Ho letto una fiumana di post in proposito delle mamme casalinghe (noi donne siamo maestre nel dividerci sempre: pro e contro allattamento, mamme lavoratrici vs a casa, more contro bionde e peggio ancora fino alle inezie) e vorrei dire la mia su un tema che mi è particolarmente caro: mamme e lavoro dentro e fuori casa. Sì perché non è che se si fa una delle due cose possiamo risparmiarci l’altra (a meno di chiamarsi Berlusconi di cognome).
Da quando sono una mamma casalinga ho raccolto tante di quelle reazioni, le più disparate, che vorrei condividere con voi, per sorridere e riflettere. Quasi tutte sono accomunate da un macro pensiero di fondo: [Tweet “la maternità brucia i neuroni, ti rende peggiore”] mentre io mi sento di dire a tutte le mamme che convincersi di valere meno perché si è madri è il modo migliore per perpetrare abusi e scarsa considerazione del nostro ruolo. Io ci sono cascata per prima, mi hanno fatta sentire talmente in difetto che ho finito per fare colloqui in cui mi nascondevo, quasi mi vergognavo di qualcosa che mi aveva resa migliore, non solo genericamente come persona, ma proprio (e qui voglio dirlo a caratteri cubitali) PIU’ IN GAMBA, anche nella vita pratica, come ho sottolineato spesso qui nel blog.
Ah, prima di iniziare voglio solo aggiungere che non sto scrivendo dopo che mi hanno silurata ad un colloquio 😉 andiamo a incominciar:
Reazione anti casalinga 1. Nostalgica del ventennio
Stai a casa? Allora sei miliardaria, è un lusso.
Non è raro imbattersi in un “ohh beata”. Di solito viene proferito da una tizia (magari che al lavoro cazzeggia col solitario dal pc aziendale) che non sa manco lei dove si trova. Nella sua testolina la voce “madre a casa”, dopo una fase di comprensibile smarrimento (è una tematica veramente troppo impegnativa per la sua scatola cranica), apre un cassettino ammuffito da cui saltano fuori immagini sparse di nobildonne che si aggirano in manieri sorseggiando tazze di tè, ascoltando musica al grammofono e la cui rogna peggiore della giornata è rispondere alla corrispondenza o impartire ordini alla servitù per cosa vuole a cena. Son sincera, con questo esemplare non perdo nemmeno tempo a controbattere, al massimo replico “eh già” e un sorrisino di circostanza, ha visto troppi filmoni anni ’30. E’ da dire che hanno suonato talmente tanto la grancassa sul discorso crisi, che devi tenerti un lavoro anche a condizioni inumane o per beneficienza (vedi le polemiche recenti sul discorso di Jovanotti) che, davvero, mai come ora il “lavoro a tutti i costi” è diventato quasi un discorso tabù.
1. variante #a Può capitare una genuinamente “invidiosa” della condizione: ha un lavoro che odia, un capo che la tira matta o non ha cognizione di cosa significhi smazzarsi gestione di casa e prole. Oppure davvero vorrebbe ma non fa “il grande passo”. In tal caso vale la pena uno scambio il più possibile onesto a cuore aperto.
Reazione anti casalinga 2. La suffragetta de noantri
Stai a casa? Le femministe anni ’70 si rivoltano nelle tombe, tutto per colpa tua.
Quando apprendono che stai a casa, non ti dicono niente di solito, strozzate dal raccapriccio. Ma glielo leggi in faccia: “Cioè, mi stai dicendo che esiste ancora qualche pazza furiosa/parassita sociale che accetta di dipendere da un uomo? Di sfornare figli alla divina patria? Di fare la donna schiava zitta e lava?”. Questa è rimasta a Pozzetto che tifa juve nella curva interista. A comunisti contro fascisti. Applica, alla realtà attuale, categorie ormai superate credendosi magari pure all’avanguardia. Un po’ come quei ragazzetti dell’oratorio che schitarrazzano convinti di essere moderni. O. mio. Dio.
