Ovvero: 9 preconcetti child free che il bambino reale sfata.
Una certa quantità di questi miti ovviamente da ragazza li condividevo io per prima. Avere figli è, davvero, l’argomento per eccellenza che se non ci passi in prima persona non riesci a cogliere in pieno. C’è chi non voleva figli e poi ne farebbe una vagonata e chi magari sognava la casa del mulino bianco con la nidiata numerosa poi scopre di avere un’immagine idealizzata e si ferma ad uno. Quello che è assicurato è che un figlio reale demolisce tutte le fantasticherie, sorprende e travolge, come un tornado improvviso in pieno sole. A volte è una turbolenza quasi piacevole, altre sconvolgente. Di certo, dopo, ci troveremo a riconsiderare tanto di quello che pensavamo prima. Vediamo insieme le opinioni più diffuse che andranno a subire una picconata bella tosta.
- Non faccio figli perché non mi piacciono i marmocchi urlanti altrui. Io lo ammetto candidamente: prima non dico che odiassi i bambini, ma nemmeno ci impazzivo. Alcuni mi piacevano, altri li trovavo persino odiosi. Un po’ come gli adulti. A dire il vero, credo di averli sempre considerati come personcine in miniatura, senza uno status particolare. Evidentemente mi mancava quello che chiamano “istinto materno” generico, rivolto ad un neonato/bimbo random solo in quanto esponente di razza umana sotto gli 8 anni (età dopo la quale i maschi si digi evolvevano in mostriciattoli intenti a scaccolarsi e riderne coi compagni e le femmine in mini bratz smorfiose e pettegole). Non emettevo versetti idioti all’indirizzo delle carrozzine fioccose o gridolini svenevoli alle vetrine di camerette. Hai voglia a pensare “IO non mi vanterò mai dei risultati scolastici di mio figlio” o “non gli scatterò 8000 foto al giorno”. Con un figlio TUO è diverso, punto. Inutile cercare di spiegarlo, scatta semplicemente un “qualcosa”, un incantesimo.
- Non faccio figli perché sono impacciatissima, non li so maneggiare. Vi dico solo una cosa: a un mese dal parto, invece di cercare video splatter sul momento fatidico, mi affannavo a trovare tutorial del tipo: “come si tiene in braccio un neonato”. Rido ancora adesso al ricordo!! Non avete nipotini/cuginetti da 4 generazioni? Mai fatto la babysitter per racimolare i soldi del cinema? Niente paura, a parte che ci sono le ostetriche (e nel mio caso, ancor più ignominiosamente, mio marito con una nutrita schiera di suddetto parentado nanesco e quindi più esperto e sciolto di me da far schifo) ma comunque anche qui, quando lo stringerete al petto, ci penserà la Natura a far sì che teniate il pargolo istintivamente in modo da farlo sopravvivere alla madre più imbranata (io ero una buona candidata). Dopo che avrete messo quelle 2(00) volte il pannolino troppo stretto o troppo largo vi farete la mano anche solo per disperazione ed evitare l’ennesimo bucato di body e tutina con quell’adorabile stampa di cupcakes, alla cacca liquida ora, anziché alla vaniglia.
- Non faccio figli perché poi non si esce/viaggia più. Ok, forse noi che con il bimbo di 21 mesi siamo stati nella foresta pluviale non facciamo testo ma…hey, ho una buona notizia: I TEMPI SONO CAMBIATI. Sfornare un figlio non significa per forza di cose la morte sociale. E’ vero, l’Italia non è esattamente il Paese più invitante per spostarsi con la prole. Purtroppo tutt’ora reperire locali o strutture attrezzate e -ancora peggio- davvero ospitali per famiglie non è scontato, tutt’altro. Ma le cose stanno migliorando, anche se a macchia di leopardo. Inoltre basta qualche accorgimento e, tranne casi proprio eccezionali (ci sono, per carità, e lì è giusto anteporre le esigenze dei piccoli), basta essere un minimo easy e abituarli ad un po’ di mobilità. Non serve andare alle Seychelles, intendiamoci, ma non si è nemmeno condannati alle macchiette tipo famiglia Brambilla in vacanza con cappelliera straripante sopra la 500 e il picnic sfigato a bordo autostrada. Abbiate fede!
- Non faccio figli perché mi basta il mio bimbo peloso. Per quanto avere un animale sia una bellissima esperienza e sia qualcosa che affina l’animo, non posso dire che sia la stessa cosa di un figlio. E non mi sembra giusto nei confronti dei nostri amici a 4 zampe bardarli come l’infanta imperatrice e ficcarli in un passeggino in miniatura (vi giuro che l’ho visto davvero). Io ho avuto penso dal pesciolino rosso ai 3 gatti in casa, amo fin da piccola gli animali, ma non riesco ad accomunarli all’avere figli. Ci sono alcuni tratti comuni (a volte anche molto divertenti!!) ma non mi sembra un buon motivo per sovrapporre le due esperienze in toto. E poi vuoi mettere avere un figlio E un cagnolone, insieme per casa, magari che si coccolano e crescono insieme??
