Ehm ok, la posa seria non mi è riuscita molto bene, perdonate….
Nell’universo mammesco -ma non esclusivamente- si fa sempre un gran parlare di questo tema, direi che è l’invisibile colonna portante delle nostre giornate: il caro, vecchio e mai domo multitasking.
Noi donne si sa: siamo per nostra natura, generalmente tendenti al maniacale controllo perfezionismo, alla competizione e ai mille interessi/occupazioni tutti insieme (io evidentemente ho qualche gene maschile perché non dico di esserne immune, ma non supero i livelli di guardia, saranno i trascorsi da fancazzista).
Dicevamo: la tendenza è già insita in noi come donne, poi si acuisce come mamme, nel nostro ruolo sociale atavico e, ahimè, eludibile fino a un certo punto. Se ci mettiamo il “logorio della vita moderna”, il quadro-cliché, triste esperienza comune, è bello e completo. Aggiungiamoci il bombardamento di mamme fighette su instagram che in contemporanea sfornano torte degne di Buddy, volano a Londra per una sessione di shopping e hanno pure la casa senza un giocattolo per terra e due bimbi paffutelli ed educatissimi, senza uno sbaffo di cioccolato sulla manica a cercarlo al microscopio. E’ chiaro che un attimo di ansia da prestazione si insinua anche nella più menefreghista cronica come la sottoscritta.
Bene. A quel punto vi dico la verità. Ma proprio la tutta la verità vera: le strade percorribili fondamentalmente sono due, non ci son santi.
Faccio tutto, io e solo io.
Alla cavolo.
Grande, questo metodo…io lo chiamo anche affettuosamente metodo alla Shary Bobbins, altrimenti detto “American Way”. Non siete a conoscenza della mitica parodia simpsoniana della Donna Pinterest ante litteram? (rendiamoci conto che il suo motto era “praticamente perfetta sotto ogni aspetto”, come non augurarle come minimo una maledizione inca?) Bene, è giunto il momento di rimediare. Ora.
Dopo essersi scompisciate, la realtà che emerge chiarissima è questa: se si sceglie di non delegare oppure si è costrette magari dalla mancanza di aiuti, in ogni caso ci si sobbarca l’intera faccenda. Che è bene ricordarlo, va dall’accudimento amorevole della prole, la scelta dell’outfit giusto, la carriera sfolgorante, la casalinga perfetta…beh, siamo destinate solo ad una cosa: frustrazione. E’ umanamente impossibile, a meno di essere rettiliani dai super poteri, gestire TUTTO senza un capello fuori posto. Mettiamoci l’anima in pace e rassegniamoci. Probabilmente essendo donne (quindi comunque dotate di discreti poteri magici) riusciremo anche a fare tutto. Ma niente sarà fatto davvero “a puntino”, quindi non saremo mai veramente soddisfatte. Io tendenzialmente ci sono finita e ci finisco un sacco, proprio un sacco di volte, in questo tranello mentale. Aspiriamo sempre a qualcosa che nella realtà non esiste, è un ideale nella nostra testa. E in qualche bacheca Pinterest.
Mi direte: Ok, forse è vero, forse la vita Pinterest non esiste. Però c’è chi ci va molto più vicino di me.
Vero anche questo: è dovuto principalmente a due motivi: una barca di soldi/tempo/carattere (su cui, per carità, si può lavorare…ma fino a un certo punto).
Oppure un altro metodo che vorrei svelarvi, dato che io ci sono arrivata da poco, riflettendo su un gran bel concetto che ho sentito alla scorsa Social Media Week di Milano da Paola Giorgi
[Tweet “Le donne possono avere tutto, ma non nello stesso tempo”]
Si parlava appunto di conciliazione tra le varie aspirazioni personali, soprattutto carriera e famiglia. Ancora per il 45% delle donne in Italia è un binomio impossibile, e il 50% è disposta a sacrificare la famiglia per il lavoro. Questi numeri sono il triste specchio della drammatica scelta che spesso è costretta a fare una donna in Italia: un bivio odioso che è andato aggravandosi con la crisi.
E quindi? Come risolvere l’annoso dilemma?
Semplice! Metodo due: dobbiamo ficcarci in testa che bisogna darsi dei tempi e delle priorità per ogni cosa.
Scendiamo nel concreto: se un giorno ho sfornato la famosa creazione multistrati in pasta di zucchero da Boss delle torte, la casa SARA’ meno ordinata o i capelli non in ordine.
Viceversa: se abbiamo avuto una giornata particolarmente stressante sul lavoro, non saremo propense probabilmente ad indulgere in attenzioni al marito o a spadellare qualcosa più di una speedy pizza e bastoncini findus.
Questo metodo, credetemi FUNZIONA. Ridurrà notevolmente l’ansia da prestazione, se imparerete a farne un motto quotidiano e renderlo una seconda pelle. Un altro grande vantaggio è che ci rende fondamentalmente persone più equilibrate, che non si fissano eccessivamente su un aspetto, ma curano “a rotazione” tutto, senza però la pretesa di farlo in contemporanea.
Il secondo elemento di questo “metodo”, complementare al primo è che bisogna fissarsi delle priorità precise e semplici, per evitare i confronti deleteri con l’amica. Guardiamoci dentro con obiettività: fare le summenzionate torte è frutto di un’autentica passione o è solo spirito di emulazione/moda? Seguire affannosamente un trend che però non ci appartiene veramente è uno spreco di energie e risorse che vengono inevitabilmente sottratte ad altro: ne vale davvero la pena?!
