Ispirata da un’altra “romanaccia” come me, emigrata (ma almeno non clandestinamente, siamo arrivate entrambe tramite…legalissimo “ratto” sabinesco, nel mio caso di nome e di fatto…!) nelle terre nebbiose, da far invidia a lo Hobbit, ho deciso di parlarvi della mia avventura seregnese.
Premessa doverosa: la contestazione di determinati aspetti, legati in larga misura a disservizi, burocrazia e “mole” da metropoli, non intacca minimamente l’amore viscerale che nutro per la mia città d’origine, Roma. Come una madre: la si contesta, la si critica, a volte anche a brutto muso, proprio perché si ama.
Dicevamo: io sono romano-canadese-brianzola. Dai 5 ai 27 ho vissuto bella pacifica nella città eterna, per poi trasferirmi col matrimonio -dopo una parentesi toscana- in terra di Brianza, nella fattispecie a Seregno, ridente e ameno centro a pochi Km da Monza e Milano. I primi tempi, nonostante il lunghissimo fidanzamento itinerante che mi aveva parzialmente acclimatata, sono stati tosti…in preda alla nostalgia sono arrivata a comporre persino poesie assurde senza grande nesso logico alla Joyce de noantri. Pian piano però ho iniziato ad acquisire maggiore lucidità e ad abituarmi persino ai ritmi nordici (della serie: ora mangio alle 12-12.30 se sono a casa!) e ad apprezzarne i lati positivi, che sono molti più di quanto non si noti di primo impatto. Da mamma poi, i pro sono notevolmente aumentati e dopo 5 anni, ripercorrendo a ritroso la mia esperienza un pò “expat” in patria, mi è venuta voglia di fare il punto della situazione. Vediamolo insieme, dedicato con affetto a tutti i seregnesi che hanno reso piacevole e un po’ più dolce il mio “esilio”.
- Seregno è il classico medio centro: a due passi da una città come Milano ma abbastanza lontana da non subire -troppo- gli effetti nefasti di periferie/borgate esterne della suddetta. Tradotto: hai a portata di mano i servizi ma non ti becchi degrado e squallore di certe zone ai margini di qualsiasi grande città industriale.
- Al contrario dell’80-90% dei comuni in zona, ha un discreto nucleo storico: non è certo il classico conglomerato di capannoni, esposizioni e mobilifici. una simile caratteristica rende piacevole anche solo farsi un giretto senza chissà che meta. Il mio nano quattrenne apprezza molto, uscito dall’asilo, fare una scappata “al Barbarossa” (la torre civica) a papparsi una focaccina sulla panchina, rincorrere i piccioni e giocare coi coetanei che ci sono a tutte le ore. Insomma, non chiede nemmeno un parco giochi per essere contento!
- Per chi è abituato alla grande città, la dimensione appare come quella di un immenso, piacevolissimo, quartiere. Tutto è più o meno a portata di piede/passeggino (o al più, a pochi metri d’auto) e non ostaggio solo di residenti centenari/miliardari/ragazzetti nordeuropei in Erasmus come nella mia Roma.
- In centro c’è vita: non è uno di quei centri storici museali come accade tristemente per molti borghi “cartolina”, paesi più piccoli o peggio ancora turistici. Ho vissuto un anno in toscana nella tanto decantata “Val d’Elsa Shire” e avrei voluto spararmi. Per carità, paesaggi alla Monet, agriturismi e casali perfetti per weekend relax di coppia, ma viverci era un mortorio terribile. Anche no, Seregno FOREVAH.
- Abitare a Seregno ti costringe a “tenerti su”. Sì perché qui la gente “media” è proprio bella gente. Curatissima e a volte fin troppo in tiro. Qui Enzo e Carlà non troverebbero trippa per gatti di casi umani tipo soggetti in giro in crocs e mollettone. Anche la transumanza di ragazzini sul corso principale al sabato pomeriggio non è lo spettacolo esilarante degno delle Malvestite come altrove. Se nelle profonde lande terroniche la sottroscritta passava per fighetta, qui potrei aspirare a dir tanto alla categoria “casual/chic” (leggi sfigatella vagamente wannabe). E pensare che da pischella lavoravo pure da Brandy. Sigh.