- Non faccio figli perché è un mondo là fuori è orribile. Questo presupposto, mi perdonino i “pessimisti” è esattamente il modo per perpetrare la situazione. E per non fare niente in realtà, mica solo i figli. Tanto vale rinchiudersi in un bunker e fare come quei matti che hanno messo lo scotch alle finestre e si sono auto segregati per 30 anni perché “il mondo esterno è cattivo”. Per quanto una certa dose di “tremore” sia più che lecita, direi anche sana, portarla alle estreme conseguenze lo trovo estremamente stupido e sbagliato.
- Non faccio figli perché costano troppo. Adesso, non sto parlando di gente disoccupata/sul ciglio di una strada. Vorrei solo far riflettere che il numero di figli, dalla notte dei tempi, è inversamente proporzionale al reddito familiare. Ciò a dire che chi potrebbe, sulla carta, mantenerne dignitosamente 20 ne fa 1 e viceversa. Non sto dicendo di fregarsene. Un minimo di realismo e concretezza ci vogliono, non sono certo per il “segui il tuo cuore” sempre e comunque anche perché non è detto che non sia anche espressione di desideri egoistici, talvolta. Ma nemmeno aspettare di aver prima costruito il mausoleo di famiglia al camposanto, suvvia. Inoltre alcuni di quelli che pensiamo essere bisogni indispensabili, sono spesso superflui. Vedere la voce Bebè a costo zero, libro illuminante (e se volete farvi due risate la mia gallery sulle 10 diavolerie per bambini è un must!)
- La mitica, evergreen (solitamente maschile): Non faccio figli perché non mi sento pronto/a. Capirai, nessuno è pronto a tante cose cretine eppure le fa senza pensarci chissà quanto. Io sono del partito del “se aspetto di sentirmi pronto” non combino più niente. Molto meglio un sano “aspetto di non essere del tutto impreparato tanto da buttarmi dalla finestra”. Ci sono casi illustri di mamme e papà “improvvisati” che hanno saputo, comunque, crescere e prendere il meglio di un così grande passo piombatogli addosso. Nella vita, non vale solo per i figli, ci vuole un minimo di adattabilità, è impossibile (e onestamente, che palle….) programmare tutto al millimetro. Mia madre mi racconta sempre tra il faceto e lo sconvolto si una sua compagna di campus in America che si era fatta una “do it list” entro i 30 in cui aveva pianificato passo passo tutto, dal comprare la macchina allo sposarsi (non aveva nemmeno il moroso, eh.).
- Non faccio figli perché non ho aiuti. E questa, da mamma tris ma con aiuto, ha il suo perché e una certa dignità, come istanza. Se già non è una priorità avere figli, capisco che scoraggi ulteriormente. E grazie ai nostri amici politici che continuano ad alzare l’età della pensione (ah ma ci danno 80 euri 80 e il buono per la babysitter, badate bene!), sarà una motivazione sempre più diffusa, alla faccia dei nonni come italici ammortizzatori sociali d’eccellenza. Mando un pat-pat virtuale a tutte le mamme del cuore che ne sono frenate, ma voglio anche dar loro una speranza: quando si è in ballo, si impara a ballare ed escono risorse che non credevamo possibili guardando dal di fuori e razionalmente. Conosco mamme che hanno mariti militari perennemente in missione all’estero e gestiscono tutto meglio di me coi nonni. Non chiedetemi come facciano, sicuramente fanno grandi sacrifici, ma le vedo, anche se stremate, appagate SE avere figli è importante per loro.
- Non faccio figli perché ho (quasi) l’età per fare la nonna. Allora: io non sono del partito “me ne frego dell’età biologica, tanto c’è la scienza che progredisce”. E’ vero, la natura ha un suo peso e lo avrà sempre. Però è vero anche che non ci spacchiamo la schiena sui campi o curve sul fuso dell’arcolaio. Gli anni sono sempre quelli, ma alcuni aspetti sociali sono effettivamente un elemento da considerare. Fare il primo figlio a 30 e passa un tempo era impensabile e aveva anche le sue buone ragioni. Adesso forse non è comunque auspicabile, ma ci sono condizioni che rimandano effettivamente la prima gravidanza e non devono precludere un figlio un po’ più in là.
Sono sicura che ne avrete sentite a pacchi. Le scuse sono un nostro meccanismo mentale per non buttarci, questo vale per tutti i settori della vita. Fare un figlio è sicuramente un passo di una portata tale che forse, dopo il divorzio breve, è il solo a rimandarci ancora, mentalmente, ad un “per sempre” che tanto sgomenta la nostra generazione. Un legame indissolubile, nel bene e nel male, una passerella nel vuoto, dove si naviga a vista. Io ne ho tre e da frignona timorosa della mia ombra, mi sento quasi una specie di spericolato Indiana Jones in gonnella nella mitica scena del Sacro Graal. E scusate se è poco.