Molto meglio, secondo la mia esperienza, concentrarci su quello che ci piace molto, che sappiamo fare bene e ci rende davvero felici. Non importa se appare “poca cosa”: è quello che ci darà le soddisfazioni autentiche che tutti noi cerchiamo. Le priorità oltre che autentiche devono essere realistiche. Meglio cominciare da piccoli traguardi, piuttosto che fare voli pindarici destinati a tornare al punto da cui siamo partite (e che vogliamo scongiurare): frustrazione.
Attraverso questi due semplici step da tenere a mente, allora sì, possiamo in un certo senso “fare tutto”: tempi diversi e priorità autentiche e realistiche sono i concetti chiave per un buon “decluttering” mentale e comportamentale che ci permette di gestire meglio tutto senza impazzire o rendere poco e male. Provare per credere!
Scommetto che non sono l’unica ad aver ideato queste strategie anti stress…ognuna di noi ha una storia da raccontare e qualche dritta, ditemi le vostre!!
13 Comments
Io sono quella maniaca del controllo. Mi fido solo di me e delego solo se necessario. Non ci posso fare niente, ho questo gran difetto.
Cerco di fare tutto ma è come dici tu: non è possibile arrivare ovunque e bisogna stabilire delle priorità. La mia era quella di stare con le piccole e di fare ciò che mi piace (vabbè, poi lavoro pure).
L’effetto?
Una casa sotto sopra! :-)))) Chi ha il tempo per pulire? ahahah!
Ecco, questo per dire, che se non vuoi farti aiutare, devi per forza scegliere.
un bacio cara!
Concordo, a un certo punto diventa “la mia salute mentale/fisica” o delegare…diciamo che io ci sono MOLTO vicina 😛
p.s. ehm anche io sono più carente sulla cura della casa…ho la tua stessa “scaletta” di importanza 😛 bacio grande!!
io non riesco proprio a delegare e mi ritrovo a rassetare prima di andare a dormire se no svengo prima…….
la casa … prima le epsti e poi la casa..tanto appena metto in ordine loro arrivano e bigbang……
però riuscire a adelegare forse farebbe bene !”!!!!!!!!
veronica, senza il forse!! 😛
Anche io delego poco onestamente, ma ultimamente sono costretta a farlo, per sopravvivenza, a malincuore.
vedo che siamo un gruppetto MOLTO nutrito… 😀 comunque è importante la consapevolezza del non poter controllare tutto in contemporanea ma che in determinati periodi necessariamente privilegiamo qualcosa a scapito di altro, è un primo step molto importante per accettare che siamo umane 😉
Un poppante di tre mesi e mezzo ti costringe a scegliere le priorità.
Ho risolto la mia ansia da prestazione scegliendo cosa fare ogni giorno.
Il giorno delle pulizie, il giorno del parco giochi, il giorno della torta….
Cara Sabina che bel post! Io mi trovo tra le mamme disorganizzate, che cercano sempre di far tutto e poi dimenticano sempre qualcosa o arrivano alla sera immerse nel caos, in ritardo con la cena ad es, perché ho deciso gli “giocare” con i gessetti profumati con i miei figli alle 6 di sera… È un lato che devo assolutamente cambiare ma so da dove deriva ed è difficile rinunciarci. e cioè dal fatto che non sono più padrona del mio tempo da tanto che per recuperarne un po’ cerco di coinvolgere i miei figli in attività che interessano anche me e non solo lego o barbie. La torta o le tag create con il das mi servono per sentirmi non solo una mamma lì esclusivamente per loro, e lo sono, ma anche una donna che sta cercando di avviare una attività in proprio e come donna vuole sentirsi realizzata. Ecco l’ho detto. Vorrei più tempo per seguire le mie cose e invece lo “strappo” ai bambini sotto forma di gioco. A fine giornata sono esausta, ho fatto troppe cose ma me ne mancano sempre tante altre da fare… So che dovrei darmi delle priorità, magari una al giorno…
Un grande abbraccio Sabina, sempre bello leggerti, Valeria
…e dopo la mia pappardella mi sono pure dimenticata di dirti che non avendo qui la mia famiglia, ho pochi aiuti, ho solo mia suocera che c’è e non c’è. Non è una mia scelta non averne, sono a casa, “non lavoro” per scelta e mi arrangio e arrabatto in tutto. Un bacio cara!
come non riconoscermi in questo quadro…direi che la nostra situazione è molto simile!! io credo che già il discorso secondo cui non è possibile avere tutto sotto controllo nelle varie fasi della vita sia motivo di grande rassicurazione, dobbiamo imparare, prima ancora che ad organizzarci ad essere meno severe nel giudizio con noi stesse. Un bacio grande Vale, i tuoi commenti sono sempre una vera gioia da leggere, sei una donna e una mamma generosa :*
Ti sento molto vicina, anche se ho un figlio in meno. Sapere che siamo sulla stessa barca mi aiuta a sentirmi meno sola e faccio tesoro dei tuoi preziosi consigli, ce la posso fare!!!❤️
[…] cerchiamo di carpire insieme il segreto (o almeno qualche trucchetto) di come fa a far tutto –a proposito di multitasking, ecco!!! Godetevi l’intervista, piena di colori, mette il buonumore solo alla prima […]