Lunedì sono stata al secondo “episodio” della momsweek: dopo il weekend all’insegna del Mamma che Blog, “La Città per le Mamme” era un appuntamento imperdibile per le mamme di Milano e dintorni, ma non solo. Si è parlato di tanto: del presente ma anche del futuro. Un punto della situazione completo sui servizi per mamme e bambini com’è e come dovrebbe essere e vogliamo che sia. Del tanto di buono già fatto negli ultimi anni, anche grazie all’iniziativa delle mamme sul web che sempre più spingono per un’offerta più strutturata e di qualità, e anche del meno buono che può migliorare.
L’intento di questo post è segnalare alle mie lettrici mamme lombarde questi siti che sono vere eccellenze nel settore: trovo che in molti casi diverse offerte e proposte anche straordinarie, rischino di restare sommerse nel mare della rete: strumento utilissimo ma talora dispersivo. Partiamo, pertanto con un elenco:
Casa Maternità “La Via Lattea”
Ognuno di loro ha avuto la possibilità di presentarsi, raccontare storie spesso “comuni” come premesse (eppure uniche come risultato): difficoltà lavorative dopo la maternità ed ecco che ci si reinventa per essere utili ad altre mamme, per un progetto di flessibilità. C’è chi si occupa della gravidanza, del postpartum, dei bimbi e chi fa networking o offre servizi molto concreti salvatempo. Tutte mi hanno colpita per qualcosa, vi consiglio vivamente di spulciare i (bellissimi) siti. Mammamia Kids e Milano Moms sono anche in versione cartacea. Quest’ultimo, nel prossimo numero dedicherà ad esempio ampio spazio all’Expo per i bambini, imperdibile!
In sostanza, cosa è emerso? Che noi italiani ci lamentiamo molto, ma che l’offerta per il segmento gravidanza-bimbi 0-6 è in linea con quella europea più avanzata. Resta scoperto il nervo delicato della 6+ per cui si è auspicato di colmare questo vuoto in un’età che sta nel mezzo, ibrido, tra l’infanzia e l’adolescenza, per evitare che diventi terra di nessuno, pericolosa. Si è puntualizzato anche che la città fatica a stare al passo con le mille iniziative delle start up femminili: se è vero che si creano mappe di cose da fare coi bimbi, è altrettanto vero che trovare servizi per i bambini come un fasciatoio, un seggiolone ecc. nei locali è ancora troppo, troppo raro. Credo che sia proprio questo elemento ad aver pesato negativamente nella survey che era stata indetta nelle settimane precedenti. Si davano giudizi positivi sulle singole voci, ma alla domanda “secca” se Milano fosse o meno family friendly il responso era molto meno entusiasta. E’ molto bello poter usufruire di spazi verdi, ludoteche e laboratori, ma sarebbe altrettanto fondamentale che i ristoratori, i negozianti e chi gestisce servizi pubblici lanciassero un messaggio positivo in questo senso: Milano non è solo la città della moda, dello shopping di lusso, del design, può (e deve!) essere anche una città accogliente verso una categoria spesso socialmente un po’ bistrattata come quella delle famiglie con bambini. In questo senso si è elogiata l’organizzazione davvero impeccabile dell’Expo e si auspica che possa servire da apripista e modello virtuoso da imitare negli anni a venire. Un altro problema, purtroppo tutto italiano, è legato alla percezione che hanno le aziende della maternità: inutile dire che viene vista unicamente come problema da risolvere (a volte in modo veramente brutale, altre più “sottile” ma altrettanto insidioso), e non come una vera opportunità di crescita personale e lavorativa per tutti. E qui bisognerà lavorare molto per cambiare una mentalità così svilente: questi progetti sono la punta di diamante con cui, mi auguro, fare da “testa d’ariete” in favore delle donne. Affinché il non lavorare sia eventualmente una libera scelta e non una condanna, e chi vuole formare una famiglia possa anche contestualmente mantenere la propria dignità professionale senza che l’avere figli venga fatto pesare, come fosse una colpa capitale, un “torto” al datore di lavoro. Infine in ambito strettamente ginecologico, si è posto l’accento sulla realtà della fisiologia della gravidanza e del parto per cui, in condizioni di attento controllo, ci si possa avvicinare, in Lombardia (già polo di eccellenza in Italia, in questo ambito), a Paesi del nord Europa dove è già da tempo attivo il rimborso statale se la donna sceglie di partorire in casa seguita da un’ostetrica privata. I vantaggi di una simile opzione sono evidenti in termini di posti letto ospedalieri ma anche di inutili interventi medicalizzanti laddove si proceda senza necessità.
Nota davvero bella è stata anche la testimonianza di Luca Lo Presti e Nina Senicar, rispettivamente fondatore e testimonial della Fondazione Pangea Onlus in prima linea nel difendere le donne e le maternità difficili in Paesi in cui essere madri è, davvero, un “lusso” e spesso una condanna.
Un grazie a Fattore Mamma che è sempre in prima linea nel proporre all’attenzione di pubblico e addetti ai lavori, una tematica che in Italia è ancora la “Cenerentola” della situazione!
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