Torno sul tema dei tre figli vicini (se hai perso la prima parte clicca qui —> Tre figli ravvicinati Pro e Contro ) :per ovvi motivi è uno dei miei fil rouge non solo di questo sito, ma proprio dei miei giorni come mamma. Nel vecchio post mi interrogavo sui pro e contro “pratici”, stavolta vorrei sviscerare con voi un po’ più a fondo i risvolti del lato interiore dell’esperienza “mamma tris”.
Come la scorsa volta, voglio partire dai contro. Sono i più “evidenti” a chiunque, per questo spaventano e spesso distolgono.
Contro:
- La sensazione di essere “sopraffatta”. Di non riuscire a gestire tutto, di esserti dimenticata qualcosa di super importante (tipo il figlio, nell’ormai mitica scena della madre di Kevin appena salita a bordo in “mamma ho perso l’aereo)
di avere una barca col buco sotto, di aver dato fondo a tutte le energie, anche a quelle più nascoste ma non aver concluso le cose come volevi tu. In parole povere: la sensazione di qualcosa di più “grande” di te che non riesci a “domare”. Qualcuna storcerà il naso, manco i figli fossero bestioline da circo. Me ne rendo conto.Eppure, ci sono giorni in cui le analogie iniziano ad essere…mmm come posso dire….esilaranti?!
- La sensazione di non riuscire a dare a tutti le attenzioni esclusive. Questo è un cruccio che attanaglia tutte le mamme dai 2 in su. Credo ci sia veramente poco da aggiungere: è una sottile e piccola tortura per tutte. Ti senti un po’ come il bambino della leggenda del Re Salomone, squartata in due (nel mio caso in tre) perché ognuno ti tira dalla sua parte e tu non hai il dono di ubiquità/clonazione. L’unica consolazione è che questo tarlo purtroppo, per esperienza, è insito nella maternità stessa. Non si è mai davvero “abbastanza”, che si abbiano 1 o 10 figli. Purtroppo c’è da combatterci molto, con una famiglia più numerosa. E non è il massimo della piacevolezza.
- La sensazione di non avere più una vita di coppia. Fino a due, il tempo per la coppia anche se messo a dura prova, ha ancora i suoi momenti idilliaci. Almeno, questa è la mia esperienza. Poi ci saranno i piccioncini con 8 figli, tanta stima. Io arranco parecchio a ritrovare questa dimensione e ammetto che iniziare a sognare fughe romantiche col marito che invece “non se la sente” di lasciare una notte la prole, a me pesa. Per carità, sopravvivo e ho avuto i miei sfizi a suo tempo, quindi non voglio fare la vittima della situazione, ma è un punto su cui si deve lavorare molto ma molto duramente con diversi figli piccoli ravvicinati. Speriamo in tempi migliori.
- La sensazione di venire sempre, istintivamente all’ultimo posto. E quando si tratta di sfizi, passi. Ma quando capita la giornata in cui a momenti nemmeno riesci ad espletare le funzioni fisiologiche in santa pace…beh voglio proprio trovarle, ste mamme tutte belgioiose e ridanciane degli spot Mulino Bianco. Se siete tra quelle, beh i contro sono andati, adesso arriva la parte che preferite, avrete già i fazzoletti pronti e la lacrimuccia tremula sul ciglio.
- La sensazione del “ma come farei senza i nonni/la donna delle pulizie/quant’altro o al contrario, la sorta di delirio di onnipotenza di chi ammattisce pur di non delegare nulla. Ecco, trovare l’equilibrio qui è difficile. Ci vuole davvero una certa lucidità mentale per non finire fagocitata da Scilla o da Cariddi. Sono due atteggiamenti che non mi piacciono entrambi e rifuggo con decisione. Ma ammetto che talvolta è tosta mantenersi nel giusto mezzo.
Pro:
- Quando sei in buona (coi nervi ben saldi e magari con una semi-notte dormita senza nessun dente in uscita-“mamma-acqua” meno volte del solito), tutto quel caos soverchiante ti appare come, in fondo, quello che realmente è: vita. Vita ancora entusiasta e innocente che ti pullula tra le mura domestiche. Vita che straborda perché…beh, come Fantàsia “non ha confini”. Non ha ancora gli argini di noi grandi, nel male ma soprattutto nel bene. Ed è un privilegio goderne, nonostante certe volte raggiunga i decibel massimi consentiti alla sanità mentale. Il tempo per case da copertina e weekend oziosi tornerà (ma manca ancora un bel po!).
