Qualche giorno fa la parrucchiera ha spuntato i capelli a Lorenzo e Costanza, in vista del caldo. Io non volevo farli tagliare troppo e mio marito mi ha canzonata: “non vuole che si veda la cicatrice sulla fronte”. Ovviamente mi sono beccata il biasimo anche dalla parrucchiera -anche se, da brava esponente del gentil sesso ha mostrato una certa comprensione. Quello a cui proprio non arriva un uomo (ok, diciamo il 90% degli uomini, via, visto che “A modo tuo” non l’ha scritta una donna) è che il vedere quella brutta cicatrice, per una mamma, non c’entra se non di striscio con mere questioni estetiche. Quello che fa male è il ricordo e la proiezione di tutto il male a cui vanno incontro i figli. Sì, lo sappiamo bene, anche quando li “mettiamo in cantiere”, che “il mondo è brutto”. Ma nessuno ti dice che il mondo, dopo aver contemplato tuo figlio appena nato, da un lato è vero che diventa “più bello” perché ora c’è anche lui (come sostiene il mio pediatra) ma dall’altro, anche più oscuro. Si diventa improvvisamente consapevoli della discrepanza tra quel fagottino perfetto e il contesto: brutale e tutt’altro che amorevole. È il nuovo termine di paragone, il problema. Prima il mondo era brutto, ma per te, rispetto a te, quindi tutto sommato sopportabile. Ora lo è rispetto a loro, ed è un abisso insondabile. Cerchi di tirare dritto, perché non è giusto lasciarsi frenare in qualcosa di buono come avere un figlio, da quel che c’è di negativo. Con questa filosofia, nel giro di pochi anni si farebbe un deserto e gli uomini si muterebbero in bestie assetate del sangue altrui. Però non si può nascondere a sé stesse quanto essere madri sia un privilegio e una condanna. Quanto sia difficile pensare che il male possa accadere al TUO bambino. Allo stesso bambino che hai formato così bello e perfetto, e che hai consegnato al mondo che è tutt’altro. Che non basta scacciare il pensiero per scongiurarlo: mettere la testa sotto la sabbia non farà che rendere tutto peggiore quando capiterà (perché, anche fosse solo quel graffio, capiterà). E soprattutto, quando capiterà, non potremo fare niente per impedirlo. Forse nemmeno alleviarlo. Niente, ieri ero persa in questi pensieri, un magone che ho faticato a ricacciare. Ho pensato alle donne che vedevano partire i propri cari per la guerra, senza sapere se sarebbero tornati -e senza avere skype. Dopo sono tornata la mamma finto nordica di sempre, eh. Non li ammorbo con le mie menate. Però….ok che è brutta ma…pensare che si è solo fatto una cicatrice.
5 Comments
Capisco molto bene quel che scrivi. Io tremo quando li vedo piangere solo per un litigio del tipo “non vuole giocare con me, non sono più suo amico…” Figuriamoci se ci fisse qualcos’altro. Eppure dovremo, a breve, spiegare loro che purtroppo esiste la vera cattiveria e che dovranno imparare a difendersi. Mi si stringe il cuore quando sento brutte notizie ma penso che a quasi 8 anni, al mio bimbo almeno, qualche spiegazione la dovrò dare. E tra scuola, compiti, maestre, vivacità che viene spesso additata come cattivo comportamento mi pare che di cose a cui pensare ne abbia già. Così piccoli e già con un fardello. Ed ecco che divago Sabina…scriverei per ore, questi argomenti mi toccano profondamente e il tuo post è anche un po’ mio, caspita quanti spunti! Un abbraccio, mi sto commuovendo, a presto…Valeria
credo che sia una consapevolezza che prima o poi ci investe tutte: c’è chi ha più sensibilità di me che ne prende atto prima, io ho fatto un po’ fatica perché fondamentalmente sono un tipo che, per paura di restare intrappolata nelle ansie, fa le cose in modalità kamikaze “o se mi fermo a pensarci troppo non farei nulla”. Ecco, quel momento è arrivato anche per me: una sciocchezza che tocca loro ci fa contorcere le budella in un modo inimmaginabile -.-‘ un abbraccio cara, 8 anni è un ometto ma ha ancora bisogno della sua mamma per portare e comprendere il fardello comune che è la vita: meraviglioso e terribile insieme!
Questo post mi ha ricordato il giorno in cui Sophia si è fatto il prim o “segnetto” sulla pelle. Non ricordo neppure quando né perché ma ricordo che in quel momento ho pensato “oddio ecco… io l’avevo fatta perfetta e ora ha già un segno”. Era come un colpo al cuore!!!! Come quando ho scoperto, anzi un mio amico ha scoperto che sophia ha due ditine dei piedi un po’ più “attaccate”. Ho pianto un pomeriggio………………… che scemate 😀
Ora invece sono convinta che questi segni sn quelli che “ci danno qualcosa in più”. Io ho una brutta cicatrice sul fianco ma oggi mi piace sempre più.
Ma sai che anche Ale ha le ditina “gemelle” un po’ più attaccate??? Oddio, non è che ci hanno separate alla nascita? :O :O
[…] la tentazione di fare l’impossibile per evitarle ai nostri bambini (se mi seguite, vedete che ne parlavo pochi giorni fa, sul piano […]