Riflettevo sul rapporto che ha la società attuale con il dolore e con la paura: già è problematica rispetto agli adulti, quando poi si tratta di bambini, ecco che tutti e dico tutti noi, me compresa, abbiamo la tentazione di fare l’impossibile per evitarle ai nostri bambini (se mi seguite, vedete che ne parlavo pochi giorni fa, sul piano fisico).
Una tentazione forte, viscerale, legata proprio alla nostra indole di madri: in effetti, siamo preposte dalla natura a far sì che i cuccioli sopravvivano e crescano sani e forti. Dunque tutte le ansie legate allo sviluppo dei nostri bambini sono, secondo me, impossibili da azzerare, è contro la dinamica stessa del nostro essere genitori-figli.
D’altro canto, come negare che siamo, in primis, noi adulti a voler scacciare i pensieri negativi? Non è forse l’intera società che rimanda un’immagine di festa sempre e comunque? Sul web tutto è spiattellato nel suo lato migliore, gli stessi post “negativi” vengono solitamente ignorati rispetto a quelli buffi e divertenti.
Allora come rapportarci in modo sano alle prime paure? Personalmente ritengo non sia giusto voler eliminare a tutti i costi dalla vita dei nostri figli. Non intendo dire che dobbiamo indurre di proposito questi sentimenti, tipo farli scottare con la candela nella speranza che non si avvicinino ai fornelli. Non credo di riuscire ad arrivare a tanto (ma sono curiosa: voi sì?). Allo stesso tempo però so che non voglio farli venir su in una bolla dove tutto è bello, belgioioso e fiocchettoso. Non voglio restino (lì sì) traumatizzati quando queste sensazioni, impossibile non arrivino nel corso della vita, busseranno alla loro porta e saranno incapaci di gestirle senza una dose macroscopica di frustrazione. Vorrei che nelle fiabe ci fossero gli happy ending ma non solo, anche i lupi cattivi (e cattivi non da spaventarli a morte ma quel tanto che basta per rendere l’idea). Perché [Tweet “le fiabe sono una modalità che l’uomo ha inventato da sempre per rielaborare la realtà”]dagli aspetti più desiderabili a quelli meno felici. Per “spiegare” ai bambini situazioni magari troppo grandi e fuori dalla portata di anni ancora conteggiati sulle ditine cicciotte di una mano.
Se ci pensate, i film classici Disney di 50 anni fa, ai nostri occhi abituati a quelli attuali, risultano a volte davvero “cattivi”, politicamente scorretti quando non esplicitamente tenebrosi o macabri (guardatevi, che so, Ichabod Crane, ma potrei citare anche i celeberrimi Bambi o Dumbo dove tematiche “forti” come la morte o abbandono erano veicolate senza grosse remore o buonismi). La narrazione era, certo, delicata come si addice ad un pubblico (anche) infantile, ma la dose cruda non mancava (anche perché voci di corridoio dicono che lo stesso Walt fosse iniziato alla Massoneria, dunque esperto del lato oscuro, diciamo).
Prima ancora, non parliamo delle fiabe spaventose dei fratelli Grimm (le meno forti conservano comunque una vena sottilmente inquietante) o strappalacrime di Andersen. Vi invito a leggere Storia di uno che andò in cerca della paura, poi mi dite. Proprio sogni d’oro eh.
Il mio “grande” si sta avvicinando al periodo dei primi, veri “perché” filosofici, i nostri bambini sono sempre più precoci e svegli e le loro testoline sono sempre più ricettive a tutto quel che gli sta intorno. Ho vergognosamente finto che i pesciolini rossi fossero andati a nuotare nella grande piscina di Monza (ahimè, noi genitori sappiamo dove son finiti -.-‘) ma so che non posso farlo in eterno, ogni volta che quegli occhioni sgranati mi domanderanno risposte che non mi piacciono ma che vanno dette, nel modo giusto. Anche perché vorrei evitare sia di crescerli insicuri e paurosi ma anche spericolati e senza il senso dei limiti. Cosa mi consigliate? Mi raccontate le vostre esperienze su questi argomenti, lo so, un po’ spinosi?
6 Comments
E’ vero, preservare i nostri figli dalle brutture del mondo è insito nel nostro essere genitori. Cercherò di tenerli lontani fin quando potrò. Come dici tu sono però tanto svegli e ricettivi, il mio più grande ad esempio vuole ascoltare il telegiornale e comincia a farmi domande. È anche tanto sensibile e per lui e di conseguenza anche per la piccola, certi cartoni sono tabù’ come Nemo e Biancaneve… Ultimamente sono molto gettonate le fiabe del genere Fiabe Sonore, un po’ vintage ma più cruente e non piene di filtri come quelle attuali. Io sono cresciuta con quelle fiabe, e pensano diano una visione più “reale” del mondo, più vicina alla realtà attuale purtroppo, dove la fiaba si ha un lieto fine ma vi si trovano anche cattiveria e crudeltà. Forse sarò controcorrente ma se insegno loro che la gentilezza ripaga sempre, insegno anche a non fidarsi di tutti incondizionatamente e che non tutti possono essere nostri (loro) amici. Forse ho divagato un po’ ma penso che si debba partire dalle piccole cose, dalle paure più semplici, affrontandole e raccontandole, sempre al loro fianco pronte ad asciugare le lacrime… Scusa la lunghezza, mi dai sempre troppi spunti, un bacio!
Vale che scusarti, lo scopo di certi post è proprio creare un sano e approfondito dibattito, io ho bimbi piccini quindi sono alle prime avvisaglie di quello che intravedo all’orizzonte, sento fortemente il bisogno di confrontarmi con tutte voi! Ognuna ha uno “stile” genitoriale diverso e possiamo ispirarci a vicenda ad affrontare meglio le sfide comuni a tutte, come questa. Grazie e ancora grazie di contribuire!! :-*
Ciao, questa settimana ho partecipato al top of the post e ho scelto questo articolo tra i miei tre preferiti. Ti lascio il link se vuoi dare un’occhiata. 😉
http://chiacchiereconmammagiada.blogspot.it/2015/05/top-of-post-18052015.html
ma grazie, che onore, corro a vedere, kiss :*
[…] l’aspetto “spaventoso” che oggi si tende ad edulcorare a torto, come dicevo qui. Un altro punto che mi è piaciuto molto è il discorso di trasmettere ai nostri bimbi il valore […]
[…] nientepopodimeno che dalla cinematografia più buonista della storia (che, poi…anche qui, parliamone). Andiamo a […]