Reazione anti casalinga 3. Vade retro
Stai a casa? Io non ce la farei…
Ah-ham? E sti gran…a parte che, ma chi te l’ha chiesto, non è che se parli con me ti attacco la malattia e finisci a casa pure tu. Comunque riconosco un embrionale stadio di evoluzione rispetto alla 2., almeno questa tenta una (imbarazzante) minima immedesimazione/empatia. Ovviamente è una domanda retorica che vorrebbe celare con scarsi risultati, la riprovazione di fondo della 2., solo un filo più blanda e meno militante.
Reazione anti casalinga 4. L’ “ornitologica”
Stai a casa? Ma cosa fai durante la giornata?
Questa è genuinamente curiosa. Sì insomma, non capita tutti i giorni un esemplare in via d’estinzione come la sottoscritta. Ti squadra da capo a piedi con la lente d’ingrandimento immaginaria, degna di uno studioso di paleontologia, per verificare se rientri nelle caratteristiche della specie di cui ha sentito parlare. Ovviamente avrai o lo smaltino non abbastanza a posto o al contrario sarai troppo in tiro per i suoi standard.
Reazione anti casalinga 5. La solidarietà è una figata ASSO-LU-TA
Stai a casa? Ma stai cercando? Ho un’amica che lavora da Decathlon…
Qui non è cattiveria, anzi, è una brava persona. Vuole fare qualcosa per risolvere il problema. Semplicemente non contempla nemmeno l’ipotesi che tu non ambisca a tornare in piazza a tutti i costi e si prodiga per crearti qualche buona occasione. Questa è apprezzabile, pur essendo un poco limitata di vedute, ha una naturale propensione alla generosità. Ringraziare e glissare (io anche volendo, non verrei mai presa da Decathlon, ve l’ho già detto che sono la donna-anti sport per eccellenza?).
Reazione anti casalinga 6. (L’opposto della 5) Ti faccio i conti in tasca
Stai a casa e fai PURE figli?
Dicasi anche l’acidona opposta alla 1. Di solito gira spavalda sul web e commenta sconvolta l’annuncio dell’amica incinta del terzo (non è capitato a me, ma vi assicuro che è una true story). Saputo che stai a casa o peggio ancora, che hai 2+ figli inizia una filippica sull’irresponsabilità di fare figli come conigli. Lo ammette pure il Papa adesso, adeguati. Anzi sei pure anti ecologica, tutti quei marmocchi che sprecano le preziose risorse limitate del pianeta. Ma io dico, se fosse vero che siamo così tanti perché, di grazia, al super trovo sempre più confezioni monoporzione? Mah, i misteri della GD. E comunque non ho capito perché sta specie di crociata sulla pulizia etnica del genere umano vuoi farla partire proprio da me. Non mi risulta di aver mai ammorbato le mie amiche single per convincerle della mia causa.
Giro, a voi, “stay at home mom”: raccontatemi le vostre personalissime gallerie degli orrori: temo che le 6 che ho citato siano la punta di un mega iceberg. Visto che lo stanno iniziando a dire anche nella stanza dei bottoni che qui si finisce molto male, che Lorenzin stila un “piano fertilità”, cominciamo col dare il nostro seppur minimo contributo a smuovere una mentalità veramente urticante che vede nella mamma un peso morto nel migliore dei casi. La mamma casalinga 2.0 è vero, forse fa come dice la mitica Tiasmo nel suo aforisma “la verità sul multitasking” che vi invito a cercare per divertirvi
Immagine diDesignlovefest
ma di certo non sta tutto il giorno a rimbecillirsi davanti alle soap, a sfogliare novella 2000 o a spettegolare in ciabatte e mollettone con la sigaretta sul pianerottolo con la vicina. Non tutte, almeno. Sempre meno, secondo me. No perché la mia impressione è che sia questa, ancora, tristemente, l’immagine che diamo. Allora forse tocca anche a noi sfatare questo mito: a smetterla di parlare solo di peddy, gine, di essere in cinta o di dare la giunta. So che probabilmente passerò per snobbetta qui, ma queste sono le cose che a me fanno cadere le braccia e che ci fanno passare per rimbambite, non uno sticker attaccato addosso quando vai al colloquio, Machedavvero docet. Insomma: io credo che cambiare pannolini non risucchi neuroni, ma allo stesso tempo forse dobbiamo faticare doppiamente per evitare che succeda o che altri possano pensarlo. Faticoso, ma una battaglia che merita di essere combattuta.