- Ok, questa è quasi scontata nella retriva, estenuante polemica nord-sud ma ahimè, è un fatto innegabile: i servizi funzionano decisamente meglio. Ok, non siamo in Scandinavia ma insomma….il comune ti risponde via email in poche ore! Per me è stato uno shock culturale non indifferente.
- I servizi sanitari poi, sono anni luce, in particolare quelli legati alla maternità. Qui SI che siamo quasi in Scandinavia: in tre gravidanze (NON a rischio, peraltro) non ho sborsato un cent per le analisi e, non avendo appunto mai avuto problemi, mi sono affidata a delle normalissime visite di routine in ospedale, gratuite ma di ottimo livello e persino con ecografie incluse. A un tiro di schioppo da casa mia avevo un ospedale come Monza che ha una TIN di livello non inferiore ai grandi ospedali milanesi ma molto meno “casino” rispetto ad una Mangiagalli, un Buzzi o Niguarda. Inoltre, anche se non ho mai avuto modo di usufruirne, ho sentito diversi pareri molto autorevoli di ostetriche che elogiavano le iniziative del consultorio seregnese che contemplano un “percorso nascita” comprensivo di supporto post parto. Questo servizio è ancora gravemente lacunoso nel nostro Paese, dove ci si barcamena malamente tra una concezione da piccolo mondo antico ormai in via di estinzione, in cui la rete di supporto femminile familiare sosteneva la puerpera, e il vissuto reale presente ben più alienante. A giudicare dall’attenzione dedicata alle neo mamme, è lecito pensare che il servizio sanitario nazionale ragioni come se vivessimo nell’800 in case coloniche “sgarrupate” con famiglie allargate nel senso descritto in “io speriamo che me la cavo”. Appunto. Beh qui a Seregno va un tantino meglio: quantomeno si manifesta una certa sensibilità verso madri, specie primipare, sempre più spesso lontane dai nuclei familiari di provenienza, senza esperienza e familiarità con neonati ecc.* Tutte problematiche sorte in gran parte negli ultimissimi decenni. Ah, anche i bonus, a livello economico, qui sono assegni, non sconti per il latte in polvere.
- E’ una città vistosamente child friendly: pullulano negozi per bambini: se anche chiude Prenatal apre una mega Giocheria o un Primigi, non un ferramenta. Il fine settimana le piazze si riempiono di famiglie, e -udite udite- non sono solo immigrati. Anche i locali giusti contemplano spazi fasciatoio nelle toilette o angoli di intrattenimento per i più piccoli. Sembra poco, ma permette ai genitori di non sentirsi relegati di colpo alla riserva indiana per appest…ehm soggetti frequentatori di Ikea/Old wild west/Mac donalds/centro commerciale random. La domenica o nei periodi di festività si organizzano diverse attività davvero sfiziose: le fattorie “itineranti”, il trenino che attraversa la città e via dicendo (ad esempio ora fino a metà gennaio hanno installato giostre, pista di pattinaggio attrezzata per i bambini, casetta di Babbo Natale ecc.).
- Non è che Milano e dintorni siano propriamente mete agognate dal turismo di massa, se escludiamo le orde di fashion blogger alla settimana della moda. Almeno, io prima di approdare su questi lidi non avrei dato una lira bucata alla patria di Mediaset e della cotoletta. Invece a spulciare bene, offre più di quanto non si immagini. Non è quel tipo di bellezza plateale e vistosa. È il genere di fascino sottile, dato dai dettagli e dall’improvviso inaspettato. Non parlo di perle nascoste come Bergamo alta eh, ma di quell’atmosfera -che a me ha conquistata- un po malinconica, persino tetra in inverno, che emana dalla bruma sul lungo fiume di Monza, dalla centrale di Trezzo, dai balconi liberty e i mattoni a vista delle chiesette spiranti misticismo pragmatico alla Schuster.