- Quelle attenzioni esclusive che avverti solo da un lato della medaglia, di non dare tu, si trasformano in relazioni preziose tra simili. Anche le zuffe hanno il loro perché in questa logica -diciamolo- un po’ perversa. Tu devi fungere spesso da succitato domatore (ok, diciamo da “moderatore” che suona meglio!) ma alla fine…vederli interagire tra di loro, quando iniziano ad aumentare di numero, è uno spettacolo che da solo vale il lavoro duro e forse tanti che apparentemente ti apostrofano come quella un po’ matta, sotto sotto pagherebbero il biglietto.
- No, qui non c’è un corrispettivo, ahimè. Magari se faccio il quarto vi aggiorno su ritorni di fiamma inaspettati, stay tuned.
- Alla fine della giornata sei devastata ma ti godi come mai prima ogni singolo momento di quiete. Quando tutti dormono, inizia il regno delle mamme. Ti senti quasi uno scolaretto che ha bigiato: che emozione, quasi quasi mi faccio un giro sul sito di Zara e me lo giro tutto-tutto senza interruzioni, chiacchiero su twitter con le altre colleghe in libera uscita e mi sparo qualche bel video demenziale. E chi sta meglio di noi?!
- Se si trova il fatidico equilibrio, si è una persona migliore. Si impara la tolleranza verso i difetti altrui (e quando si tratta di rapporti suoceri/nuora è sempre un percorso minato, lo sappiamo), un certo spirito di squadra che fa molto bene, essendo immersi nella società dell’individualismo e autosufficienza esasperata. Fa molto bene saper “lasciar andare” (mi riferisco a questioni non vitali, ovviamente!), ammorbidirsi. Capire che non ce la si può fare sempre e comunque, da sole. E se anche ci si riesce, è un prezzo molto alto, quello che si paga per quell’amara, quando non patetica medaglia “mi sono fatta da sola”.
- Come quando ti buttano in una piscina, devi nuotare, DEVI. Non puoi “non farcela” e devi stare a galla perché baracca e burattini dipendono in gran parte da te. E cambi. Non ci si crede, se prima non ci si passa, ma è vero che tutto è tarato sulle nostre spalle, nella vita. E se sembrano troppo fragili per portare il dolce peso di tre bimbi, come per magia, arriva un bonus resistenza/esperienza che manco al livello 300 a D&D. Ale è un bimbo impegnativo eppure mi ha anche fatta crescere molto, non solo come mamma. Quindi, al di là della fatica e anche della retorica, nessun figlio è meno indispensabile. Chissà, oltre alle notti insonni, che altri regali un po’ più graditi avrebbe portato un figlio desiderato ma lasciato magari lì nel cassetto, sommerso dai dubbi e dalle paure.
23 Comments
2 e 4 sono quelli più vividi, almeno per me che sono a quota 3 come te… età quasi 7, quasi 5, quasi 18 mesi. Una settimana fa i due grandi sono stati via 3 giorni col nonno: in quei giorni la piccola era insopportabile, la sola spiegazione che siamo riusciti a darci è che le mancassero terribilmente i fratelli, per quanto sembri incredibile a 17 mesi. Quanto al “regno delle mamme” quasi mi ispiri un post, quanto è vero! E il pro n.1… è emozionante. Hai ragione: Vita. Ma di quella che pulsa. Grazie
Grazie a te cara, è bellissimo condividere queste emozioni con chi ne partecipa sulla propria pelle 🙂
