…e le mie doti di casalinga disperata
L’immagine dice tutto: la mia valigia per l’ospedale, sarà anche perché è la terza volta che la preparo (questa scusa posso accamparla giusto per il ritardo ignominioso con cui la sto ultimando, essendo ormai alla week 36), somiglia, almeno nel contenuto, più a quelle di cartone da viaggi della speranza dei nostri bisnonni espatriati in Uruguay che ai trolley super organizzati delle altre partorienti prossime venture. Leggo con un misto di senso di colpa da madre degenere e un’incredulità quasi divertita che qualcuna si domanda addirittura “in che ordine metto le cose dentro?” Molte hanno impacchettato articoli che probabilmente non mi porterei nemmeno in un viaggio intercontinentale di tre mesi e hanno previsto dettagli quali le cannucce per bere più comodamente da sdraiate (lo ammetto, questa è una trovata talmente geniale che ho deciso di prendere spunto). Insomma, un’organizzazione da orologio svizzero che io me la sogno di notte.
La cosa veramente drammatica è che tutto questo rimandare continuo non è attribuibile a scaramanzie, problemi logistici insormontabili (tipo malefici traslochi come la volta scorsa che infatti, nonostante avessi pure quello in ballo, avevo finito ben due mesi prima) o a invasioni aliene. No, è giunto il momento di fare outing: quel che mi ha trattenuta dal sistemare il mio delizioso corredino grigio e lilla (ora che faccio mente locale, è la stessa palette di questo sito…qualcosa di maniacale ce l’ho pure io in fin dei conti forse) è una motivazione semplice quanto da far cadere le braccia: non c’avevo voglia di stirare. Sì lo so che se lo racconto in giro, qualche mamma dell’asilo, specie se detentrice di prole in numero superiore a 2, avrebbe per me un sorriso e un pat-pat compassionevole e magari mi direbbe perfino “eh ma ci credo, con due da curare e il pancione che poi ti vengono le contrazioni….” (a proposito, ho letto un articolo nientepopodimeno che dell’OMS che vieta assolutamente quest’attività in gravidanza! Tiè!! Anzi mannaggia che non me lo sono stampato come prova della mia buona fede).
A parte che ho un pancione che per essere al nono mese è decisamente poco ingombrante e impegnativo, ma la cosa grave è che le contrazioni al pensiero di stirare a me vengono anche quando non sono incinta. Ok, magari non proprio quelle da parto, dai (almeno NON quello indotto della sottoscritta), ma quelle prodromiche ci si avvicinano non poco. Alla fine scantonando l’inconfessabile tentazione di sbattere tutto in lavanderia pagando di nascosto di tasca mia, ho approfittato di una giornata in cui mi sentivo un po’ più arzilla e la piccola dormiva, per cimentarmi nella scalata dell’Everest di stoffa che mi aspettava al varco ammiccante dall’asse da settimane immemori. Il risultato di quest’impresa è stata una serie di avvilenti considerazioni sulla mia attitudine di massaia 2.0:
1) Ahimè, la nuance melange non basta a camuffare le pieghette, inutile ostinarsi a preferirla alle altre, almeno in quest’ottica. Premesso ciò, dubito che in sala parto o in giro per le corsie, questo fattore risulterà nella top ten delle mie preoccupazioni. Al massimo eviterò di mandare l’invito a Kate Middleton e mi limiterò ai classici nonni/2-3 parenti stretti che fanno normalmente la loro comparsata.
2) per la stessa legge, suddetta tinta non mimetizza nemmeno aloni/macchioline indelebili probabilmente lasciate dal colostro. La fortuna però ha deciso di arridermi: queste tracce sono per lo più -oltre che quasi invisibili, specie considerando l’illuminazione al neon ospedaliera- situate in punti irraggiungibili da occhio umano e coperte dalla falda della vestaglia (brrr solo l’idea della vestaglia, pur essendo la terza volta e avendone una discretamente figa di jersey che sembra più un kimono di Asos/Topshop, mi fa venire in mente le tenute estive di mio nonno novantenne, anziché un boudoir alla “Grande Gatsby” come auspicherei).
3) arrivata ormai prossima alla vetta della tanto sospirata montagna mi sono detta “e che cavolo, anche se le impacchetto religiosamente, una per una nel cellophane, tempo un mese e sballottate in giro ai controlli finali e al ricovero, tutta sta premura sarà vanificata in buona parte dalla compresenza del restante materiale da degenza e dalla consistenza da borsone sportivo -leggi floscia-del mio bagaglio”.
4) Ultimata la sessione, sudata e in preda ai cupi pensieri di cui sopra, ho tentato persino di darmi una giustificazione etnologica: “e che diamine, io sono per metà americana, gli americani oltre ad aver inventato tessuti notoriamente sporty che non necessitano o quasi di queste operazioni certosine, retaggio medievale, vanno in giro con le Birkenstock pure ai matrimoni –nota: no, non quelle da editoriale trendy s/s ’14 o da fricchettone chic finto trasandato– altro che stirare le canottiere da ospedale.
Tirando le somme, una vittoria (ebbene sì, sono riuscita a sistemare sta benedetta voce “valigia” sulla do-it-list) che ha più i contorni della disfatta per mia già misera autostima, come direbbe sempre il mio nonnino, della “DDC DOC”*
Vi prego, ditemi che non sono l’unica a risentire ancora del trauma della valigia. Che preferirebbe quasi una lezione di fisica quantistica ai “mestieri” femminili (e nonostante questo ha deciso di seguire la biblica esortazione: “crescete e moltiplicatevi” fin troppo alla lettera….).
Ah, se appartenete alla categoria che stira anche i calzini o le federe, pregasi astenersi dal commentare (tanto sarete probabilmente così scandalizzate da questo raccontino dell’orrore che dubito decidiate di diventare mie lettrici affezionate).
*DonnaDiCasa
6 Comments
Ahahahahah esilarante e…
tristemente vero! Stirare fa male, anzi, malissimo!
cara sabi, ti capisco benissimo, io ho abbracciato una religione estrema che vieta l’uso del ferro da stiro! Anche se mamme e nonne cercano di convertirmi io non cedo!
sappi che si può fare….!
Vale iniziami subito, sarò un’adepta eccezionale, garantito
Ahahahhahahhah!!!! Dai anche questa è fatta!!!!!
mbè visto il DNA è una questione di sopravvivenza!!!!!!!! Meglio niente stiraggi e salvarsi dall’ernia del disco anzi dei dischi considerando che io, causa pancioni insieme a super fatiche ne sono afflitta……da cervicale a sacrale!!!! Perciò ragazze niente ferri da stiro!!!!! 🙂
Keep working ,terrific job!