18 Comments
No, cambiare i pannolini non risucchia i neuroni, certe volte li stordisce per qualche minuto, però!
Scherzi a parte, è vero che dobbiamo essere noi ad uscire dalla nicchia dei discorsi solo nanna-cacca-pappa.
Ahahah specie quelli in modalità bomba nucleare…ma quello ci sta, dai 😀 l’importante è, come dici tu, non farlo diventare uno stato permanente 😛
E’che noi donne siamo complicate e non ci va mai bene nulla…non ho figli e mi hanno detto tante volte che sono meno donna di una mamma. Le mamme devono capire che siamo donne sia senza che con i figli. E comunque cercate di tenere un buon rapporto anche con le povere disgraziate come me, senza prole. Che può avere avuto 10 mila motivi leciti per non avere figli come leciti sono i motivi per cui tu sei mamma. Uscire con amiche mamme e sentire parlare solo di pargoli non è sempre il top…..
certo cristina, credo ci voglia comprensione vicendevole!
Bellissimo post!!Sottoscrivo tutto!! http://mondodileo.blogspot.it/2015/05/ho-scelto-di-fare-la-mamma.html
grazie Francesca, ho visto il tuo, siete bellissimi, direi che fate un’ottima pubblicità alla categoria! 😉
Sabina cara, mi hai fatto ridere e riflettere! Anche a me è capitato di dovermi scusare per la mia condizione di stay at Home mum e di sentirmi dire: beata te!
Ho una cara amica che lavora, ha due figli, le unghie sempre perfette ed è molto chic. Non fa mai la spesa, tutti i giorni la colf, casa sempre ordinata e genitori e suoceri che portano i figli alle attività sportive ecc… Uno dei punti dolenti è proprio questo! Vivo lontana dai miei genitori e ho pochissimi aiuti. Dopo esser rimasta in cinta ho deciso di lasciare un lavoro in cui non venivo valorizzata perché donna è quasi mamma e che penso avrei lasciato comunque. Per scelta non ho cercato altro e ho deciso di gestire in toto entrambi i miei figli. Ho messo la mia laurea nel cassetto e devo essere sincera, mi manca un po’ la vita da ufficio, il team, i progetti… È anche per questo che ho aperto un blog e amo creare oggetti, dipingere… So che per tante sembra impossibile ma io Sono felice così non vorrei lasciare i miei figli con nessun altro! Non mi vergogno più della mia “condizione” anzi, mi sento una privilegiata. I miei figli sono la mia forza, grazie a loro e per loro ho fatto cose che non immaginavo sarei mai riuscita a fare. Sono il mio orgoglio più grande e sono felice di poterli vivere appieno.
Ma quanto mi sono dilungata! Un abbraccio Sabina!
mi piace quando ti dilunghi (forse perché sono logorroica per prima 😛 ) abbiamo un percorso molto simile direi 😉 io credo che il mio “ideale” sarebbe un part time, ma qui da noi è fantascienza…ho avuto diverse occasioni di tornare a lavorare ma richiedevano veramente di mettere la famiglia in mano ai nonni in toto…e no, non me la sono sentita a queste condizioni. Nonostante questo sono fiduciosa che in qualche modo riuscirò prima o poi a trovare il modo di conciliare questi due mondi e sono sempre con le antenne ben dritte…;) un bacio grande! :*
Concordo su tutto quello che hai scritto! Tutto vero!! Ho sempre pochisismo tempo per leggere i blog ma sto cercando di ritagliarmi uno spazio per farlo, devo recuperare!
Io credo che sia normale oggi pensare e sentirti dire le risposte che hai elencato.
La mia personale sarebbe: “se hai la possibilità e sei contenta, fai bene!”.
Nella vita bisogna essere innanzitutto felici e soddisfatti delle scelte che si fanno!