14 Comments
Anche io delle volte mi sento Indiana Jones e mi sembra di vedere pure te, entrambe in gonnella ovviamente! Ho passato alcune delle fasi che descrivi ma ad un certo punto li ho desiderati, tantissimo! Non immaginavo certo fino a che punto la mia vita sarebbe cambiata ma ora, da mamma, so di essere una donna migliore. Delle volte mi sento una trottola…prepara per la danza, poi il basket poi la danza di nuovo, le merende, l’album da disegno, i colori, i cambi vari… Delle altre mi sento un drago, fortissima e ganzissima. Purtroppo ho pochissimi aiuti, i miei vivono in Sardegna, mia suocera ha troppe cose da fare per stare coi nipoti e mio marito lavora tantissimo. Sarebbe più facile con gli aiuti, sarei forse anche tornata a lavorare. Se penso a quanto ho studiato nella mia vita! Beh ho fatto pace con quella vecchia me, ora sono felice e fiera di fare la mamma, trafelata, sempre di corsa ma felice!
Scusa mi sono dimenticata di scrivere che, siccome io e mio marito stiamo insieme da 20, dico 20 anni, i figli non sono arrivati subito, non mi sentivo pronta, volevo viaggiare, volevo fare carriera… Quando poi sono stata travolta dalla valanga e ho capito che la mia vita sarebbe cambiata per sempre abbiamo deciso di fare il secondo figlio… Tutto sta nel desiderarlo e sentirlo. I sacrifici, il sonno, l’assenza di vita sociale ecc ecc, tutto passa in secondo piano, l’importante siamo noi con i nostri bimbi e le nostre famiglie!
Condivido questo post al volo. Io tra meno di un mese divento mamma e a volte mi fanno sentire una pazza: ma chi te l’ha fatto fare, a30 anni avevi tutto il tempo ma la peggiore è quando mi dicono “vedrai!”. Vedrai cosa? Boh. Io credo come dici tu che spesso quelle che hai elencato siano delle scuse belle e buone, siamo una generazione di persone che non vogliono prendersi responsabilità e chi vuole farlo viene additato come pazzo.
il vedrai generico carico di chissà che oscuri presagi è ancora più inquietante…
Ne ho sentito tante, molte le hai elencate tu. Fare un figlio è un impegno, lo sappiamo, e molte cose che si facevano prima poi non si fanno più. Ma ci sono tante cose nuove che si possono fare insieme ai nostri piccolini. Essere genitori è un’esperienza bellissima.
è che si sente sempre (stra) parlare degli aspetti limitanti e poco o malamente di quelli belli! E poi ci lamentiamo che si fanno pochi figli…
Io devo essere una mosca bianca perché, tra tante incertezze della vita, la sola cosa di cui sono sempre stata sicura, era di volere dei figli. Brava Sabina, hai detto un sacco di cose vere: per quanto riguarda i viaggi hai ragione, ma io penso anche che, in ogni caso, se pure rinunciamo a qualche meta esotica per una manciata d’anni, che vuoi che sia rispetto a una vita intera? Sull’aspetto economico, tolti gli estremi, sono d’accordo con te: è questione di scelte e priorità. Infine, è vero, il mondo è sempre cattivo e noi non siamo mai pronte, ma desiderare un figlio è continuare a sognare, e creare.
concordo al 100% con te: si tende a ragionare per estremi quando una cosa non ci convince tutto qui. Poi per carità è del tutto legittimo non volerne, mica voglio “convincere” nessuno, lo scopo del post era, genericamente, smascherare uno dei meccanismi mentali per rimandare le cose che si fanno senza una vera passione (e questo non riguarda solo i figli) e dal lato bimbi, dare un po’ di coraggio a chi magari vorrebbe fare il “grande passo” ma è frenato da motivi non davvero sostanziali 😉
Adoro questo post e mi piace molto il tuo blog. Ti seguirò!
ma grazie!! ^_^ un bacio!
[…] come dicevo qualche giorno fa in un incoraggiante post sul fare figli, le attività estive (e di svago in generale) non mancano -anzi sovrabbondano- per grandi e […]
grazie per questo post io sono tutto quello che hai descritto 🙂
non faccio figli per ……
Spero, se ne desideri, di averti dato un’incoraggiamento allora ☺
Ho due figli piccoli 3 e 1,5 anni. Ho appena interrotto la mia terza gravidanza perché non me la sentivo di farcela con tre. Mi sto autotorturando con le mamme che hanno avuto più coraggio di me. Vi invidio, spero riuscire a superare questo dolore.