere equilibrate: da un lato credo sia giusto indirizzare i figli, dall’altro non credo sia nemmeno giusto sostituirsi a loro in modo esagerato. Un po’ per il rischio “effetto opposto”, un po’ perché credo che un figlio voglia sentirsi riconosciuto come “altro”, anche se guidato e in fondo “contenuto”.
Se mia madre non avesse battuto ciglio a vedermi uscire di casa in hot pants e zatteroni (dai, non sono mai arrivata a simili livelli 😀 ) credo non l’avrei presa bene: un adolescente ha proprio il gusto della sfida, del vedere fin dove può spingersi. Trovare un genitore troppo conciliante credo non sia -nel profondo- la sua vera aspirazione. Ma un genitore ha anche il difficilissimo compito di “coltivatore” : abbiamo tra le mani delle piantine. Quando sono solo germogli non sappiamo bene cosa vedremo fiorire, che tonalità avranno i loro petali, che forma avrà la loro corolla. Possiamo intravederla, con quel pizzico di magia che è nel legame profondo, di linfa e sangue. E nel prefigurarcela, possiamo innaffiare o potare dove serve. Ma sempre mantenendo la consapevolezza che, oltre alle nostre mani, li plasmerà la vita che li circonda e reagiranno agli stimoli secondo la loro natura.
E che quindi potremo anche tirarli su a pane e Bonpoint, ma un giorno potrebbero venirci incontro vestiti Desigual.
(in tal caso sono autorizzata almeno a diseredarla, vero?).
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