Ok, lo ammetto, io ero una di quelle che al solo sentire il discorso faceva un sorrisino compassionevole…neonati fasciati? Uhhh (e invece ho scoperto che il bisogno di contenimento è davvero importante per alcuni bambini, che la “vecchia” pratica aveva un suo perché, eccome, specie nei casi di piccoli molto sensibili. senza contare che ora, insieme alle pellicce di agnello, chiamandola wrapping è considerata un cavallo di battaglia delle tecniche fricchetton-chic per farli dormire*) QUARANTENA? Roba che a momenti ora spediscono a calci in miniera noi comuni mortali o sul red carpet le vip. E invece….sono sincera, inizio a rivalutare anche questo (apparente) pattume del paleolitico. A volte siamo troppo frettolosi e, sì, pure spocchiosi verso i nostri antenati, influenzati come siamo, che lo si voglia o no, dal concetto di progressismo storico secondo cui tutto quel che viene prima è peggiore o quantomeno difettoso. Sarà che sono al terzo -e questo numero già di per sé mi rende più vicina alle famiglie di almeno una-due generazioni fa-ma mentre leggiucchiavo questo articolo —> http://www.mammapretaporter.it/accudimento-naturale-mb/mamma-e-bimbo/accudimento-naturale/il-pianto-serale-del-neonato mi sono messa in discussione e ho ripercorso i primi tempi coi miei tre bimbi. Ho la fortuna di avere in linea di massima dei bambini gestibili se sorvoliamo su qualche colica o capriccio/dispetto di normale amministrazione dei due “grandi”. Il piccolo poi, a parte la poppata notturna sacrosanta, a poco più di due settimane è molto tranquillo, durante il giorno soprattutto. La sera però, ricordo bene che tutti e tre erano sempre e comunque meno paciocconi e gnolavano, ognuno di loro con le dovute differenze legate ai caratteri molto diversi: il primo, più vivace e “avventuroso”, crollava con qualsiasi situazione/rumore ecc.(ha provato ad addormentarsi più di una volta mentre mangiava con tanto di forchetta e cucchiaio finiti a terra!) la seconda più pacata e routinaria, non dorme in passeggino, si infastidisce con i rumori ecc. Mi domando se forse davvero non pretendiamo troppo dai nostri bimbi. Se non li bombardiamo con attività eccessive per la loro attitudine ancora “rarefatta”, più di cielo che di terra. I primissimi giorni a loro serve solo stare accozzati stile koala alla mamma ed espletare le funzioni fisiologiche, stop. E a dirla proprio tutta, questo vale non solo per loro ma anche per noi stesse. Un tempo, si dice (ed è senz’altro vero), le nostre nonne si spaccavano la schiena nei campi. Eppure, dopo il parto venivano accudite, servite e riverite. Non cucinavano, non attendevano a lavori più o meno pesanti e addirittura non partecipavano neppure al battesimo dei figli, essendo di norma entro gli otto giorni (tanto è vero che esisteva persino la benedizione per le mamme nel puerperio, proprio perché era una cerimonia “staccata” dal battesimo, appunto). Non dico che oggi sia un modello riproponibile (e forse neppure auspicabile, almeno, io non desidero affatto essere accudita, mi sono bastate le due settimane di riposo forzato per minacce di parto prematuro una volta: per sentirmi in quel modo preferisco avere davvero 90 anni la prossima volta che dovesse capitare!). Eppure l’ho trovato uno spunto di riflessione che mi ha fatta pensare e forse in una certa misura apprezzare maggiormente quella che era una forma di sensibilità (magari anche maldestra o inopportuna quanto volete) verso un momento delicato come il puerperio, delicatezza oggi del tutto sconosciuta ad una società che richiede “produzione” ininterrotta, sovraesposizione mediatica e livelli di stress fuori controllo. Io sono una di quelle che quando legge l’ennesima, trionfante starletta o ministra che sbandiera orgogliosa di aver lavorato a momenti in sala parto e di essere tornata alla vita di prima dopo due giorni, non le considera affatto delle “privilegiate” come sembrano considerarsi le suddette, tutt’altro. Le considero schiave di questa smania generale di immagine della superdonna che deve fare tutto e dell’implacabile competitività del “sistema”. Insomma, sarò una donnetta da poco se con le lochiazioni, i punti o la tetta al vento voglio starmene in santa pace a casetta col plaid della nonna anziché ballare sul bancone di Striscia la notizia? Perché questo che secondo me è un desiderio naturale e funzionale all’assestamento dei nuovi equilibri familiari farebbe di me una mosciona contro wonder woman? Anche l’ostetrica del mio corso pre parto diceva questa massima a mio parere verissima: “il tempo dell’allattamento e del post parto sono preziosi, goderseli è il vero “privilegio”. Queste sono vittime di sé stesse, si rubano da sole la magia dei primi giorni che non torneranno mai più. I nostri figli perderanno troppo presto quel profumo indescrivibile, metteremo via le tutine dell’ospedale in un soffio…per vivermi tutto questo sono disposta a farmi pure cambiare il pannolone dal marito e cucinare dalla suocera…forse!
*qui un articolo molto carino in proposito, forse la vena fricchetton-chic sotto sotto mi ha contagiata un po’! http://shaulalala.blogspot.it/2013/10/come-e-perche-fasciare-un-bebe.html
e qui —> http://blog.toyscenter.it/2013/10/28/la-quarantena-tradizione-riscoprire/ non sono la sola a pensarla così, vedo!
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[…] *ho trattato più diffusamente il tema QUI […]
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