Ho letto il tuo post con molto interesse, molto bello… io sono al primo figlio ed è qualcosa di meraviglioso che mi ha cambiata molto, mi ha resa una persona migliore sicuramente…ma allo stesso tempo è faticoso crescere un bambino… mi chiedo spesso come farei con un altro.. e un altro?! quindi fa bene leggere queste condivisioni. fa bene perché solo a sentir parlare di vita che straborda come dici tu, nonostante le fatiche ti si aprono spiragli di vita, vita vera
Ti capisco perfettamente, se mi avessero detto, dieci anni fa, che avrei avuto 3 bimbi in pochi anni avrei stentato a crederci…sono cambiata molto quando ho finalmente iniziato ad “ingranare” col mio grande e sono rimasta finalmente stabile in un posto. Lì ho realizzato che no, non eravamo decisamente al completo a tavola 😉 forse l’ho già raccontato ma è stato proprio un flash mentre eravamo lì io e lui a pranzare, ho avuto la stranissima sensazione che i posti intorno a noi in quel grande tavolo fossero vuoti ma aspettassero qualcuno…
Non posso che farti i complimenti. Avere 3 figli così ravvicinati è davvero qualcosa di impegnativo e tu sei meravigliosamente a tuo agio in tutto ciò che fai! 🙂
Sara
Troppo buona Sara, le giornate “mamma di Kevin” non mancano ma almeno ci si ride su
Ho letto con molto interesse e un po’di commozione…I figli sono Vita! La domanda è: vero che dopo il terzo passa la voglia di farne altri? Altrimenti io e la mia ginecologa dobbiamo fare un discorso serio:-)
ehm anche io allora 😛 no diciamo questo: sicuramente io ho subito molto più il passaggio da 2 a 3 che da 1 a 2 (liscissimo). E’ una bella botta quando gli adulti in casa, passano in minoranza numerica, diciamo così! Però no, non mi è passata la voglia…poi certo, non è che la voglia si trasformerà per forza di cose in realtà. I primi mesi dicevo che non ne avrei fatti più ma perché Ale è molto impegnativo, oltre che terzo. fossero tutti come la mia seconda, ne farei pure 10 (almeno come gestione familiare 😀 ) ma beh…i desideri hanno bisogno anche di altro per tradursi in vita, quindi vedremo (lascio aperta la porticina del desiderio, ma per ora la guardo a vista ecco, diciamo così)
[…] Update: sempre sui pro e contro di tre figli vicini, ecco la Seconda Parte del discorso […]
Bel post e devo dire che leggerlo mi rende serena. Io non ho voluto altri bimbi dopo la prima perché con 10 ore di lavoro al giorno vivo sopraffatta dai sensi di colpa e mi sento come una palla in un flipper tutto il giorno! Mi sono sempre chiesta come fa chi ha più figli e soprattutto vedere la mia vicina che ne ha ben 8 tutti in fila alla mattina non mi ha aiutato! Leggere i pro e contro invece mi ha fatto piacere perché è vero tutto è vita e tutto alla fine è molto bello. È bello essere madri. È belle ritrovarsi la sera. Un abbraccio
ne ho parlato proprio giorni fa con una mamma: un programma “di massima” è giusto farlo, ma poi è la vita che ci dà una determinata direzione. Possiamo opporci se sentiamo che non è quello che fa per noi, ma senza farsene una malattia e soprattutto consapevoli che ognuna di noi ha un percorso proprio: unico e inimitabile, i paragoni non servono a niente, se non a rodere la nostra serenità senza motivo. Grazie per avermi regalato la tua riflessione e un abbraccio!
Capito per caso sul tuo blog ed ecco qua la frase che mi perseguita “Chissà, oltre alle notti insonni, che altri regali un po’ più graditi avrebbe portato un figlio desiderato ma lasciato magari lì nel cassetto, sommerso dai dubbi e dalle paure” chissà se avrò il coraggio di scoprirlo….