Insomma, a conti fatti niente di eccezionale, ma una normale amministrazione, solo un po più a misura d’uomo -anche sotto il metro d’altezza! Sono sicura che tutto ciò e molto più, sia reperibile anche a Roma o Milano, ci mancherebbe. Solo che resta sommersa tra le pieghe dei km di ingorghi e orari di punta da attraversare per accedervi (penso al mitico tormentone “il grande raccordo anulare” che ridendo e scherzando fa una denuncia sociale vera e propria), di mancata o poca segnalazione/pubblicità e via dicendo. Oh che vi devo dire, evidentemente a me piace vincere facile, il che vuol dire non dover rischiare la neuro ogni volta per accompagnare tuo figlio in piscina. Insomma, spero di aver restituito uno spaccato del lato migliore della vita provinciale del nord, che nell’immaginario generale è quasi sempre una realtà poco invitante. Non che manchino i lati sgradevoli, ma è giusto riequilibrare una visione tropo spesso parziale e limitata che distorce i contorni della realtà.
*ho trattato più diffusamente il tema QUI
11 Comments
E così scopro che siamo vicine di casa…bella Seregno, ideale per lo shopping, quando c’è il tempo!! Chissà mai che non ci si incontri in centro… 🙂
ma dai!! tu dove sei di preciso? Dobbiamo beccarci per un caffettino allora!!
Wow che bell’immagine del luogo in cui vivi! Non sono altrettanto fortunata ma mi trovi in netto accordo sulla ‘comodità’ di vivere in un borgo anzichè nel centro città.
beh questi sono i pro…prima o poi scriverò i contro 😉 però considerando tante cittadine dell’hinterland milanese sì, direi proprio che mi è andata bene!!
Bè che dire…un bel resoconto. Sarò felice di parlarti di un progetto interessante su Seregno se lo vorrai condividere
volentieri, oltre ai miei contatti social sotto l’avatar in alto a destra, questa è la mia email —> theswingingmom@yahoo.it
Bravaaa sono felice di averti ispirata 😀
E poi mi hai ricordato le Malvestite…dyo quanto adoravo quel blog, peccato non venga più aggiornato!
Comunque mi è proprio venuta voglia di visitare la tua Seregno
E concordo con te anche sul fatto che Roma resta sempre nel cuore… infatti tra 20 giorni sono di nuovo lì
a chi lo dici, io e mia sorella abbiamo passato le ore a riderci su, un lutto che sia finito nel dimenticatoio…se passi da queste parti fà un fischio, che di mamme blogger in zona esce quasi un mini raduno 😀
[…] fine gennaio, il post su Seregno ha fatto sì che si impennassero le visite e questo mi ha dato una bella botta di fiducia e mi ha […]
Ma ma… se uno ti dicesse che… sarebbe pronto a lasciare Roma e la banca d’Italia per trasferirsi in queste zone e cambiare completamente vita, lo prenderesti per matto? Uno che andrebbe a rimetterci anche economicamente, conscio però del fatto che la vita (fuori Milano) costa molto meno rispetto a Roma, partendo ad esempio dal prezzo delle case… io uno così lo conosco… è una persona alla quale tutti sconsigliano questo passo. Ma lui è tignoso e vuole andare avanti, fino a che non dovrà fare veramente una scelta… e lì non potrà sbagliare, avendo peraltro moglie e un bimbo piccolo…
chiedo info per questo conoscente… 😀
Guarda, non ti nascondo che all’inizio il distacco lo senti, ma personalmente ora non tornerei mai indietro, anzi, se potessi mi trasferirei ancora più a nord ^^’ la vita fuori Milano però non è così economica, specie nelle città ben collegate (Seregno o Monza sono sicuramente tra queste: sei a Milano in meno di mezz’ora di treno ma allo stesso tempo non sono periferia, hanno bei centri storici e servizi), quello che cambia è comunque una maggior vivibilità, su questo non ci piove, oltre ad una situazione lavorativa anni luce avanti. Tanti auguri per il grande salto e spero di essere stata utile!