Non è facile con 3 figli gestire la vita da mamma, donna e lavoratrice (già faccio fatica io solo con una!!!).
Non dimentichiamoci che prima di tutto siamo donne e in quanto tali è giusto portare avanti le proprie ambizioni che non necessariamente devono essere: fare la mamma.
Poi, una volta deciso e avuto la fortuna di diventare mamma (non importa di quanti figli, anche uno va bene) bisogna chiedersi se ci si sente realizzati così e se si riesce a incastrare bene tutto per vivere e far vivere degnamente i figli.
Ovvio che qualcuna (con invidia o anche no) dica: se te lo puoi permettere!?
Oggi non è facile mantenere nemmeno un solo figlio, figuriamoci 3! La vita è un sacrificio per tutti, sia per chi continua a lavorare nonostante tutto, sia per chi resta a casa ad accudire i figli (bisogna vedere tra l’altro se si hanno nonni e altri aiuti!).
Io sono mamma lavoratrice ( ahaha ovviamente anche io ne ho parlato sul blog, ovvio!!!) e non cambierei per nulla al mondo questo status perché mi fa stare bene.
Vorrei solo avere più tempo per stare con la mia bambina, ma mi accontento di quello che ho adesso.
Ricordo che quando stavo a casa in maternità a volte mi sentivo alienata…stavo bene e adoravo stare con la mia bambina. Ma sto decisamente meglio se lavoro e mi rendo utile, condividendo scambi con adulti che accrescono ogni giorno la mia professionalità.
È una questione di scelte e di ambizioni personali.
Ah, ovviamente io adesso devo combattere con la frequentissima domanda: ma come? il secondo non lo fai???
Come vedi…le domande inopportune le fanno sempre…e saranno cavoli miei se voglio o non voglio un secondo figlio!!???
ahaha…Ridiamoci su!
Beh diciamo che lo trovo “tristemente” normale questo sì ma non per questo mi rassegno che sia giusto. Perché dev’essere “normale” rinunciare magari ad avere un terzo figlio mentre non è normale rinunciare alle vacanze costose (per dire un esempio a caso ma potrebbe essere qualsiasi altra cosa). E comunque condordo pienamente che sia questione di scelte e di cosa fa stare bene, ma qui in Italia non è così, permettimi. Ancora fare un figlio (non parliamo di due o più) è considerato qualcosa di invalidante sul mondo del lavoro. Non è ammissibile “asirare” a lavorare e ad avere una famiglia come la sogni. Questo no, non trovo sia normale.
bello il tuo post, condivido a pieno .
Sabina mi hai fatto morire!!! Mi sono immaginata io con i bigodini in testa e le babbucce di peluche mentre mi metto lo smalto…ahahahah….ci sono tanti di quegli stereotipi che a volte è davvero una battaglia contro i mulini a vento….secondo me la gente si strabilia non solo delle donne che decidono di fare le mamme full time ma anche delle donne che decidono di avere più di un figlio….figurati tre 😉
sìì ma ripeto, qui in Italia, all’estero non vieni comunque guardata così male, anzi…addirittura quando ero in Russia e ho detto che avevo avuto Lorenzo a 27 anni mi hanno detto “ah così tardi?” °_° proprio vero, Paese che vai usanza che trovi!!
un post davvero interessante quanto divertente!!!!!complimenti di cuore Lory
grazie mille Lory ^_^
verissimo! a me quello che capita di più è il caso del e come fai? Inteso coi soldi…Che è ancora più avvilente. Come faccio? Faccio come fanno tutti, mi organizzo, pianifico le spese, risparmio su tante cose che ritengo pure futili. Insomma, come faccio, anche una donna che guadagna 5000 euro, si chiederà come fa la donna da 1200, credo. E’ solo una questione di prospettive
concordo al 100% anche perché ci sono molte spese anche se lavori fuori casa. E’ semplicemente una situazione poco diffusa rispetto al passato e quindi fa automaticamente “strano” a molti e soprattutto risente ancora, pesantemente, di pregiudizi al contrario.