A volte dopo i ragionamenti aiuta un pizzico di “audacia” Ti auguro di fare chiarezza e sono felice di poter dare spunto e voce ai dubbi do noi mamme -bis o tris che siano! Grazie di avermi lasciato un pezzettino di te così personale, è un grande regalo ☺
Pure a me ha colpito l’ultimo pezzo!!! Ho due maschietti, uno di 6 anni e l’altro di quattro. Da tempo desideriamo entrambi un’altra creatura. Però un po di paura visto i tempi…. però serve l’audacia…. Chissà…
Reena io non voglio certo “convincere” qualcuno, però ti dico che a me il terzo figlio ha portato un vero risveglio personale e anche se sul momento m’è preso un bel colpo, tornando indietro lo rifarei mille volte. Ha portato con sè tutto quello che serviva per quel momento della mia vita e di cui nemmeno ero del tutto consapevole, in modo incredibile. Ti auguro di trovare l’audacia, un pizzico fa miracoli 😉
Bellissimo blog e complimenti per la supermamma che sei, io e tre anni che ci penso ad un terzo figlio ma ho troppa paura, di togliere attenzioni agli altri due(4e 7 anni) e inoltre non ho aiuti da suocera o mamma, il che mi sfianca.. Però in me resta sempre il desiderio chissà se si avvererà e troverò il coraggio.. Grz
Ciao Francesca, grazie mille, sono contenta che questo blog ti piaccia! Essere senza aiuti effettivamente è un disincentivo notevole ma io penso che il desiderio crei il “terreno fertile” che permette di affrontare l’inevitabile fatica. 3 è un bel salto, non voglio sminuirlo ma noi col 4 e dopo la quarantena in cui li abbiamo gestiti al 100% io e mio marito senza aiuti, siamo ancora qui alla fine 😀
Chissà se troverò il coraggio.. Bravissima e complimenti
Chissà se troverò il coraggio.. Bravissima e complimenti
a prescindere dalla sua realizzazione che sicuramente dipende da tante cose, tieniti stretta la generosità e il desiderio di prenderti cura di una vita, possiamo dirigerla in tante direzioni (ma capisco benissimo, è molto difficile soffocare il desiderio di essere mamma)
Grazie ❤️
Ciao, approdo per caso sul tuo blog cercando conforto e qualcosa che mi aiuti a capire… Provo di nuovo un desiderio di maternità sempre più forte e che non riesco a reprimere nonostante mi dia della “pazza” io per prima..si è cosi, vorrei il terzo figlio! E qui arrivano i ma…infatti ho appena compiuto 40 anni, ho una bimba di 4 anni e mezzo e un bimbo di 18 mesi (nonché una gravidanza finita troppo presto con immenso dolore tra la prima e il secondo) un lavoro part time, una condizione economica normale (ce la caviamo benino ma non da scialare) un marito fantastico e nessun aiuto dalle famiglie di origine (mia madre ha molto criticato già la scelta del secondo) …mi chiedo se dietro non ci sia masochismo o comunque qualche pulsione autodistruttiva visto la gran fatica che faccio con le mie due meravigliose creature….continuerò a cercare di capire se ciò che provo è qualcosa di bello o qualcosa di cui aver paura… Intanto grazie per le tue belle parole e la tua testimonianza equilibrata…
Ciao Beatrice, sai io penso che l’istinto di maternità non somigli a quella roba sdolcinata stile mulino bianco che ci racconta la pubblicità ma sia qualcosa di molto potente e sì, anche un po’ “pazzo”. Se non fosse così non sarebbe quello autentico, atavico oserei dire, che è capace di scuotere il cielo per strappargli la vita.
Quindi non ti colpevolizzare perché lo provi, sei già mamma, sai cosa comporti il groviglio di emozioni più grandi di noi e di quotidianità che è l’essere madre. Non posso consigliarti perché è qualcosa di troppo intimo e personale il numero di figli ma una cosa te la posso dire: non c’è niente di male in quel desiderio, io credo che non abbia senso reprimerlo e lottarci, ma che sia un dolce (e a volte un po’ pauroso!) compagno della nostra vita come donne, anche se per la società attuale la famigliola perfetta ha massimo 2 figli. Ma sono standard e sovrastrutture di un tempo e di un luogo: se vai in un altro Paese lo standard può essere 1 o 3-4, se poi vai indietro nel tempo anche molti di più, solo per fare un esempio. La vera decisione spetta solo a te e tuo marito. Per quanto riguarda gli aiuti, sono preziosi ma se può consolarti quando ho detto di aspettare il terzo, mia madre (che peraltro vive a mezzo stivale da me quindi non sarebbe stata coinvolta nell’aiuto) e molte altre persone non hanno preso benissimo la cosa. Mi è stato detto di tutto e di più, persino estranei si sono permessi commenti che mi lasciavano paralizzata da tanta maleducazione e intrusione. Invece quando ho aspettato il quarto (eh sì, questo post va aggiornato!), è stato accolto con grande gioia da tutti. Ormai veniamo chiamati con una punta di ironia ma anche di affetto “gli americani”. Questo per dirti che quando il desiderio è forte, riesce a plasmare la realtà intorno, specie quando smetti di avere paura.
Un abbraccio!